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Il petrolio frena le Borse. La Bank of Japan è la nuova Gamestop?

Dopo un avvio prudente le Borse europee cambiano passo ma Milano rimane piatta – Chiusura in rosso dei mercati asiatici – In Giappone la BoJ sale del 21%, spinta dagli acquisti dei piccoli trader – A Milano giù Atlantia e i petroliferi, in rialzo Diasorin e Nexi

Il petrolio frena le Borse. La Bank of Japan è la nuova Gamestop?

Si spegne l’euforia per i nuovi vaccini e le Borse europee aprono con prudenza dopo la corsa di lunedì, zavorrate dai titoli petroliferi che viaggiano in ribasso in attesa del vertice tra i Paesi Opec e Non Opec in programma per il 4 marzo. Verso la seconda metà della mattinata tuttavia si assiste ad un cambio di passo soprattutto sui listini europei mentre Milano rimane debole.

Nelle ore precedenti i listini asiatici hanno registrato una battuta d’arresto, chiudendo la seduta in calo a causa delle preoccupazioni espresse dal principale regolatore bancario cinese sui rischi relativi a una possibile bolla immobiliare. “I mercati finanziari sono scambiati a livelli elevati in Europa, Stati Uniti e altri paesi avanzati”, ha detto Guo Shuqing, responsabile della Commissione bancaria e assicurativa in Cina. “Siamo molto preoccupati” , ha aggiunto, per i pericoli che stanno emergendo dalle bolle presenti nei mercati finanziari globali, ma anche per quella che si sta formando nel settore immobiliare made in China.

In Asia però è appena nato un nuovo “caso Gamestop”. La protagonista è niente meno che la Bank of Japan, quotata nella sezione Jasdaq della Borsa di Tokyo. Nella seduta conclusasi poche ore fa il titolo è salito del 21,2% a 40mila yen. Dallo scorso 26 febbraio le azioni –  o certificati di sottoscrizione, come vengono tecnicamente chiamati – hanno guadagnato quasi il 50% del loro valore. Alla base del rally c’è una vera pioggia di acquisti da parte dei piccoli trader, interessati “a guadagni in conto capitale”, ha detto a Bloomberg Tomoichiro Kubota, analista di mercato senior presso Matsui Securities Co. Saranno interessati al titolo finché “il prezzo delle azioni continuerà a salire e ci saranno acquirenti”, ha spiegato l’esperto. Da sottolineare che le azioni quotate della BoJ non danno diritto di voto, né garantiscono dividendi interessanti a chi le compra.  “Nonostante i bassi volumi degli scambi, il picco di lunedì è stato sufficiente per attirare l’attenzione dei trader giornalieri su Twitter e altri forum online in cui l’orda crescente di investitori al dettaglio del Giappone condivide le proprie intuizioni. Molti sono rimasti sconcertati dalla mossa. Altri sono sembrati sorpresi di apprendere che la banca centrale del paese era in realtà un titolo quotato”, commenta Bloomberg. Gli acquisti però sembrano destinati a continuare. 

In questo contesto le Borse europee prima sono partite stanche poi hanno accelerato: Amsterdam si porta a +0,4%, Francoforte, Parigi e Madrid segnano ciascuna +0,5%, mentre fuori dall’Eurozona Londra sale dello 0,7%.

Piazza Affari, dopo un’apertura incerta, procede in parità (-0,09%), rimanendo sopra quota 23mila punti (23.258 per l’esattezza). Il titolo peggiore è Atlantia (-2,36%), in attesa di nuovi sviluppi sul dossier Aspi.

Cadono i petroliferi in scia alla flessione del greggio (Brent -1,43% a 62,78 dollari al barile), che a sua volta paga l’attesa per la riunione Opec+ di giovedì. Eni perde l’1,13%, Saipem, l’1,76%. Sulle altre piazze: a Parigi Total cede l’1,3%, a Londra Bp e Dutch Shell segnano rispettivamente -2,13% e -2,22%. Il 4 marzo, secondo Equita, l’Opec+ probabilmente deciderà di allentare i tagli all’offerta di petrolio da aprile grazie alla ripresa dei prezzi. Tre fonti interne dell’organizzazione citate da Radiocor hanno infatti affermato che starebbero considerando un aumento della produzione di 500.000 barili al giorno da aprile: uno scenario che non produrrebbe accumulo di scorte.

Tornando all’azionario italiano, Moncler cede lo 0,8%, deboli le banche: Unicredit (+0,05%), Intesa (-0,09%).  

Si distinguono in positivo Diasorin (+1,89%), Nexi (+1,86%) Buzzi (+1,41%), Amplifon (+1,29%)

Sull’obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund torna a salire, attestandosi a 102 punti base (+2,66%). 

(Aggiornamento alle 14:01 del 2 marzo 2021)

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