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Il nuovo turismo cinese: meno shopping, più cultura

In questo periodo i viaggiatori cinesi hanno speso, rispetto all’anno precedente, il 50% in più in alberghi, ristoranti e visite a musei e monumenti, mentre la spesa dello shopping è aumentata soltanto del 30 per cento.

Il nuovo turismo cinese: meno shopping, più cultura

I gusti e le abitudini di spesa dei turisti cinesi stanno cambiando. È quanto rivela una recentissima indagine, condotta dalla China UnionPay, su un campione di cinesi che hanno trascorso all’estero la settimana di vacanza della Festa della Repubblica. In questo periodo i viaggiatori cinesi hanno speso, rispetto all’anno precedente, il 50% in più in alberghi, ristoranti e visite a musei e monumenti, mentre la spesa dello shopping è aumentata soltanto del 30 per cento. I cinesi che viaggiano all’estero, insomma, comincerebbero a essere più interessati a sperimentare la cultura, la gastronomia e le tradizioni locali piuttosto che a fare incetta di beni in negozi e centri commerciali. Han Zhijuan, a capo della Multipath Travel Services di Atene, conferma che il turismo cinese è in via di rinnovamento e rivela una gamma di interessi molto più ampia e diversificata di quella di un tempo.

“Abbiamo preparato diversi programmi di viaggio, tutti centrati su un tema differente,” dice “per esempio, ne abbiamo uno per i cinesi che vogliono gustare i vini greci, un altro per gli appassionati del golf e un altro ancora per le coppie cinesi che scelgono la cornice delle splendide isole greche per pronunciare il fatidico sì”. L’irresistibile sete di prodotti stranieri sembra dunque essersi placata, anche perché, come osserva Ge Lei, manager della China Youth Travel Service, ora è molto più facile trovare a casa propria, in Cina, articoli dei grandi marchi internazionali. “Il turista cinese medio sta diventando più razionale,” dice Ge Lei “ e scopre che, potendo acquistare molti degli articoli stranieri nei negozi duty free del proprio Paese, non ha bisogno di ‘riempirsi le tasche’ ogni volta che mette piede all’estero”. “Un tempo,” aggiunge “i cinesi tornavano a casa pieni di roba comprata nei Paesi che visitavano per poi accorgersi che più della metà di quelle cose non serviva loro veramente. Adesso stanno diventando più selettivi”.

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