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Il Napoli affonda la Juve e riapre i giochi per l’ingresso in Champions. Stasera Inter-Genoa

La Juve spreca l’inverosimile e il Napoli, rivitalizzato dalla cura del nuovo allenatore, la punisce riaprendo la corsa per un posto in Champions. Stasera l’Inter punta a continuare la sua cavalcata verso la scudetto

Il Napoli affonda la Juve e riapre i giochi per l’ingresso in Champions. Stasera Inter-Genoa

La Juve spreca, il Napoli vince. Il big match del Maradona sorride agli azzurri, che grazie a questi tre punti tornano in corsa per la Champions, a maggior ragione se il Ranking Uefa dovesse regalare all’Italia un posto in più. I bianconeri, invece, vanno a casa senza punti e con un carico di rimpianto enorme viste le tante occasioni sprecate, alcune davvero clamorose, che avrebbero potuto cambiare la storia.

Allegri resta così al secondo posto a quota 57, ma perde terreno su Milan, Bologna (il vero colpaccio di giornata è la vittoria di Bergamo, ottenuta con un 2-1 in rimonta firmato Zirkzee e Ferguson) e Roma: la qualificazione alla prossima Champions resta più che probabile, i giochi però non sono ancora chiusi.

Napoli – Juventus 2-1: Chiesa risponde a Kvaratskhelia, ma alla fine decide Raspadori

Ci si aspettava una partita bloccata, invece ci sono stati fuochi d’artificio dall’inizio alla fine. Napoli e Juventus hanno giocato per vincere e non per non perdere, anche se molto è dipeso dai tanti errori sia tattici che tecnici di due squadre, evidentemente, ben lontane dalla perfezione.

Il paradosso della serata del Maradona è che Osimhen e Vlahovic, tra i più attesi per evidenti motivi, hanno deluso entrambi, uno sbagliando un rigore che poteva costare la vittoria ai suoi, l’altro divorandosi tre occasioni clamorose che hanno condizionato la sfida. Il serbo ha aperto il festival dello spreco con un colpo di testa a lato dopo un assist di Chiesa, poi l’ha proseguito colpendo un palo a tu per tu con Meret, infine l’errore più grave, ovvero un tiro alto da ottima posizione un attimo dopo il gol di Kvaratskhelia. Già, perché il Napoli era passato in vantaggio grazie a un bel destro al volo del georgiano (43’, deviazione decisiva di Cambiaso), ma la Juve avrebbe potuto rimettere le cose a posto ancor prima dell’intervallo, se solo Vlahovic avesse fatto…il Vlahovic. Il serbo comunque non è stato l’unico a sbagliare: imperdonabili anche gli errori di Cambiaso (52’, tiro alto da posizione favorevolissima, Rugani (93’, stesso discorso) e Nonge, autore dell’ingenuo (ed evitabilissimo) fallo da rigore che ha deciso la partita. E pensare che la Juve era riuscita a trovare il pareggio grazie a uno splendido destro di Chiesa (81’), lui sì autore di una prestazione da ricordare, a prescindere dal risultato. Poco dopo però ecco l’intervento del diciottenne bianconero su Osimhen e il conseguente penalty: il nigeriano, non certo uno specialista, decide di calciarlo e si fa ipnotizzare da Szczesny, ma sul pallone si avventa Raspadori (88’) e il Napoli la vince, non prima di aver tremato in pieno recupero sull’occasione sopraccitata di Rugani.

Calzona: “Abbiamo dato un segnale importante, siamo sulla buona strada”

Siamo sulla buona strada, anche se c’è ancora tanto da fare – ha esultato Calzona, alla seconda vittoria in quattro giorni dopo quella di mercoledì col Sassuolo -. Sono felicissimo per il successo, ho visto una squadra che ha voglia di migliorarsi. Vincendo questa partita abbiamo dato un segnale, vogliamo raggiungere posizioni importanti. Sono felicissimo di vedere una squadra così coesa. Le vittorie danno ancora più voglia di migliorarsi. In 10 giorni non si fanno i miracoli, ci vorrebbe il tempo che non abbiamo, per questo chiedo ai ragazzi velocità di apprendimento, cosa che stanno facendo e di cui sono felicissimo, anche se di natura non sono mai contento. Siamo rientrati in gioco per le posizioni alte di classifica, col Torino abbiamo l’obbligo di fare risultato, anche se non sarà facile. Per il Barça invece c’è ancora tempo…”.

Allegri: “Spiace perdere così, faremo esperienza. Il mio futuro? Il problema non esiste”

Abbiamo fatto una bella partita ma non abbiamo sfruttato buone azioni – il commento amaro di Allegri -. Sono step di crescita che la squadra deve fare, ma siamo ancora secondi in classifica e in buona posizione per il nostro obiettivo. Non abbiamo lasciato al Napoli grandi occasioni, mentre noi alcune le abbiamo proprio sprecate. Dispiace perdere questa partita e c’è rammarico, ma sono tutte cose che servono per fare esperienza. Questo è il calcio, ci sono dei momenti in cui ti fanno gol in tutti i modi, come a Verona con una rete incredibile. Noi comunque pensiamo al nostro obiettivo e a rimanere in corsa su quello. Il mio futuro? Io sono allenatore della Juventus e contento di esserlo. Ogni anno a questo punto del campionato c’è sempre il dilemma Allegri, sia che le cose vadano bene o vadano male, ma questo problema al momento non esiste, ci sono degli obiettivi da raggiungere: vogliamo ridare alla società quello che l’anno scorso ci hanno tolto”.

Inter – Genoa (ore 20.45, Dazn e Sky)

L’ultima sfida della 27esima giornata sarà quella tra Inter e Genoa, con la capolista a caccia di 3 punti per portarsi a + 15 sulla Juve e proseguire la cavalcata trionfale verso lo scudetto. Nessuno ormai, a parte gli scaramantici più incalliti, mette in dubbio l’esito del campionato, ma la squadra non può e non deve perdersi in calcoli di nessun tipo.

I nerazzurri, finché la matematica non metterà il punto esclamativo, vogliono solo continuare a vincere, anche per migliorare una striscia che ha già del clamoroso. Nell’anno solare 2024, infatti, l’Inter ha conquistato undici successi in altrettante partite tra campionato, Champions League e Supercoppa, segnando la bellezza di 30 gol e subendone appena 4. Numeri da urlo, che al momento non garantiscono però nessun titolo: ecco perché Inzaghi non vuole rallentare nemmeno per un attimo, a maggior ragione ora che testa e gambe stanno volando all’unisono. Viene da chiedersi cosa possa fare il Genoa di fronte a cotanto strapotere, poi però ci si ricorda che sono stati proprio i rossoblu gli ultimi a fermare la capolista (1-1 il 29 dicembre), peraltro in una partita decisamente equilibrata. A San Siro dovrebbe andare in scena un film diverso, a patto che i nerazzurri mantengano il livello (altissimo) degli ultimi due mesi, senza farsi distrarre dalla pioggia di elogi caduta dall’esterno.

Inzaghi: “Ci aspettano partite difficili, dobbiamo fare attenzione”

“Ora dobbiamo continuare così, abbiamo fatto questi due mesi nel migliore dei modi, ma sappiamo che ci aspetta una partita molto difficile e ne arriveranno altre – ha glissato Inzaghi -. Dobbiamo continuare a lavorare con corsa, aggressività e determinazione, senz’altro sarà una gara dura, difficile. Il Genoa è un’ottima squadra, ha 33 punti e sta facendo un ottimo campionato, nelle ultime 12 gare penso abbia perso solo con l’Atalanta nei minuti finali. È una squadra in forma che dovremo affrontare con tanta attenzione, ci saranno dei cambiamenti nelle rotazioni, ma ho la fortuna di avere i ragazzi a disposizione”.

Inter – Genoa, le formazioni: Thuram in panchina, tocca a Sanchez

Squadra che vince non si cambia, o comunque lo si fa con moderazione. Inzaghi, al netto della squalifica di Bastoni e della volontà di non affrettare i tempi su Thuram, Acerbi e Frattesi (tutti a disposizione, ma solo per la panchina), non snaturerà il 3-5-2 tipo, anche se qualche cambio rispetto alla partita con l’Atalanta ci sarà. In difesa, a protezione della porta di Sommer, spazio a Pavard, De Vrij e Carlos Augusto, con Dumfries, Barella, Asllani, Mkhitaryan e Dimarco a centrocampo, Lautaro e Sanchez in attacco. Stesso sistema di gioco anche per il Genoa di Gilardino, che tenterà l’impresa con Martinez tra i pali, De Winter, Bani e Vasquez nel reparto arretrato, Sabelli, Messias, Badelj, Frendrup e Martin in mediana, Retegui e Gudmundsson coppia offensiva.

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