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Il Milan vince il derby e riapre la corsa allo scudetto: rimpianti Inter. Roma e Lazio a due velocità

L’Inter domina il derby della Madonnina per 70 minuti ma poi una doppietta di Giroud ribalta il risultato e sconvolge la classifica – La Roma furiosa per un gol di Zaniolo annullato al 91° – La Lazio espugna Firenze

Il Milan vince il derby e riapre la corsa allo scudetto: rimpianti Inter. Roma e Lazio a due velocità

Il Milan riapre il campionato. La vittoria nel derby gli permette di portarsi a meno 1 in classifica proprio dall’Inter e se è vero che i nerazzurri hanno ancora una partita da recuperare, lo è anche che sabato prossimo se la dovranno vedere con il Napoli di Spalletti, l’altro grande vincitore di giornata. La lotta scudetto dunque torna ad accendersi, proprio nel match in cui sembrava essersi definitivamente chiusa. Per gran parte della sfida, infatti, l’Inter di Inzaghi ha dominato e ha avuto la sola colpa di non trovare il secondo gol. Sarebbe stato il punto esclamativo sul derby e, probabilmente, sul campionato; invece, il Milan è rimasto aggrappato fino a quando, come succede a volte nel calcio, ha trovato l’episodio che ha cambiato tutto. “Sono troppo felice, ho una squadra che non molla mai, dei ragazzi che vogliono andare oltre i propri limiti – ha esultato Pioli -. Questa è una vittoria che ci deve dare convinzione, sapendo comunque che abbiamo gli stessi punti della passata stagione e che quindi c’è ancora tanto da fare”.

“Ho visto un derby dominato in lungo e largo, col solo difetto di non aver segnato il secondo gol: perdere così fa male, è una lezione dura e brucia – ha ribattuto Inzaghi -. I miei giocatori si sono innervositi sull’1-1 perché c’era un fallo evidente su Sanchez, ma lì noi dovevamo essere sul 2 o 3-0. Se la giochi 10 volte, una partita così la perdi una sola…”.

La copertina della serata se la prende dunque Giroud, che da ieri scrive ufficialmente il suo nome nella storia del Milan. Fino a questo derby, infatti, il numero 9 rossonero non era mai riuscito a incidere sulla stagione, limitandosi a qualche gol sporadico senza però spostare nessun equilibrio. Lo ha fatto ieri, proprio nella partita più importante, trasformando così i rimpianti per l’assenza di Ibrahimovic in un mucchio di abbracci, veri (da Pioli e compagni) e virtuali (da tutti i tifosi).

La partita del Milan, di fatto, l’hanno girata lui e Diaz, l’altro grande fattore di questa vittoria: il suo ingresso in campo al posto di uno spento Kessié, infatti, ha dato coraggio alla squadra, sin lì in balia di un’Inter decisamente superiore. Se il primo tempo si è concluso solo 1-0 (gol di Perisic al 38’) lo si deve soprattutto a Maignan, bravissimo in diverse occasioni, oppure, a seconda dei punti di vista, all’imprecisione dei nerazzurri, davvero famelici nel divorare numerose palle gol. Neanche loro però pensavano che il derby potesse cambiare clamorosamente colore, ma nell’ultimo quarto d’ora è salito in cattedra Giroud, che prima ha trovato l’1-1 con un tocco di rapina (75’, azione nata da un contatto con Sanchez giudicato regolare dall’arbitro), poi si è inventato l’1-2 con una giocata da grande attaccante che ha freddato De Vrij e, soprattutto, un Handanovic non esente da colpe (78’).

Nel finale, concitatissimo come ogni derby che si rispetti (espulso Hernandez in pieno recupero), non ci sono state occasioni particolari e il risultato è rimasto così, con il Milan che si prende 3 punti fondamentali, sia per la classifica che per il morale.

Lo stesso, seppur con le dovute proporzioni, si può dire anche della Lazio, che sbanca Firenze con un clamoroso 0-3. Il match del Franchi si presentava come equilibratissimo, invece i biancocelesti se lo sono conquistato senza se e senza ma, annichilendo una Fiorentina evidentemente scossa dall’addio di Vlahovic. Cabral e Piatek faranno i loro gol, su questo ci sono pochi dubbi, da qui a dire che l’assenza non lascerà strascichi però ce ne passa, come del resto si è visto ieri sera. Decisivi i gol nella ripresa di Milinkovic-Savic (52’), Immobile (70’) e l’autorete di Biraghi (81’), a certificare il maggior stato di salute, fisico e mentale, della squadra di Sarri, a cui la contestazione dei tifosi verso Lotito non sembra aver fatto nessun effetto, anzi. “Il mercato ormai è chiuso, abbiamo questi ragazzi e ho la sensazione che siano in grande crescita – il commento soddisfatto del tecnico biancoceleste -. Mi sto divertendo durante la settimana, ora ricomincerà un bel tour de force e sarà più difficile, però le sensazioni restano positive”.

Sabato di rabbia e polemiche invece sull’altra sponda della Capitale, ovvero quella giallorossa. La Roma, infatti, non è riuscita ad andar oltre allo 0-0 contro il Genoa, ma a far esplodere la rabbia di Mourinho è stato il finale di partita, caratterizzato dal gol annullato a Zaniolo per un fallo di Abraham su Vasquez e dalla successiva espulsione dell’attaccante per proteste.

Decisione che farà discutere, su questo non c’è dubbio, ma che tutto sommato, nel calcio all’epoca del Var, ci può stare: guai però a dirlo allo Special One, protagonista di un duro sfogo (l’ennesimo della stagione) nel post-partita. “Non voglio commentare, posso parlare della partita ma non del gol né del rosso a Zaniolo – le sue parole in conferenza stampa – Se quelle sono le indicazioni che gli arbitri hanno allora dobbiamo cambiare nome a questo sport, non è più calcio. Se l’arbitro ha sbagliato e doveva valutare il gol, lui sarà il primo a essere non contento e per noi è un dejà vu.

Nell’arco della stagione è successo tante volte, “la Roma agli occhi del potere è piccolina”. Concetti molto forti, che però non bastano a spiegare il settimo posto in classifica dei giallorossi, a quattro punti dall’Atalanta quarta ma con due partite in più: la zona Champions è ormai una chimera e, di questo passo, rischia di diventare tale anche il processo di crescita della squadra di Mou. 

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