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Il Milan va in fuga, il Napoli stende la Roma, la Lazio fa flop

Il Milan stende anche la Fiorentina e allunga a +5 il suo vantaggio sulle inseguitrici – Sotto il segno di Maradona si rialza il Napoli, che demolisce la Roma (4-0) – Imprevisto scivolone interno della Lazio contro l’Udinese (1-3)

Il Milan va in fuga, il Napoli stende la Roma, la Lazio fa flop

Il Milan va in fuga. Nel weekend di campionato il Diavolo guadagna punti su Sassuolo, Juventus, Roma, Lazio e Atalanta, scavando un piccolo solco tra sé e le inseguitrici. Le uniche a non perdere terreno sono state Inter e Napoli, quest’ultimo autore della vittoria più netta della domenica contro una Roma letteralmente annichilita, mentre tutte le altre, Lazio compresa, hanno fallito miseramente. I rossoneri erano chiamati a vincere sia per difendere il primato in classifica che per mostrare di non essere Ibra-dipendenti, o almeno non del tutto.

Missione compiuta, perché il 2-0 sulla Fiorentina li porta a quota 23 punti, 5 in più di Inter e Sassuolo, 6 di Juventus, Napoli e Roma, addirittura 9 di Lazio e Atalanta, ma soprattutto conferma che questo Milan non è solo un uomo, bensì una squadra a tutti gli effetti. I numeri sono importanti: si tratta infatti della miglior partenza nell’era dei 3 punti in casa rossonera, avendo superato il record detenuto da Ancelotti (2005/06) e Allegri (2010/11), entrambi a quota 22, inoltre assumono ancor più valore perché ottenuti senza lo svedese, sin qui grande trascinatore della squadra.

A differenza della Juve però, che quando manca Ronaldo fatica a vincere, il Milan ha sopperito bene all’assenza, raccogliendo il terzo successo in altrettante partite senza di lui. Questa volta, a firmare il tabellino, sono stati Romagnoli (17’, colpo di testa sugli sviluppi di un corner) e Kessié su rigore (28’), prima che l’ivoriano si facesse parare, ancora dagli undici metri, il possibile 3-0. Problemi dal dischetto a parte (con quello di ieri sono già 4 quelli sbagliati in campionato, più uno in Europa League), la squadra di Pioli si conferma in grande salute sotto tutti i punti di vista, compreso quello difensivo, alla luce della porta inviolata e delle poche occasioni concesse ai viola. Insomma, è ancora presto per parlare di scudetto ma continuando così, evidentemente, il Milan non potrà più nascondersi.

“È un altro piccolo tassello da mettere al grande puzzle iniziato a inizio anno – ha spiegato Bonera – Sapevamo che avremmo trovato difficoltà, ma abbiamo reagito da grande squadra quale siamo: questo è un gruppo vero, sano, con dei valori. Manca ancora tanto, ma siamo consapevoli che facendo così possiamo stare in alto. Non dobbiamo mollare e mantenere sempre lo stesso atteggiamento”.

Concetto a cui si era aggrappato a più riprese anche Gattuso, proprio dopo la sconfitta contro il Milan. Ebbene, il suo Napoli ha risposto alla grande, forse trascinato da quel Diego Armando Maradona presente per 90’ sul maxischermo dello stadio che, a breve, porterà proprio il suo nome. Il 4-0 sulla Roma però non può essere attribuito solo all’emotività del lutto, per quanto forte sia stata: in campo si è rivista la squadra grintosa e qualitativamente importante delle prime partite, quando gli azzurri, non a caso, erano stati inseriti tra i pretendenti al titolo.

Con il successo di ieri tornano a dire la loro, intanto perché la classifica li vede dentro il gruppone, ma soprattutto per aver mostrato carattere e tecnica; per la Roma invece si tratta di un netto passo indietro, anzitutto dal punto di vista mentale. Sin dall’inizio si è avuta la sensazione che il Napoli fosse più in partita e quando Insigne, nella stessa porta in cui Diego segnò una meravigliosa punizione a Tacconi, ha infilato Mirante (31’), questa è diventata certezza. Da lì in poi gli azzurri hanno fatto quello che hanno voluto, dilagando nel secondo tempo con Fabian Ruiz (64’), Mertens (81’) e Politano (86’), abbattendo la Roma sia nel risultato che nell’autostima.

“Dobbiamo giocare con questa voglia, ma non perché abbiamo vinto 4-0, mi piace quando giochiamo col coltello tra i denti – ha esultato Gattuso – Non so quali siano le aspettative degli addetti ai lavori, questa è una squadra che in dodici partite ha fatto nove vittorie, facendo quello che doveva. Sul campo abbiamo fatto 18 punti e se la giustizia farà il suo corso avremo pure una gara da recuperare…”. Il riferimento, per nulla velato, è alla partita con la Juventus, che effettivamente cambierebbe non poco la classifica.

Anche alla Roma manca il punto di Verona, ma ieri Fonseca non ci ha nemmeno pensato: troppo forte la delusione per aver fallito in questo modo l’esame di maturità, quello che poteva proiettarlo davvero verso un campionato di vertice. “Non abbiamo avuto il coraggio di affrontare una squadra come il Napoli, non abbiamo fatto niente per fare risultato – ha ammesso il tecnico portoghese -. Detto questo non bisogna abbattersi eccessivamente, prima della partita non eravamo i migliori del mondo e ora non siamo diventati i peggiori”.

A completare la domenica terribile della Capitale ci ha pensato la Lazio, battuta a sorpresa dall’Udinese. Sconfitta pesante quella dell’Olimpico, un po’ perché i friulani erano quantomai rimaneggiati (assenti, tra infortuni e Covid, ben 7 giocatori più mister Gotti), molto perché era lecito attendersi una prova di maturità da parte dei biancocelesti, evidentemente fallita. Il 3-1 finale premia l’Udinese (gol di Arslan, Pussetto e Forestieri, Immobile dal dischetto per la Lazio) e boccia la squadra di Inzaghi, costretta, ancora una volta, a fare i conti con le fatiche delle tre gare settimanali.

“È stata una brutta sconfitta, siamo stati presuntuosi e poco umili – ha ammesso Inzaghi – Sapevamo che tipo di partita avrebbero fatto i friulani, ma non siamo stati in grado di rispondere nel modo giusto. Siamo tutti responsabili, io per primo, serviva qualcosa di più, per fortuna tra pochi giorni saremo di nuovo in campo”.

In effetti da domani sarà già tempo di coppe (oggi invece è ancora campionato, con Torino-Sampdoria e Genoa-Parma), per una tre giorni europea che vedrà martedì Borussia Moenchengladbach-Inter e Atalanta-Midtjylland, mentre mercoledì toccherà a Juventus-Dinamo Kiev e, appunto, Borussia Dortmund-Lazio.

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