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Il marchio “Città patrimonio europeo” accende la sfida tra i siti italiani: 13 le proposte al Ministero della Cultura

Il marchio istituito dalla Commissione Europea è una vera gara ad eccellere per cultura e storia tra i Paesi europei. L’Italia si candida per il 2023

Il marchio “Città patrimonio europeo” accende la sfida tra i siti italiani: 13 le proposte al Ministero della Cultura

È una sfida nota all’Italia della cultura e delle tradizioni quella del marchio del patrimonio europeo attribuito a siti particolarmente attraenti. Il bollino dell’Ue produce notorietà, maggiore turismo e più affari. Le città europee se lo contendono dal 2006 quando è stato stato lanciato all’interno del programma Europa Creativa.

Le selezioni per l’edizione 2023 sono partite ed entro l’8 febbraio una Commissione del Ministero della Cultura – per quanto riguarda l’Italia – valuterà le migliori proposte di rilevanza europea. Alle spalle scelte politiche ed amministrative con finanziamenti e sponsorizzazioni che danno valore al bene in lizza. Le candidature, fino a un massimo di due, andranno poi alla Commissione europea entro il 1° marzo 2023. A Bruxelles la partita si articolerà tra connotazioni storico-politiche e godibilità del sito. Esempi degli anni passati la casa di Robert Schuman in Francia, l’Acropoli di Atene in Grecia, la città di Shengen in Lussemburgo. I luoghi italiani che pensano di aggiungersi ai quattro già titolati (Casa De Gasperi a Pieve Tesino, Forte Cadine a Trento, Ostia antica, Isola di Ventotene) sono 13.

Il “Marchio del patrimonio europeo” noto anche come “European Heritage Label”, ha cadenza biennale è permanente e viene attribuito a posti che dove storia, vicende politiche, attrattività, si integrano e danno forza ai valori dell’Europa. Dopo la pandemia e con la la ripresa del turismo intereuropeo, attraversata comunque dalla guerra in Ucraina, la sfida si è fatta più forte. Gli Stati concorrono alla selezione come partimonio europeo con grande spirito partecipativo, ma alla fine soltanto uno dei concorrenti potrà essere insignito del riconoscimento. In Italia il turismo nelle città d’arte e nei luoghi storici fattura 1,46 miliardi di euro all’anno, che salgono a 3,78 con l’indotto.

Questi i 13 siti italiani che si sono candidati come patrimonio europeo:

1. Aquileia, terra di dialogo proposto dalla Fondazione Aquileia di Aquileia (Udine);

2. Archivio di Stato di Palermo proposto dalla Soprintendenza archivistica della Sicilia-Archivio di Stato di Palermo;

3. Area archeologica Foro Romano e Palatino proposto dal Parco archeologico del Colosseo;

4. Complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno proposto dalla Direzione Regionale Musei Molise;

5. Galleria del Grano Pasta Museum proposto dalla associazione Galleria del Grano di Gragnano (Napoli);

6. I luoghi dell’Operazione Avalanche proposto Amministrazione Comunale Città di Battipaglia (Salerno);

7. Il patrimonio immateriale arbereshe di Piana degli Albanesi – Hora e Arbëreshëvet proposto dal comune di Piana degli Albanesi (Palermo);

8. Il telescopio di Galileo: una storia europea proposto dal Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze;

9. Museo dei Bozzetti “Pierluigi Gherardi” proposto dal Comune di Pietrasanta (Lucca);

10. Ponte San Leonardo di Termini Imerese proposto dall’ Associazione Rodoarte onlus di Palermo;

11. Roma, Campidoglio, Musei Capitolini – Sala degli Orazi e Curiazi proposto da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali;

12. Sant’Anna di Stazzema proposto dal Parco Nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema (Lucca);

13. Tempio Voltiano proposto dai Musei Civici del Comune di Como

Il marchio come sigillo di qualità e di integrità

Per ognuno è stato depositato un dossier che, oltre allo spirito dell’Europa unita, contiene proposte interculturali, di sostenibilità e di valorizzazione dei territori. L’ultimo sito italiano cui sono state riconosciute queste caratteristiche è Ventotene ad aprile 2021. Sull’isola prese forma il manifesto della futura Europa politica e con la ristrutturazione dell’antico carcere l’interesse per sbarcare sull’isola pontina dall’anno scorso è cresciuto enormemente. D’altronde è nella ragion d’essere del marchio “creare sinergie fra il patrimonio culturale, da un lato, e il settore della creazione e della creatività contemporanea, dall’altro contribuire allo sviluppo economico e sostenibile delle regioni, in particolare attraverso il turismo culturale”. Alla fine il sigillo diventa garanzia di qualità per turisti ed operatori culturali. La certezza che il luogo non ha subito modificazioni o alterazioni che intaccassero l’integrità.

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