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Gare gas: 2i Rete gas gestirà la rete di Napoli ma l’Italia è in ritardo con le nuove concessioni

La Società gestirà la rete di Napoli per 12 anni. A conclusione di un lungo iter e di ricorsi sono stati garantiti investimenti e ristori per 6 Comuni. I ritardi nelle gare

Gare gas: 2i Rete gas gestirà la rete di Napoli ma l’Italia è in ritardo con le nuove concessioni

È 2i Rete gas il nuovo gestore della rete di Napoli. Ma per un contratto andato in porto, molti altri sono in attesa. Le gare vanno a rilento nonostante la vigilanza dell’Arera. Ma vediamo di fare il punto sulla situazione delle concessioni gas in Italia.

Il gas resta ancora la fonte di energia preferita dalla maggioranza delle famiglie italiane. Milioni di utenti, restano allacciati alle reti distributive cittadine per uso cucina, riscaldamento e acqua sanitaria. La maggior parte delle condotte sono, però, in concessione a società e la liberalizzazione del mercato le vuole messe a gara. Ma le gare sinora svolte sono davvero poche, nonostante la vigilanza dell’Arera.

È dunque da segnalare il fatto che 2i Rete Gas è il nuovo gestore della rete di Napoli. Il contratto con il Comune è stato firmato dopo l’aggiudicazione della gara d’ambito e l’annullamento dei ricorsi di Italgas in qualità di precedente gestore. La conclusione della gara di Napoli riapre lo scenario sugli affidamenti delle concessioni mediante procedure pubbliche. Sono previste da un decreto del 2000 ma vanno a rilento. La nuova concessione napoletana dura 12 anni ed ha un valore di 650 milioni di euro.

Napoli, 2i Rete Gas fornirà 380 mila famiglie in 6 Comuni

La gara dell’ambito di Napoli è stata una delle poche gare gas andate a buon fine, riconosce il Comune di Napoli. Non bisogna tralasciare il fatto che i nuovi affidamenti portano soldi ai Comuni. In questo caso, oltre Napoli si tratta di San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata. 2i Rete Gas ha firmato il nuovo contratto di concessione ma ha dovuto attendere la pronuncia del Consiglio di Stato contro l’ultimo il ricorso di Italgas. La società torinese, – che anni fa aveva rilevato la storica Compagnia Napoletanagas – aveva partecipato alla gara ma l’offerta di 2i Rete Gas è risultata migliorativa. La delusione di dipendenti e sindacati per la cessione di uno degli impianti storici della distribuzione gas in Italia è stata lampante. I ricorsi non hanno smosso di una virgola le procedure di aggiudicazione.

2i Rete Gas investirà in progetti di efficienza energetica

A Napoli, dunque, scompare definitivamente il marchio Italgas, già Napoletanagas dal 1862. I sei Comuni riuniti nell’ambito minimo di gestione ( ATEM) hanno una rete di oltre 1.600 km e 380mila utenti attivi. 232 milioni di euro è il valore di rimborso alla Società uscente. L’affidamento a 2i Rete Gas rappresenta, nel mercato della distribuzione del gas il più complesso trasferimento del servizio tra gestori finora affrontato a seguito di gara pubblica.

La nuova società investirà anche 225 milioni di euro negli impianti di distribuzione e circa 16 milioni in progetti di efficientamento e risparmio energetico. In fondo, sono questi gli aspetti salienti della messa a gara di concessioni ultradecennali che hanno garantito alle società profitti ma anche investimenti. Dal punto di vista commerciale, per esempio, nei sei Comuni dell’area napoletana 2i Rete Gas si è impegnata a praticare sconti ai nuovi utenti. Inoltre, ha versato oltre 10 milioni di euro ai Comuni .

La lentezza delle gare gas richiede nuovi interventi

Sulle gare per le concessioni gas che vanno a rilento, l’Italia rispetto alla normativa europea paga lo scotto della competitività e dell’efficienza. I Comuni che spesso sono proprietari di pezzi di impianti (tipologia molto diffusa nel Sud) dalle nuove concessioni ricevono introiti che “che andranno ad accrescere le potenzialità dei servizi comunali”. Infine c’è il capitolo del canone di concessione.

Nella gara dell’ambito di Napoli vale 3,5 milioni di euro per tutti i Comuni e deriva dai principi generali delle gare. Il punto strategico è che le infrastrutture di gas avranno ancora un ruolo soprattutto nella transizione energetica .Si configurano, ormai, come infrastrutture di supporto fino alla capillare diffusione delle fonti rinnovabili. Ed è opinione frequente che gli investimenti su queste reti non debbano fermarsi. Se le gare concluse sono così poche rispetto ai 177 ambiti in cui è stato suddiviso il territorio nazionale forse è giunto il momento di qualche nuovo intervento legislativo che snellisca le procedure e apra alla concorrenza tra società specializzate.

Quelle tubazioni in futuro potranno trasportare idrogeno. Ma I Comuni a loro volta dovrebbero superare oggi incertezze nell’organizzazione delle procedure ed apprezzare i ristori economici conseguenti ai nuovi affidamenti. Per una volta non chiederanno soldi allo Stato.

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