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Il caso Edison giunge a una soluzione, ma bisogna chiarire le posizioni nel fronte italiano

Il rischio più consistente è che emergano frizioni tra i soci di A2A e quelli di Iren. Le questioni ancora aperte riguardano essenzialmente la governance di Delmi, la distribuzione del debito di Edipower (circa un miliardo) e la divisione dei vari asset. Temi che andranno affrontati nei consigli di sorveglianza e di gestione di A2A e nel board di Delmi.

Il caso Edison giunge a  una soluzione, ma bisogna chiarire le posizioni nel fronte italiano

Dopo un anno di intense e faticose trattative, finalmente il caso Edison sembra giunto a una conclusione. In base all’accordo sottoscritto all’alba del 27 dicembre, i francesi di Edf ottengono l’80,7% del capitale di Edison, mentre Edipower finisce al 100% nelle mani degli italiani.

Edf acquisterà, infatti, da Delmi il 50% di Transalpina di Energia (Tde), la Holding che possiede il 61,3% della Edison. L’operazione avviene a 0,84 euro per azione Edison, cifra poco più bassa rispetto alle richieste avanzate inizialmente dagli italiani. Per ottenere il placet definitivo è comunque necessaria l’autorizzazione della Consob. In relazione a Edipower, invece, Delmi rileva il 50% da Edf e il 20% dalla svizzera Alpiq, per 600 e 200 milioni di euro, raggiungendo così il 70%. Il 20% andrà poi ad A2a, mentre il 10% a Iren.

Il rischio è, però, che una volta raggiunta l’intesa con i transalpini, emergano frizioni all’interno del fronte italiano. Sembra infatti che si stia manifestando una consistente insofferenza tra i soci di Iren in relazione alla governance di Delmi, alla distribuzione del debito di Edipower (ammonta a circa un miliardo) e alla divisione dei vari asset. Edipower dispone di strutture idroelettriche estremamente produttive e di centrali a carbone che necessitano invece di interventi assai consistenti per raggiungere un buon grado di competitività. Nodi che andranno affrontati nell’ambito dei consigli di sorveglianza e di gestione di A2a e, successivamente, nel board di Delmi.

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