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Hetica Klassik Fund, il fondo per investire sulle auto d’epoca

Da oggetto di passione a riserva di valore, una trasformazione resa possibile dall’idea originale del gruppo svizzero Hetica Capital, che ha creato il primo fondo al mondo che permette di investire in auto d’epoca

Hetica Klassik Fund, il fondo per investire sulle auto d’epoca

“Abbiamo paragonato le auto d’epoca a quello che sono i lingotti d’oro, i diamanti e le opere d’arte, in quanto decorrelati dall’andamento dei mercati altalenanti che i risparmiatori vivono giornalmente”. Sono le parole di Carlo Calarco, fondatore e CEO di Hetica, forse le migliori che si possano usare per descrivere in maniera semplice e concisa l’intuizione a monte del fondo comune d’investimento “Hetica Klassik Fund”.

Calarco è prima di tutto un appassionato di auto e un romantico al quale il mondo della finanza classica – l’ultimo impiego è stato quello di responsabile di una parte della rete dei consulenti finanziari al Monte dei Paschi – andava un po’ stretto. La svolta è arrivata a dicembre del 2019, quando ha deciso di smettere di cercare opportunità, ma di crearle. Come? Attraverso percorsi di investimento innovativi, non correlati agli indici, alle medie di settore o ad altri benchmark di mercato, facendo quindi nascere, in Svizzera, la Hetica Capital SA.

Grazie ad una paziente ricerca di nicchie di valore inespresso o potenziale, spesso dovuto all’avanzare di una nuova domanda che la maggior parte degli altri operatori non aveva ancora percepito, sono nate dapprima le proposte di investimento legate al comparto turistico-alberghiero, quelle specializzate nel comparto dell’oro e della blockchain, quindi l’idea delle opportunità che riguardano le auto d’epoca.

Si tratta del del primo prodotto regolamentato che punta sulle plusvalenze possibili acquistando, restaurando e vendendo vetture storiche. Il fondo si occupa non solo dell’acquisto e della custodia, ma anche della valorizzazione dei beni attraverso la partecipazione ad eventi dedicati, quali concorsi di eleganza, rievocazioni storiche, eventi didattici e mostre temporanee. Le auto d’epoca – che devono essere conservate in uno stato storicamente corretto e non essere utilizzate come mezzo di trasporto quotidiano – vengono custodite in un caveau in Svizzera, dove un Team di professionisti se ne prende cura in maniera costante. Insomma, siamo di fronte ad un asset dal controvalore tangibile, diversamente da quanto accade per la maggior parte dei fondi.

Ma il vero punto di forza di Hetica Klassik Fund è il comitato tecnico, ovvero chi fa la selezione delle vetture. Hetica può contare sulla consolidata esperienza di un nome che, nell’ambito dei motori e delle competizioni, non ha bisogno di presentazioni: Cesare Fiorio, ex direttore sportivo della Ferrari nonché pluricampione mondiale di motonautica e rally. Non solo, insieme a lui ci sono Mariella Mengozzi, direttrice del Museo Nazionale dell’Automobile, per la storia e la cultura del motorismo, Cristina Lenoci, avvocato amministrativista ed ex vicepresidente del Comitato esecutivo del Salone della Giustizia, per le competenze giuridiche e Giuliano Bensi, Presidente del Club Auto Moto Epoca Toscano e della Commissione Club ASI (Automotoclub Storico Italiano) Torino.

Per quanto riguarda le plusvalenze che ci si può aspettare, c’è da osservare che il valore dell’industria automobilistica da collezione, negli ultimi dieci anni riporta un aumento del 288% (fonte: Knight Frank Luxury Investment). Esattamente come l’oro e l’argento, le auto d’epoca sono in cima alla classifica nella curva di crescita degli oggetti da collezione (monete, francobolli, mobili d’epoca, vino, ecc.) e questo le rende delle vere e proprie opere d’arte in movimento. Posseggono, quindi, le caratteristiche per funzionare effettivamente come riserva di valore, ovvero da beni il cui valore cresce nel tempo in maniera protetta, quindi, sia dall’inflazione che dalla svalutazione del cambio.

Hetica ha inoltre avviato, di recente, un processo di internazionalizzazione per espandere la propria presenza in altri Paesi, inclusa l’Italia, dove è in fase di registrazione una società di gestione del risparmio di cui Hetica detiene una quota di partecipazione.

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