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Hera già al 68% di Acegas: l’offerta non si riapre, scade il 27 febbraio

Superati i due terzi del capitale non ci sarà la riapertura dei termini per aderire all’offerta: l’ultimo giorno utile per aderire all’Opas rimane quindi il 27 febbraio – Hera riconosce per ogni azione Acegas-Aps 4,16 azioni ordinarie più una componente in denaro pari a circa 0,273 euro – E’ ormai vicina la nascita della seconda multiutility italiana.

Hera già al 68% di Acegas: l’offerta non si riapre, scade il 27 febbraio

Hera ha incrementato venerdì scorso la sua partecipazione in Acegas-Aps fino al 68,5%, nell’ambito dell’Opas (offerta pubblica obbligatoria totalitaria di acquisto e scambio) lanciata sull’utility dei comuni di Padova e Trieste. Avendo raggiunto una quota superiore ai due terzi del capitale sociale – spiega la società in una nota -, non ci sarà la riapertura dei termini per aderire all’offerta. L’ultimo giorno utile per aderire all’Opas rimane quindi il 27 febbraio

La società riconosce per ogni azione Acegas-Aps portata in adesione all’Opas 4,16 azioni ordinarie più una componente in denaro pari a circa 0,273 euro. Il documento di offerta è consultabile sui siti internet di Hera (www.gruppohera.it), di AcegasAps (www.gruppo.acegas-aps.it) e del global information agent Sodali S.p.A (www.sodali.com).

Questa ennesima aggregazione arrivata sotto la presidenza di Tomaso Tommasi di Vignano (ex Telecom Italia) farà di Hera la seconda multiutiliy italiana, oltre alla prima per capitalizzazione di Borsa. In particolare, l’azienda è prima in Italia nel trattamento dei rifiuti, seconda sul mercato dell’acqua e terza per vendita di gas ai suoi clienti.

Con il piano quinquennale, aggiornato dopo l’operazione su Acegas-Aps, l’obiettivo è di crescere nei settori di punta. “La parte più consistente dei nostri investimenti riguarderà le reti – sottolinea Tommasi -, a cominciare dalla distribuzione dell’acqua. Nello smaltimento dei rifiuti confermeremo la nostra posizione di leadership, completando il piano dei nuovi impianti di cui abbiamo già realizzato la parte più impegnativa”. 

Il piano prevede di far salire i margini a 990 milioni di euro nel 2016 (contro i 645 del 2011), di cui 25 legati alle possibili sinergie con Acegas-Aps e 54 in arrivo dalle nuove gare sul mercato della distribuzione del gas.

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