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Governo Meloni: oggi la presentazione in Parlamento e in serata il voto di fiducia alla Camera

Alle 11 la Premier sarà alla Camera per il discorso programmatico – Alle 19 il voto di fiducia – Parleranno tutti i leader – Domani il voto al Senato

Governo Meloni: oggi la presentazione in Parlamento e in serata il voto di fiducia alla Camera

È l’ultimo step ufficiale. Dopo il giuramento, il passaggio di consegne e il primo incontro ufficiale con il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, la neo premier dovrà presentarsi alle Camere per chiedere la fiducia. Oggi, alle 11 del mattino, Meloni sarà alla Camera per pronunciare il suo primo discorso programmatico (il voto di fiducia è previsto per le 19). Poi si passerà al Senato. Dalle parole che pronuncerà si capirà quale sarà la strada che il nuovo Governo di centrodestra intende intraprendere sia sul piano internazionale che su quello interno. 


Il discorso di Meloni in Parlamento

L’attenzione di tutti sarà concentrata sulle dichiarazioni relative alla politica estera, dove con ogni probabilità Meloni confermerà la posizione atlantista e di sostegno all’Ucraina dell’Italia nel tentativo di mettersi definitivamente alle spalle le polemiche nate in seguito alle affermazioni di Silvio Berlusconi su Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Ma importanti saranno anche le dichiarazioni della Premier sulla politica interna, soprattutto in materia di bollette, pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza. Il nuovo Governo intende mantenere le dispendiose promesse fatte in campagna elettorale o preferirà prendere tempo in attesa che la congiuntura internazionale migliori?

I numeri in Senato

Altro aspetto interessante sarà poi quello relativo ai numeri in Senato. A Palazzo Madama, prima della formazione dell’Esecutivo, il centrodestra poteva contare su una maggioranza pari a 116 voti su 206. (compresi i senatori a vita). Dal conto però va escluso Ignazio La Russa che, in quanto presidente, non vota. 

Tra i ministri del nuovo Governo ci sono però ben 9 senatori, il che significa che il numero di voti disponibili durante le operazioni di voto sarà ancora più basso: 106 su 206. Lo ‘scarto’ per la maggioranza di centrodestra resta quindi di due voti.

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