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Governo: benzina più cara per riformare la Protezione Civile

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare la riforma della Protezione civile – Niente tassa sugli sms – Se viene dichiarato lo stato d’emergenza, le Regioni potranno “elevare l’imposta regionale sulla benzina di loro competenza sino al massimo di cinque centesimi per litro”.

Governo: benzina più cara per riformare la Protezione Civile

Cellulari salvi, serbatoi un po’ meno. Non ci sarà la nuova tassa da 2 centesimi sugli sms che ieri aveva messo in allarme mezza Italia. Al suo posto, “in caso d’emergenza”, potrebbe arrivare però un nuovo balzello sui carburanti. L’ennesimo rialzo delle accise stavolta non potrà superare i cinque centesimi per litro. Lo ha stabilito oggi il Consiglio dei ministri, che  dopo essersi riunito per oltre cinque ore ha approvato in via preliminare la riforma della Protezione civile. Un intervento che – come sempre – aveva bisogno di una copertura finanziaria da inventare ex novo. 

In queste circostanze, quando lo Stato ha bisogno di far cassa, il rincaro sui carburanti è un grande classico, qualcosa a cui il consumatore ormai si rassegna con maggior facilità. La stangata sui telefonini invece avrebbe avuto un sapore decisamente più inaspettato. D’altra parte, un modo per racimolare fondi andava trovato. 

La riforma di cui si è discusso oggi in Cdm “verrà finalizzata dal Consiglio dei Ministri – si legge in una nota di Palazzo Chigi – dopo l’esame da parte della Conferenza Unificata (comprendente la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, cioè Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, ndr), che si terrà il 19 aprile”.

Stando al nuovo provvedimento, se viene dichiarato lo stato di emergenza, “si provvede al fabbisogno finanziario utilizzando le risorse del fondo nazionale di protezione civile. Qualora sia utilizzato anche il fondo spese impreviste, lo stesso è immediatamente e obbligatoriamente reintegrato con risorse ordinarie e/o con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa sui carburanti, stabilita dal Consiglio dei Ministri in misura non superiore a cinque centesimi per litro”.

Quando dichiarano lo stato d’emergenza, “le Regioni hanno facoltà di elevare l’imposta regionale sulla benzina di loro competenza sino al massimo di cinque centesimi per litro”.

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