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Google e giornali, in Francia i primi accordi

Svolta storica in Francia, dopo che l’Antitrust (recependo una direttiva Ue) ha costretto Big G a riconoscere un compenso agli editori per la pubblicazione delle notizie. Ad oggi hanno trovato l’intesa Le Monde, Courrier international, L’Obs, Le Figaro, Libération e L’Express, ma non si sa a quali condizioni.

Google e giornali, in Francia i primi accordi

Ancora nessun accordo quadro, ma intanto la svolta con i primi accordi con le singole testate. E’ la Francia il primo Paese che, recependo una direttiva europea sul diritto d’autore datata ormai primavera 2019, il primo Paese in cui Google riconoscerà ai gruppi editoriali un compenso per pubblicare le notizie sulle proprie piattaforme: sia quelle dei motori di ricerca di Google e Google News, sia quella del nuovo servizio Showcase, lanciato ad ottobre in Brasile e Germania ma che si estenderà in tutto il mondo con la promessa di riconoscere complessivamente un miliardo di dollari ai giornali. Intanto a fare da apripista è la Francia (che sarà seguita dall’Australia mentre pure l’Italia ha avviato la pratica), anche se ancora non è dato sapere i numeri dell’accordo: il sospetto, visto che alcuni editori parlano di “compromesso”, è che sia una cifra al ribasso.

A firmare la pax con il gigante americano sono stati finora, con accordi di tre mesi, Le Monde, Courrier international, L’Obs, Le Figaro, Libération e L’Express. “L’obiettivo – ha scritto la stessa Google sul proprio blog – è quello di allargare l’intesa ad altri player della stampa nazionale e regionale, oltre che dei settimanali. Siamo in trattativa con numerose testate”. Oltre alla buona notizia, rimane però l’impressione delle necessità di un accordo di settore, anche per tutelare le realtà più piccole, che avrebbero pochissimo potere in una trattativa. Ecco perché l’Alliance de la presse d’information générale (APIG, che rappresenta circa 200 testate) sta portando avanti il negoziato, che conta di chiudere entro il 2020. Anche lì, non si sa ancora quanto verserà Google e come verranno distribuite le risorse, che vanno divise tra tante realtà.

L’APIG chiede 150 milioni di euro l’anno, una cifra di per sé ragionevole e che secondo i calcoli degli editori rappresenta solo la metà dei mancati introiti pubblicitari dovuti alla “cannibalizzazione” di Google. Però se si pensa che il big tech ha stanziato 1 miliardo per tutto il mondo (una cifra alta e rotonda ma piccolissima se distribuita su tutte le realtà del pianeta), allora la proporzione vacilla. In ogni caso, Google è costretta a trovare un accordo, dopo che gli editori hanno ricorso all’Antitrust francese per sollecitare il motore di ricerca più famoso al mondo ad adeguarsi alle regole. Intanto i francesi vanno avanti: oltre alle testate citate e all’Alliance, è in trattativa anche l’AFP – Agence France Presse, l’Ansa transalpina, mentre molti editori stanno già pensando di non limitarsi a Google ma di bussare alla porta degli altri aggregatori di notizie. Facebook e Twitter sono avvisate.

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