Condividi

Golf: McIlroy, Mickelson, Rose e Westwood in nord Carolina per il Fargo Championship

Poker d’assi a Charlotte, per il Fargo Championship, in Nord Carolina dove, da oggi a domenica, scendono in campo, fra gli altri, quattro grandi campioni: Rory McIlroy, Phil Mickelson, Justin Rose e Lee Westwood. Grandi notizie intanto dal “business golf”: Donald Trump compra Turnberry, in Scozia, da Leisurecorp, controllata di Dubai World.

Golf: McIlroy, Mickelson, Rose e Westwood in nord Carolina per il Fargo Championship

Poker d’assi a Charlotte, per il Fargo Championship, in Nord Carolina dove, da oggi a domenica, scendono in campo, fra gli altri, quattro grandi campioni: Rory McIlroy, Phil Mickelson, Justin Rose e Lee Westwood.

McIlory e Mickelson non giocano dal Masters e questa è un’ottima occasione per vederli all’opera in un contesto meno complicato, dove potranno esibire il loro gioco potente e fantasioso. Westwood, ex numero uno del mondo, dopo due anni di digiuno, ha vinto un torneo poche settimane fa in Malesia e arriva quindi in piena forma, mentre Rose, campione Us Open 2013, è reduce da un ottavo posto allo Zurich Classic della settimana scorsa, dove ha prevalso il sudcoreano Seung-Yul Noh, 22 anni, alla sua prima vittoria sul Pga Tour.

Oltre ai fantastici quattro, l’insieme del field, 156 giocatori in totale, è di ottimo livello e comprende tredici dei primi 30 giocatori della classifica Fedex, compreso il numero uno Jimmy Walker; 21 dei primi 50 giocatori del mondo e ancora 21 vincitori di major, fra cui Ernie Els, Angel Cabrera, Darren Carke. Difende il titolo Derek Ernts, 23 anni, numero 177 del mondo, titolare di quest’unica vittoria sul Pga tour. Il percorso è un par 72, di 6700 metri, in palio ci sono 6,9 milioni di dollari, 1,2 milioni per il primo e 500 punti per la FedExCup. 

Nessuno dei partecipanti, anche vincendo, potrà strappare però il posto di numero uno del mondo a Tiger Woods il quale, senza muovere un dito, accumula la sua settimana 681 da re indiscusso del World Ranking. Riposano infatti gli unici che possono centrare in un colpo solo l’obiettivo di detronizzare la tigre: il numero due Adam Scott e il numero tre Henirk Stenson, in attesa di tentare nuovamente l’assalto alla classifica mondiale la settimana prossima a The Players Championship, il “quinto major”, vinto da Woods nel 2013. Tiger ovviamente non ci sarà, ma la sua convalescenza sta andando bene, al punto che si spera di rivederlo ai tee di partenza in luglio, per il terzo appuntamento del Grande Slam, l’Open Championship.

L’European Tour questa settimana è a Singapore, per The Championship at Laguna National. In campo anche gli italiani Edoardo Molinari e Andrea Del Podio.

Grandi notizie intanto sul fronte della gestione e proprietà dei campi da golf. Donald Trump, lunedì notte, ha messo a segno un altro acquisto milionario portando a quota 17 le sue proprietà in questo settore. Questa volta si tratta di uno dei templi del golf: nientemeno che Turnberry, in Scozia, una leggenda affacciata sul mare, datata 1901, con tre percorsi, uno dei quali, Alisa, teatro di ben quattro Open Championship, l’ultimo nel 2009.

La cifra che ha convinto i suoi interlocutori, la società Leisurecorp, controllata di Dubai World, è ragguardevole: 35,7 milioni di sterline (scrive il Telegraph, che ha scoperto l’accordo) per un complesso che oltre ai tre campi, comprende un albergo a 5 stelle, una scuola di golf, lodge e cottage; ma 40 milioni di sterline sarebbero già pronte per una “rinfrescata” al luogo, in accordo con The R & A.

Trump non oserà infatti cambiare le dune di uno dei links più famosi del mondo, senza essere debitamente autorizzato e nutre qualche dubbio anche sul fatto di aggiungere il suo cognome al nome del complesso. Un gesto che sarebbe apprezzato dai vertici britannici del golf, anche per non dover cambiare in futuro l’iscrizione sulla Claret Jug.

Il British tornerà infatti a Turnberry entro otto anni e Trump avrà così il suo major, ma, si spera, eviterà di piazzare il suo elicottero in mezzo al campo e le sue iniziali in ogni dove. La fiducia del miliardario nel golf comunque fa bene a questo sport, che non sta vivendo la sua stagione migliore. Il fatto che l’immobiliarista scommetta sul golf e sul suo futuro porta fiducia, denaro e bellezza, anche alla luce della sontuosa ristrutturazione da 250 milioni di dollari del Doral, nel cuore di Miami, un altro luogo mitico che fino a pochi anni fa sembrava avviato verso un inarrestabile declino. 

Commenta