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Golden Globes: trionfo di Bohemian Rhapsody e Lady Gaga

La 76ma edizione dei Golden Globes assegna tre Globi d’Oro a “Green Book”, due a “Bohemian Rhapsody” e due a “Roma”, uno solo a “A Star is Born”. L’attore inglese Rami Malek premiato per il suo Mercury, Glenn Close soffia il premio a Lady Gaga.

Golden Globes: trionfo di Bohemian Rhapsody e Lady Gaga

E’ Bohemian Rhapsody,  il film che racconta la storia di Freddy Mercury e dei Queens, ad avere trionfato ai Golden Globes 2019. La settantaseiesima edizione del premio istituito dalla Hollywood Foreign Press Association, che raggruppa i giornalisti stranieri a Hollywood, ha inaugurato la stagione dei premi che culmina con l’assegnazione degli Oscar.

Green book è la miglior “comedy o musical”, mentre il racconto della vita di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody è il miglior film drammatico. Rami Malek, l’attore inglese che interpreta Mercury,  è stato definito il migliore attore protagonista, mentre il miglior non protagonista è Mahershala Ali per Green Book, film che vince anche per la migliore sceneggiatura. L’acclamato Roma di Alfonso Cuaron è il miglior film straniero e Cuaron il miglior regista.

Delusione per A star is born, candidato a 5 premi ma che si deve compiacere di quello alla migliore canzone, Shallow di Lady Gaga, che perde il premio alla migliore attrice drammatica, andato a Glenn Close, per The Wife.

Anche Vice, ottiene poco: migliore attore protagonista Christian Bale nei panni di Dick Cheney. Olivia Colman vince il premio per la migliore attrice brillante per il film in costume La Favorita. Dal lato della televisione invece, il primo vincitore assoluto della serata è stato Michael Douglas per la serie the Kominsky Method che ha vinto anche il Globo per la migliore serie. The Americans (sullo spionaggio sovietico in USA durante la Guerra Fredda), ha vinto il premio alla migliore serie drammatica.

Nei discorsi del Golden Globes domina il tema dell’inclusione razziale:

L’anno scorso il punto focale dei Golden Globes furono i diritti delle donne e i movimenti Metoo e TimesUp, quest’anno invece, è stata l’inclusione razziale e la diversità il tema sociale più sentito. Il tema è stato trattato ad iniziare dai discorsi di Andy Samberg e Sandra Oh, presentatori della serata. La diversità ha trionfato quando i premi sono andati a Sandra Oh per la serie tv Killing Eve, a Mahershala Ali (migliore non protagonista di Green Book) e a Regina King premiata per Se la strada potesse parlare. Il discorso della King, è stato uno dei pochi a contenuto politico della serata: ha promesso che nei prossimi due anni produrrà solo progetti con il 50% delle donne impiegate in cast e crew.

Un altro discorso importante è arrivato da Peter Farrelly (regista di The Green Book), che ha parlato del tema raccontando nel film la storia di un musicista nero che non poteva esprimere la sua musica per via del colore della sua pelle e di un italo-americano la cui integrazione negli Stati Uniti degli anni Sessanta non è stata tanto più facile.  “Temi ancora oggi presenti nella nostra società – ha detto il regista -, ecco perché certe storie sono ancora così importanti”.

Il discorso più sorprendente è arrivato da Christian Bale, che accettando il Globo per il migliore attore protagonista del film comedy Vice, ha ringraziato niente meno che il diavolo: “Grazie Satana per avermi dato l’ispirazione per interpretare questo ruolo”. L’attore con la sua consueta abilità (e anche grazie a una dieta ipercalorica che gli ha fatto prendere 30 chili) si è trasformato sia fisicamente sia psicologicamente, nella figura di Dick Cheney, potente vice-presidente durante l’amministrazione di George W. Bush.

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