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Giustizia, accordo fatto in Cdm sulla riforma Cartabia

Dopo una giornata nervosissima, Draghi è riuscito a convincere i partner di governo a raggiungere un accordo sulle modifiche da apportare alla riforma Cartabia, che andrà subito all’esame della Camera – Esclusa la prescrizione per i delitti di mafia e terrorismo ma anche per quelli sessuali e di droga – Renzi esulta: “Il giustizialismo di Bonafede non c’è più”

Giustizia, accordo fatto in Cdm sulla riforma Cartabia

Alla fine, dopo una giornata ad alta tension che ha sfiorato la crisi di Governo, l’accordo sulla riforma della giustizia c’è. Ha vinto ancora una volta la saggezza del premier Mario Draghi che è riuscito a mettere tutti d’accordo sulle modifiche da apportare alla riforma Cartabia che sarà sottoposta da domenica primo agosto all’esame della Camera.

Le principali modifiche al testo originario, che sono state approvate all’unanimità dal Consiglio dei ministri, prevedono l’imprescrittibilità dei reati di terrorismo e di mafia, ma anche dei reati sessuali e di droga, i cui processi eviteranno cosi il rischio di finire in fumo. D’altra parte la riforma implica una serie di interventi sulla macchina della giustizia che permetteranno di sveltire i processi e di venire così incontro alle attese di rapida giustizia dei cittadini. Ma la novità principale è che per i primi tre anni si allunga la prescrizione sia in Appello che in Cassazione e che per i processi di mafia, spaccio, stupro e terrorismo saranno possibili ulteriori proroghe.

Sulle soglie della rottura, il premio Draghi è stato tanto tassativo quanto determinante: “Oltre questo limite non possiamo andare”. E Giorgetti per la Lega e Di Maio per i Cinque Stelle gli hanno dato una mano a far passare l’accordo in Consiglio dei ministri che porta con sè il ritiro della pioggia di emendamenti che erano stati presentati in Parlamento anche dalle forze di maggioranza e che domenica alle 14 saranno chiamate ad approvare la riforma alla Camera.

La riforma della giustizia è una condizione tassativa della Commissione europea per poter erogare all’Italia i fondi del Next Generation Eu e dunque il suo valore politico è grandissimo.

A parole sono tutti soddisfatti: i Cinque Stelle che rivendicano i miglioramenti apportati alla riforma ma anche la Lega e Forza Italia che si vantano di aver arginato il pressing pentastellato. Soddisfatto anche il Pd di Letta che plaude alla mediazione di Draghi. Esulta Matteo Renzi di Italia Viva che esclama: “Il giustizialismo di Bonafede è finito”.

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