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Giro: impresa di Ulissi, Dumoulin in rosa

Il leader della Lampre-Merida vince in solitaria la tappa di Praia a Mare resistendo all’inseguimento di Nibali e Valverde – Roche salva Landa in difficoltà mentre Kittel crolla sulle prima rampe – Oggi tappa per sprinter con arrivo a Benevento

Giro: impresa di Ulissi, Dumoulin in rosa

Impegnato com’era, testa fissa sul manubrio, a mulinare le gambe, di certo non s’è goduto lo stupendo panorama dell’isola di Dino che domina il litorale di Praia a Mare, ma Diego Ulissi nella cittadina calabrese ha realizzato la più bella impresa della sua carriera. Scattato sulle rampe della via del Fortino, brevi ma secche con pendenze fino al 18%, il corridore livornese della Lampre-Merida è stato capace di resistere negli ultimi dieci km all’impetuoso inseguimento del drappello dei migliori. Uno spettacolare assolo concluso sul traguardo, a braccia alzate sul casco, con 5” di vantaggio su Tom Dumoulin e Steven Kruijswij che a loro volta precedevano di un secondo un gruppo di una ventina di corridori comprendente NIbali, Valverde e Landa.

Per Ulissi è la quinta vittoria al Giro, la prima in solitaria e da consumato finisseur, ma soprattutto è l’atto della definitiva rinascita, dopo i sofferti mesi della squalifica per la vicenda del salbutamolo, del ciclista italiano più adatto per le grandi classiche. Ulissi, che ha vinto anche una Milano-Torino e un Giro dell’Emila. È al suo quinto Giro e solo in una edizione, quella del 2012, non ha vinto almeno una tappa. Nel 2014 ha addirittura fatto un tris prima di ritirarsi.

Detto dell’exploit di Ulissi, la prima tappa italiana del Giro, con il battesimo di Praia di Mare come sede di arrivo , ha riportato in rosa Tom Dumoulin, un cliente scomodo per tutti se dovesse tenere anche sulle grandi montagne. Marcel Kittel si è arreso appena la strada si è inerpicata all’interno, lasciando a tratti il piatto litorale calabrese. Nelle volate olandesi il biondo marcantonio tedesco aveva le sembianze di un semidio piombato nel Giro a fulminare gli umani. Sulle prime ascese nemmeno proibitive affrontate dalla corsa era tornato un mortale che soffre, come tutti i grandi velocisti, le pendenze.

Così, dopo un pallido ma orgoglioso tentativo a resistere, si rassegnava alla sconfitta risparmiando energie per arrivi dove potrà di nuovo imporre il suo formidabile sprint. Kittel, sempre accompagnato dal fido Sabatini, quello che gli tira al meglio le volate, arrivava al traguardo con oltre 8 minuti di ritardo quando già Dumoulin era pronto sul palco a indossare di nuovo la maglia rosa. Gli resta la maglia rossa della classifica a punti che non sarà facile a sfilargli, se riuscirà a concludere il Giro.

Tra gli uomini di classifica la tappa di Praia, se ha messo in mostra un Nibali e un Valverde sempre nel vivo della corsa, attenti a governarla come conferma l’ordine d’arrivo con lo spagnolo della Movistar al quarto posto e il campione d’Italia al sesto, non altrettanto si può dire Mikel Landa. Il leader del Team Sky è arrivato nel gruppo dei migliori, ma sulla salita del Fortino è apparso in grosso impaccio. Per sua fortuna ha trovato in Nicholas Roche un generoso compagno che l’ha aiutato a riagganciare Nibali e compagni nel finale.

Oggi il Giro risale verso Nord puntando su Benevento, per la settima volta sede di arrivo della corsa rosa: la prima fu nel 1925 con la vittoria di Costante Girardengo, l’ultima nel 2009 con il successo di Michele Scarponi. Frazione lunga con i suoi 233 km ma senza grosse difficoltà, ideale sulla carta per i velocisti, ieri andati tutti fuori dei giochi sui saliscendi calabresi. E’ ovvio che Kittel torni subito a essere il più gettonato Kittel seguito dalle altre ruote veloci del Giro come Greipel, Démare, Modolo, Viviani e Nizzolo.

A livello di bandiere, intanto continua la sfiga per i francesi che dopo aver perso nell’ultima tappa olandese Jean-Cristophe Péraud, hanno visto ieri l’abbandono del Giro anche di Alexandre Geniez. Le speranze di un successo di tappa sono tutte appese ad Arnaud Dèmare ma anche il velocista della Fdj ha i suoi impicci sotto forma di una fastidiosa inchiesta aperta sulla sua vittoria nella Milano-Sanremo: avrebbe utilizzato il traino di una moto per rientrare in gruppo dopo la caduta sulla Cipressa. Per una cosa simile Nibali fu squalificato nell’ultima Vuelta. A inchiodare Nibali fu un video visto da tutti. Per Demare l’accusa si baserebbe solo su testimonianze di alcuni corridori.

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