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GIOVANI INNOVATIVI – Marco Bernabè: “Il mio business è lo yoga”

Marco Bernabè, figlio dell’ex presidente di Telecom, sta per aprire nel cuore di Roma un centro-pilota di yoga molto innovativo ma a prezzi sostenibili e rivolto a gente normale: si chiamerà Ryoga – “In Asia e in America lo yoga è una pratica di massa: spero possa diventarlo anche in Italia. E’ difficile per i giovani fare impresa ma non bisogna arrendersi”

GIOVANI INNOVATIVI – Marco Bernabè: “Il mio business è lo yoga”

“Sto sperimentando di persona quanto sia difficile fare impresa in Italia, ma ai giovani, miei coetanei, vorrei dire di non abbattersi e di insistere nel ricercare soluzioni imprenditoriali innovative, perché prima o poi i loro sforzi saranno ripagati”. Chi parla è Marco Norberto Bernabè, figlio di Franco, fino a qualche giorno fa presidente di Telecom Italia: ha 35 anni, è nato a Parigi, vive attualmente a Roma dove ha conseguito ormai dieci anni fa una laurea in Economia aziendale e, dopo aver vissuto a Barcellona, Vancouver e Londra e dopo un periodo di circa quattro anni ad Hong Kong lavorando come controller finanziario nel conglomerato asiatico Hutchison Whampoa, ha deciso di coniugare la sua passione per lo yoga con la sua vocazione imprenditoriale.  A dicembre inaugurerà a Roma in via Servio Tullio, in uno storico stabile del quartiere proprio davanti al ministero dell’Economia, un innovativo centro yoga, già battezzato RYOGA. Se l’esperimento avrà successo, sarà replicato in altre città italiane ed europee.

Marco Norberto è certamente un ragazzo fortunato ma anche innovativo e coraggioso. E’ fortunato perché è nato in un’ottima famiglia, che gli ha permesso di studiare e di vivere all’estero e che gli ha dato benessere, una solida educazione e valori di qualità. Ma è anche innovativo perché ha capito da tempo che, se c’è una possibilità, di sfondare facendo impresa in Italia, questa c’è solo portando avanti progetti  inediti. Il coraggio è quello di chi, in questi tempi perigliosi, investe fior di quattrini per aprire una società.  “Per la verità – racconta Marco – sono fortunato anche per un’altra ragione: perché ho la possibilità di coltivare due passioni nello stesso tempo. Quella per lo yoga e il benessere sostenibile e quella del business. Sto provando a lanciare in Italia un centro yoga, pionieristico e di massa, sul modello di quelli che ho conosciuto in Canada e a Hong Kong e che da noi non ci sono: ossia un centro yoga multidisciplinare, curato nei minimi dettagli ma alla portata di tutti. Sono convinto che un’idea del genere possa dare soddisfazione ai clienti, che possono sperimentare nel centro di Roma un’offerta adatta a tutte le esigenze e aperta a tutte le ore e a prezzi sostenibili, e anche all’imprenditore che rischia del suo ma mette in campo idee pionieristiche nel nostro Paese”.

Ma dove è venuta a Bernabè junior questa idea di un centro yoga di massa che si fa business?  “Lo yoga l’ho scoperto nel 2005 a Vancouver, dove stavo facendo le applications per un master in management  and business administration, cosa questa ultima che poi ho deciso di tralasciare trasferendomi ad Hong Kong per lavoro. Mi ero infortunato facendo snowboard e qualcuno mi consigliò di fare yoga: fu lì che conobbi un mondo nuovo e che cominciai ad appassionarmi.  Vidi subito che in Canada lo yoga non era un’attività marginale di qualche palestra o di qualche centro benessere ma un’attività molto ben organizzata. Ma fu a Hong Kong, quando lavoravo nella direzione finanza di Hutchison Whampoa, che cominciai a studiare i centri yoga dal punto di vista dell’organizzazione aziendale e del business. Fu lì che scoprì lo yoga come fenomeno di massa e non perché gli asiatici fossero dei fanatici di questa pratica ma perché nei centri yoga c’erano tantissimi occidentali, broker di banche d’affari, mogli di imprenditori americani ed europei ma anche gente semplice. Quando sono tornato in Italia ho cominciato a chiedermi perché lo yoga non fosse diffuso come in Asia o in America e mi  sono convinto che da noi mancava non tanto la domanda quanto l’offerta”.

Per provare a far diventare business lo yoga ci voleva un’offerta innovativa, rivolta alla gente normale che cerca benessere a prezzi accettabili, ma gestita con professionalità. “Nel progettare il centro-pilota di Roma che apriremo nei prossimi giorni abbiamo studiato tutti i dettagli. Ne cito tre: il primo è stata la scelta della location. In Asia avevo notato che i locali preferiti dai centri yoga sono quelli adatti al retail ed è stato di grande soddisfazione constatare che avevo vinto la gara per affittare i due piani dello stabile da quasi 400 mq di via Servio Tullio proprio contro una grande catena di supermercati. Il secondo aspetto innovativo è pensare lo yoga come attività aerobica ma con basso impatto scheletrico muscolare ed effettuato in una sala riscaldata da raggi infrarossi remoti che consentono di pre-riscaldare il corpo, evitando lesioni e favorendo la sudorazione che garantisce lo smaltimento delle tossine, ed è quello che faremo. Il terzo aspetto innovativo è la cura maniacale dei dettagli e soprattutto dei materiali utilizzati: quando i  maestri di yoga che collaboreranno con noi hanno visto i nostri locali tutti rifiniti in pietra, marmo e legno e hanno scoperto che c’erano ben 15 docce in un ambiente “spa-like“ sono rimasti a bocca aperta, perché un centro olistico del genere, interamente dedicato allo yoga, in Italia non c’è nemmeno nelle aree benessere degli alberghi a cinque stelle lusso”.

Ma forse l’aspetto più innovativo del progetto di Marco Norberto è quello per così dire filosofico: “Bisogna  cancellare nell’immaginario collettivo la convinzione che lo yoga sia un’attività misteriosa praticata solo da santoni indiani organizzati in sette impenetrabili: nelle grandi metropoli asiatiche e americane non è così e lo yoga è una pratica di massa, rivolta a chi cerca una forma di benessere sostenibile contro lo stress della vita moderna. Lo yoga non va pensato come un’attività che richiede lunghi e costosi ritiri ma può essere una lieta parentesi di una giornata normale di gente normalissima”.  Senza rischi fisici e a costi sostenibili: da 15-20 euro a lezione  singola fino agli abbonamenti completi full time annuali da circa mille euro, il prezzo di una normalissima palestra in un centro città.

Bernabè junior ha già arruolato nell’iniziativa circa 30 persone che contribuiranno a vario titolo ed è pronto a partire: nel centro RYOGA, oltre agli spazi per le lezioni, ci sono un centro-ristoro con prodotti biologici e un negozio che commercializza accessori per lo yoga (dai classici tappetini alle borse e agli asciugamani). L’investimento personale non è da poco ma gli ostacoli maggiori – come al solito – sono stati di ordine burocratico. “Se tutto andrà bene, speriamo di essere in pareggio in 24 mesi: è una sfida ma tireremo le somme più avanti”. E, se così sarà, la formula si ripeterà. “Stiamo già verificando la possibilità di aprire un centro in Lussemburgo con un partner locale specializzato e già avviato che ha abbracciato la nostra “Corporate Identity RYOGA“.

In poco tempo, da quando ha cominciato a parlare del suo progetto-pilota sulla sua pagina di Facebook, Bernabè jr ha ricevuto più di 3mila domande di gente che chiedeva notizie per poter frequentare RYOGA o per offrirsi come collaboratore. E’ un buon viatico e il segno che talvolta le idee corrono più veloci di quanto non si creda.  Insomma da un Bernabè all’altro. Buona fortuna, Marco.

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