Rivoluzione in corso all’American Society of News Editors, che annuncia un “significativo cambiamento” nella sua “struttura di membership”. Maggior peso viene, infatti, attribuito ai numeri dei media digitali rispetto al passato a discapito della centralità finora della carta stampata.
In pratica, le nuove tariffe di membership vengono ricalcolate sulla base del numero di utenti unici al mese e non più sulla diffusione: 395 dollari per gli editori che hanno più di 10 milioni di utenti unici, 295 dollari tra il milione e i 10 milioni di utenti unici, 195 dollari tra i 500mila e il milione di utenti unici e 95 dollari per chi ha meno di 500mila utenti unici al mese.
“Era un cambiamento atteso da tempo”, ha spiegato a Poynter Mizell Stewart III, presidente Asne e vice president for news operations di Gannett, che edita, tra gli altri, Usa Today. “Ormai il medium digitale è la prima piattaforma di storytelling e la prima fonte di news e informazioni per i lettori”. Ora “La struttura di membership di Asne risponde alla realtà”.
Quello che succede in America sembra anticipare ciò che avverrà nel resto dell’Occidente e anche in Italia, dove i giornali di carta, se di qualità, non scompariranno di certo ma lasceranno sempre più spazio all’informazione online, che a sua volta dovrà fare un salto in avanti sul piano dell’affidabilità e della credibilità, che attualmente sono caratteristiche solo di alcuni siti.