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Giorgio Napolitano operato d’urgenza al cuore

Il Presidente emerito della Repubblica si è sentito male ieri pomeriggio ed è stato operato al cuore nella notte all’ospedale San Camillo di Roma – “Intervento riuscito”, decisive le prossime ore – Domenica in tv aveva parlato dell’attualità della Resistenza e dell’attuale crisi politica

Giorgio Napolitano operato d’urgenza al cuore

Giorgio Napolitano, Presidente emerito della Repubblica e per due volte Capo dello Stato, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito di Roma e poi trasportato al San Camillo, dove un’equipe medica guidata dal professor Francesco Musumeci, allievo dei più celebri cardiochirurghi del mondo, l’ha operato al cuore nella notte.

Il Presidente, che ha quasi 93 anni e che ha presieduto il 24 marzo scorso la prima seduta del Senato della nuova legislatura, si è sentito male ieri pomeriggio accusando un forte dolore al torace con sospetto infarto mentre si trovava in vista alla moglie Clio, ricoverata alla clinica Paideia per i postumi di una caduta.

Dopo un immediato consulto al Santo Spirito, i medici hanno accertato una parziale lacerazione dell’aorta e di conseguenza hanno deciso il trasferimento dell’illustre paziente all’ospedale San Camillo dove nella notte l’ha operato il professor Musumeci. “L’intervento è riuscito, il Presidente mi ha incoraggiato e ha grande tempra” ha commentato il cardiochirurgo alla fine dell’operazione. Ora Napolitano è in terapia intensiva e le prossime ore saranno decisive.

Napolitano, protagonista di prim’ordine di tutta la vita politica del dopoguerra, era apparso domenica in tv, nella trasmissione di Fabio Fabio, dove aveva ricordato l’attualità della Resistenza e parlato della crisi politica. “Le tendenze a minimizzare i rigurgiti di fascismo  – aveva sostenuto con la consueta chiarezza e passione – sono soltanto una manifestazione di ignoranza e irresponsabilità” perché “i diritti, la democrazia e la libertà sono stati conquistati e riconquistati attraverso una storia lunga e drammatica e non ce li ha regalati nessuno ed è necessario che le nuove generazioni non li considerino un’eredità di cui beneficiare senza chiedersi da dove vengono queste libertà” .

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