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Giocattoli, Toys’R Us rischia di fallire. Natale a rischio?

La situazione di crisi è stata confermata da Standard&Poor’s, che ha abbassato il rating da B- a Ccc+, mantenendo l’outlook in territorio negativo. I margini positivi legati alle vendite non riescono ad assicurare il rimborso del debito, e il patrimonio è in negativo a partire dal 2014

Giocattoli, Toys’R Us rischia di fallire. Natale a rischio?

Tempi duri per Toys R Us, società americana fra i leader mondiali della produzione e vendita di giocattoli. L’azienda del New Jersey rischia la bancarotta a causa della presenza di debiti per oltre 5 miliardi di dollari. Non bastano al momento gli oltre 11 miliardi di fatturato consolidato che Toys R Us sviluppa in tutto il mondo. 

La crisi, iniziata dal 2014, è dovuta soprattutto alla crescita del livello di competizione del settore. Grandi rivenditori non specializzati come Walmart e Target hanno iniziato a vendere giocattoli all’interno dei propri centri commerciali e, contemporaneamente, siti online come Amazon.com hanno guadagnato grandi fette di mercato. 

L’azienda gestisce 875 negozi negli Stati Uniti, più di 600 a livello internazionale ed oltre 140 negozi in franchising in trentacinque diversi paesi. Per cercare di risollevare la situazione finanziaria l’azienda era arrivata addirittura a chiudere,nel 2015, il celebre punto vendita di Times Square.

Con l’arrivo delle vacanze di Natale, Toys R Us punta a incrementare il volume delle vendite così da trovare risorse per coprire il debito. Fra le alternative che in questi giorni vengono passate al vaglio, anche la possibilità di ottenere finanziamenti addizionali. 

Nel bilancio 2016 il patrimonio netto è risultato negativo per oltre un miliardo di dollari. Il risultato sembra essere l’effetto complessivo delle perdite che, a partire dal 2014, l’azienda registra annualmente. Proprio il 2014 è stato l’anno peggiore per Toys R Us.

L’ultima trimestrale 2017 ha confermato la criticità della situazione: perdite per 160 milioni su ricavi per 2,2 miliardi. Basti pensare che in un anno il gruppo spende più di 400 milioni di dollari – solamente di interessi – sui cinque miliardi di debiti cumulati nel tempo. 

Non si tratta, dunque, di un problema legato alle vendite. Il colosso dei giocattoli fondato nel 1948 può contare su una forte reputazione e su una offerta di prodotti che soddisfa numerose fasce d’età. Tutto ruota intorno alla situazione debitoria, difficile, ma non impossibile, da risanare. 

 

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