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Gianfranco Pulina apre nella Repubblica Dominicana e sposa cucina sarda e caraibica

Il famoso chef gallurese, ha aperto un ristorante a Las Galeras Village, nella penisola Samanà dove fa cucina fusion ma propone anche la cultura dei piatti della grande tradizione enogastronomica italiana

Gianfranco Pulina apre nella Repubblica Dominicana e sposa cucina sarda e caraibica

Si è meritato l’attenzione anche della rivista americana Travelscore magazine, Gianfranco Pulina, chef quarantenne di Bortigiadas, in Gallura. Venne eletto chef dell’anno 2016. Ora in America ci si vuole trasferire, ma non quella del nord bensì ai Caraibi, in Repubblica Dominicana. Dal 28 settembre di quest’anno gestisce un ristorante a suo nome, a Las Galeras, una località turistica nella provincia di Samanà. Qui si trovano 7 fra le più belle spiagge del mondo, pochi residenti e un turismo in crescita. Soprattutto quello dei matrimoni che si celebrano in spiaggia e di chi ama più la natura ancora selvaggia che gli alberghi all inclusive che si trovano sulle coste a est dell’isola.

“Per me i veri Caraibi sono questi della penisola di Samanà – racconta lo chef gallurese – perché è una zona ancora molto preservata, un borgo di pescatori con tantissimo pesce di qualità. Sono venuto tempo fa per una consulenza e me ne sono innamorato. Ma era un mio sogno da sempre.

Vado in Repubblica Dominicana dal 2012 e ogni volta dicevo di voler fare qualcosa di importante in questo territorio straordinario”.

A Las Galeras Village, del bresciano Sergio Boschetti, 60 anni, una fabbrica di preparati per pasticcerie alle spalle, adesso Gianfranco Pulina porta la sua cucina gallurese con i piatti “fusion”, come il polpo arrosto con Yuca, olio sardo e bottarga di Cabras, ma anche per i classici della tradizione sarda e italiana realizzati con le migliori materie prime, dai malloreddus alla campidanese, agli spaghetti alla carbonara con guanciale e pecorino. Gianfranco è rimasto sorpreso dalla similitudine delle cucine dei due paesi, entrambe dedicate al mare. “Sono riuscito a replicare alcuni nostri piatti con i loro pesci dell’Atlantico e poi hanno molte erbette e frutta in quantità”. Alcune portate del menù sono del tutto sarde, anche se gli ingredienti devono essere per forza locali ma nella cueva ci sono bottiglie di Berchidda e Santadi.

“Si tratta di un progetto parallelo alla mia attività in Sardegna”, conclude lo chef che non lascia completamente il suo Golden Gate a Tempio Pausania che resterà aperto affidato ai suoi familiari. “Porto con me il meglio della Sardegna, la bottarga, i vini, i formaggi, giusto per citarne alcuni. In questo mi aiuterà un mio grande amico che voglio ringraziare, Pietro Vardeu, un sardo che è diventato una vera e propria istituzione del cibo italiano a Miami”.

Forte della lunga esperienza di successo in Sardegna, Gianfranco si sente pronto per il grande salto e misurarsi con un territorio incredibilmente ricco di frutta tropicale, verdure, pesce, carne e grazie alla genialità di Sergio Boschetti, adesso anche formaggi e insaccati prodotti da lui e stagionati in una grotta a temperatura costante, una di quelle di cui è ricca questa terra carsica e che venivano utilizzate dagli indios “tainos” per ripararsi e vivere i propri riti religiosi. Adesso nella “cueva” stagionano formaggi vaccini e salami di carne di maiale, bottiglie di vino di grande qualità italiano, francesi, spagnoli e anche qualche sudamericano e qualche prosciutto importato dall’Italia.

“Farò incontrare le due isole, che per certi versi si assomigliano tantissimo. La clientela sarà americana per circa l’80%, internazionale per il restante 20%. Nel tempo ho scoperto che quando agli americani fai conoscere i nostri prodotti diventano letteralmente matti. Dalla bottarga alla semplice insalatina con i vegetali del posto. Certo, bisogna saperglieli raccontare perché sono molto curiosi e desiderosi di conoscere bene quello che stanno mangiando”.

Purtroppo recentemente, per la prematura e improvvisa scomparsa del suocero, che gestiva il ristorante in Sardegna, Gianfranco è dovuto rientrare a Bortigiadas, nella sua terra ma ha detto che non rinuncerà al suo progetto caraibico. Troverà una soluzione per tornare alle spiagge incontaminate e agli ingredienti che la sua esperienza sa cosi bene valorizzare. Il progetto si interrompe, forse per qualche mese. Intanto la brigata dominicana, composta tutta da giovani cuoche, ha assorbito le fondamenta della sua cucina e ora, inaspettatamente presto, dovranno dimostrare di avere imparato i rudimenti della gastronomia di Pulina, per riproporli nel loro ristorante. Comunque seguiti dall’occhio attento di Sergio Boschetti che oltre che imprenditore è un ottimo gourmet.

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