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Generali, Donnet: “Abbiamo 2,5 miliardi per M&A e non vendiamo Banca Generali”

Il CEO di Generali ha confermato la strategia e i target della compagnia nell’Investor Day e chiarito molti punti importanti – Sui dividendi ha promesso la distribuzione della seconda tranche 2019 “appena il regolatore ce lo consentirà. Ma ci voleva una regola omogenea in Europa, come per le banche: così non abbiamo giocato alla pari”.

Generali, Donnet: “Abbiamo 2,5 miliardi per M&A e non vendiamo Banca Generali”

Un tesoretto da 2,5 da spendere in acquisizioni, “provando a raccogliere le opportunità concesse dal Covid, anche se al momento non c’è nulla sul tavolo”, e nessuna cessione in vista, tantomeno quella di Banca Generali, sulle cui voci il CEO di Generali Philippe Donnet taglia corto: “Siamo azionisti molto felici di Banca Generali, nessuna operazione è sul tavolo con nessuno, compreso Mediobanca”. Generali procede dunque a gonfie vele nel suo piano strategico al 2021, di cui oggi ha comunicato agli investitori l’aggiornamento: pur in un contesto di grande difficoltà, il gruppo triestino sta centrando tutti gli obiettivi e confermando i target. Con qualche ritocco al rialzo, semmai: ad esempio il debito finanziario è stato ridotto a 1,9 miliardi, in anticipo di un anno rispetto al piano, mentre i dividendi, che quest’anno non sono stati distribuiti per volontà del regolatore, sono previsti in crescita per un totale di 4,5-5 miliardi nel triennio 2019-2021, con un pay-out del 55%-65%.

Proprio sulla questione dei dividendi è tornato il CEO Donnet rispondendo alle domande di analisti e giornalisti: “Spero che nel 2021 e nel 2022 i regolatori europei e quelli dei singoli Stati saranno più rilassati sul tema dei dividendi dell’industria assicurativa, credo ci siano varie ragioni per esserlo. Sulla distribuzione di dividendi in Europa i vari assicuratori non giocano alla pari e ciò non è sostenibile nel lungo periodo”, ha aggiunto il manager francese, precisando che invece nel settore bancario la Bce ha garantito parità di trattamento alle banche sul tema delle cedole. Tuttavia, appena sarà consentito Generali verserà anche la seconda tranche a valere sull’esercizio 2019, come hanno già potuto fare alcune concorrenti in altri Paesi: “Lo faremo appena verremo autorizzati, il regolatore ci ha spiegato che la sua richiesta era legata alla situazione macroeconomica e non a quella specifica di Generali, che è estremamente buona”.

Quanto alle operazioni di M&A, pur in uno scenario difficile Donnet ha lanciato un chiaro messaggio: “Abbiamo ancora 2,5 miliardi di euro, da piano, da allocare sulle acquisizioni. Lo scenario descritto due anni fa (quando Generali ha lanciato l’attuale business plan) è ancora valido ma il Covid ha generato nuove opportunità che guarderemo sicuramente. Conta la qualità, non la dimensione: quindi il prezzo e la capacità di integrarsi in Generali. Saremo proattivi, come sempre, su dossier piccoli e medi ma siamo aperti a tutte le opzioni, restando sempre disciplinati in base al nostro piano e opportunistici”. “Dopo Cattolica – ha aggiunto il general manager Frederic de Courtois – guarderemo ad altre opportunità coerenti con il nostro business e con grande disciplina”.

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