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Gas, superdollaro e recessione mettono Ko le Borse: Milano tra le peggiori con Francoforte, Parigi e Nasdaq

L’inarrestabile corsa all’insù dei prezzi del gas, la crisi dell’euro sul dollaro e i rischio di recessione spaventano le Borse: Milano, Parigi e Francoforte tra le peggiori in Europa ma molto pesante anche il tonfo del Nasdaq

Gas, superdollaro e recessione mettono Ko le Borse: Milano tra le peggiori con Francoforte, Parigi e Nasdaq

La recessione spaventa l’euro che va sotto la parità con il dollaro, mentre le interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia mandano in tilt i listini continentali. Il cocktail si traduce in una seduta in rosso per i mercati europei e in un avvio negativo per New York (Nasdaq -2,1%), in attesa di vedere, giovedì, cosa diranno i banchieri centrali al simposio di Jackson Hole.

Piazza Affari perde l’1,64% e arretra a 22.165 punti base. L’avversione al rischio colpisce anche i titoli di Stato e lo spread si allarga a 229 punti base (+1,37%), mentre salgono i rendimenti: il Btp decennale è al 3,58% e il Bund di pari durata all’1,29%.

Nel resto di Eurolandia, Francoforte è la piazza peggiore con una perdita del 2,33%, seguita da Parigi -1,8%, Amsterdam -1,18%, Madrid -0,63%. Fuori dal blocco Londra limita i danni allo 0,21%. 

Sul mercato valutario continua la corsa del dollaro e l’euro appare sempre più fragile, scambiando al momento sotto la parità a 0,993 (-1%). 

La crisi energetica allarma le Borse

La crisi energetica spaventa i mercati, soprattutto a causa delle interruzioni nelle forniture di Mosca all’Europa, mentre non si vede la fine della guerra tra Russia e Ucraina, con la tensione alle stelle dopo l’attentato nel quale è rimasta vittima Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, ideologo molto vicino a Putin.

Il prezzo del gas ha ricominciato a salire stamattina (per poi ripiegare) a seguito della notizia che la Russia, a fine agosto, interromperà per tre giorni le forniture all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1, una mossa che preoccupa molto la regione impegnata nello stoccaggio in vista dell’inverno.

La forza del biglietto verde pesa invece sul petrolio, allarmato dal rischio di un indebolimento dell’economia globale per i prossimi rialzi dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, soprattutto Fed e Bce. Il Brent tratta in calo del 2,9% a 93,91 dollari al barile.

Nagel falco, nonostante i rischi di recessione a partire dalla Germania

La tempesta che si sta abbattendo sull’Europa sembra davvero perfetta, con i costi dell’energia sempre più alti, le forniture di gas a rischio, la recessione probabile e la Bce che deve intervenire sul costo del denaro per mettere un freno all’inflazione di cui per ora non si vede il picco.

Nell’occhio del ciclone c’è proprio la Germania, prima economia del blocco, ma Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, in un’intervista al Rheinische Post si conferma il re dei falchi e dice che bisogna continuare ad alzare i tassi dell’eurozona nonostante “una recessione tedesca sia sempre più probabile”. 

Attualmente – scrive Reuters – i mercati prevedono un rialzo di 60 punti base per settembre (da parte della Bce) e mosse complessive per 130 punti base per il resto dell’anno.

Per misurare la febbre all’economia della zona euro saranno molto importanti domani i dati sul Pmi di agosto del blocco. Giovedì invece verranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione politica di Eurotower. 

Piazza Affari in rosso con auto e banche

In Piazza Affari tra i comparti più venduti ci sono auto e banche.

Dopo il recupero delle scorse settimane (con l’eccezione della scorsa ottava, già negativa) registrano perdite consistenti nelle quattro ruote Stellantis -4,1%, Pirelli -3,52%, Iveco -3,7%. Tra i titoli finanziari i peggiori sono Unicredit -3,33%, Banco Bpm -3,35%, Bper -3,34%, Intesa -3,09%. Mps tocca il minimo storico, -5,52% (0,38 euro per azione) in una fase particolarmente delicata della sua vita, mentre si prepara ad affrontare il necessario aumento di capitale da 2,5 miliardi che rischia di trovare scarso sostegno sul mercato.

La blue chip peggiore del giorno è Saipem, -56,04%, a sua volta reduce da un aumento di capitale ciclopico e in un comparto oil indebolito dalle vendite sul greggio.

È in controtendenza Eni, +1,61%, confortata dalla scoperta di un giacimento di gas al largo di Cipro.

Continuano le vendite su Telecom -4,35% e arretra pesantemente Moncler -4,56%, sempre molto attenta alla Cina. Paradossalmente preoccupa il nuovo taglio dei tassi di riferimento di Pechino poiché viene letto come un segnale delle difficoltà del mercato immobiliare della Repubblica popolare.

Si difendono pharma e utility: Recordati +1,66%, Italgas +0,98%, Diasorin +0,92%, Snam +1,34%, Terna +1,11%.

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