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Francia: si chiama Ecomouv’ ed è italiana la società che gestirà l’ecotassa sui mezzi pesanti

La discussa Ecotaxe francese, quella che sta per essere applicata a tutti i veicoli di trasporto merci superiori a 3.5 tonnellate transitanti sui 15.000 km di rete stradale in territorio transalpino, sarà gestita da Ecomouv’, controllata al 70% da Autostrade per l’Italia: investimento da 650 milioni e ricavi stimati in 2,8 miliardi in 12 anni.

La discussa Ecotaxe francese, quella che sta per essere applicata a tutti i veicoli di trasporto merci superiori a 3.5 tonnellate transitanti sui 15.000 km di rete stradale nazionale non concessa in territorio transalpino (autostrade gratuite, strade nazionali), sarà un affare per l’Italia.

Mentre infatti Oltralpe maggioranza e opposizione litigano fortemente su un’imposta voluta dalla presidenza Sarkozy e che ora il governo di centrosinistra, nonostante le feroci proteste dei consumatori, fatica ad abolire, il gruppo Ecomouv’, controllato al 70% da Autostrade per l’Italia, ha ottenuto l’installazione e la gestione dei dispositivi (del costo tra i 500mila e il milione di euro l’uno) per un investimento da 650 milioni di euro e ricavi stimati per 2,8 miliardi nei prossimi 12 anni, quelli previsti dall’accordo con lo Stato francese.

Accordo che ora a Parigi avrebbero voluto non onorare, viste le perplessità della stessa maggioranza sulle possibili ripercussioni negative sui consumi, ma che al momento il primo ministro Ayrault ha solo potuto rimandare: in caso di disdetta del contratto firmato con Ecomouv’ nel 2011, la Francia dovrebbe infatti rimborsare la società presieduta da Daniele Meini (ex Autostrade per l’Italia) di circa 1 miliardo di euro, di cui 800 milioni da versare subito. Senza contare il fatto che rinuncerebbe così a 1,2 miliardi di introiti stimati all’anno, non irrilevanti per le casse dello Stato.

Nel frattempo Ecomouv’, che ha sede a Parigi e si presenta come una public company, controllata da Autostrade per l’Italia ma partecipata anche da aziende francesi come la ferroviaria pubblica Sncf (10%), l’aerospaziale Thales (11%) e la tlc Sfr (6%), si è già portata avanti. Il sistema di rilevamento dei mezzi prevede infatti 250 varchi e 180 portici elettronici già installati, così come sono già state assunte 200 persone nella base operativa di Metz, in Francia, ed è attivo un centralino per informare correttamente gli auto-trasportatori di questa tassa ecologica, pensata per incoraggiare e promuovere modalità di trasporto alternative come il trasporto fluviale e marittimo e il trasporto ferroviario, ma che ora crea non pochi grattacapi alla presidenza Hollande.

Leggi Le Figaro 

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