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Francia, Lecornu inizia le consultazioni per formare il governo. Nel Paese esplode la protesta

In piena crisi politica e finanziaria, la Francia tenta faticosamente di formare una nuova maggioranza. Lecornu, 39 anni, è un fedelissimo di Macron ed è appena stato ministro della Difesa per 3 anni. Paese bloccato dai sindacati: 200 arresti

Francia, Lecornu inizia le consultazioni per formare il governo. Nel Paese esplode la protesta

Esordio di fuoco per Sebastien Lecornu: nel suo primo giorno effettivo da premier incaricato, il 39 enne politico francese al quale il presidente Emmanuel Macron ha affidato il compito di formare un nuovo governo si trova di fronte un Paese bloccato dalle proteste dei sindacati, che hanno promesso di mettere la Francia a ferro e fuoco. Oltre ai forti disagi e al clima generale di tensione, si registrano al momento 200 arresti da parte della polizia, a dimostrazione che è molto complicato esordire in un contesto del genere. Lo slogan della piazza di oggi è in particolare uno: mentre in Francia e nel mondo esplodono le grandi fortune e i ricchi sono sempre più ricchi, la politica ha ancora il coraggio di chiedere sacrifici ai cittadini. Insomma il messaggio è chiaro: meno limitazioni e costo della vita per la popolazione, magari introducendo una volta per tutte una tassa sui grandi patrimoni che possa per lo meno aiutare a rimettere a posto i conti pubblici, e finanziare almeno in parte i servizi sociali.

Chi è Lecornu e come sarà la sua azione

Lecornu è un fedele compagno di partito di Macron, al punto che la stampa transalpina lo definisce “lo scudo del presidente”, e ha iniziato la carriera politica giovanissimo: a 19 anni era già assistente parlamentare, e prima dei 30 anni è stato sindaco di Vernon, in Normandia, e poi presidente della provincia dell’Eure. E’ stato in seguito minsitro dell’Ecologia, delle Collettività, dei Territori d’Oltremare e soprattutto, dal 2022 a ieri, ministro della Difesa. Forse proprio per il suo recente passato la sua scelta come premier non è casuale: la coincidenza ha voluto inoltre che proprio poco dopo la sua nomina c’è stato l’attacco russo tramite droni in Polonia, il che non fa altro che alimentare i venti di guerra in Europa, consolidando l’idea di una necessità di riarmarsi e di instaurare una economia di guerra.

Prima di occuparsi di questo però Lecornu è chiamato a formare innanzitutto un governo stabile, visto che negli ultimi due anni la Francia ne ha visti cadere ben quattro, di cui l’ultimo pochi giorni fa dopo la sfiducia del Parlamento al premier François Bayrou, del cui esecutivo Lecornu faceva appunto parte. Ma le prime parole del nuovo incaricato hanno lasciato le cose in chiaro: l’azione del pupillo di Macron sarà “di rottura, sia nella forma che nella sostanza”, ha testualmente detto Lecornu. “Sarò più creativo – ha aggiunto – ma anche più serio nel modo di collaborare con le altre forze parlamentari”. E in effetti così dovrà essere, perchè dopo la caduta di Bayrou la maggioranza, già fragile dopo le legislative dello scorso anno, traballa sempre di più, con i socialisti pronti a rovesciare il tavolo (Melenchon vorrebbe addirittura destituire Macron) e le opposizioni alla finestra, invocando il ritorno alle urne nonostante l’ineleggibilità della leader Marine Le Pen.

Che cosa succede adesso

A partire da oggi Lecornu dà dunque il via alle consultazioni, ricevendo a Matignon tutte le forze politiche nel tentativo, complicato ma non improbo, di mettere su una maggioranza, magari puntando ancora una volta sul decisivo appoggio del centrodestra. Va detto comunque che il prossimo, come gli ultimi, è destinato in ogni caso ad essere uno dei governi più impopolari della storia: il presidente Macron gode ormai della fiducia di solo il 23% dei francesi, con la percentuale record di disapprovazione al 77%, un dato che oggettivamente potrebbe far indurre alle dimissioni. “consulterò i partiti – ha detto Lecornu – per cercare accordi con l’obiettivo di tutelare la stabilità istituzionale”. Si parte oggi con i centristi di Modem, il partito proprio dello sfiduciato Bayrou, e poi Renaissance, Les Républicains, e Horizons. I partiti più ribelli, come socialisti e ecologisti, saranno ricevuti in un secondo momento, mentre al momento non sembra un agenda un confronto con Rassemblement National di Le Pen.

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