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Francia, fisco: effetto Panama Papers, boom di autodenunce

Moltissimi evasori fiscali con conti segreti in Svizzera e Lussemburgo hanno deciso di autodenunciarsi al fisco francese dopo lo scandalo Panama Papers. Il centralino creato dal ministero è stato preso d’assalto ed è stato costretto a reclutare nuovo personale

Francia, fisco: effetto Panama Papers, boom di autodenunce

Il Fisco francese ringrazia i giornalisti dell’International Consortium per aver portato alla luce il caso Panama Papers. Dal giorno in cui è scoppiato lo scandalo, il centralino creato tre anni fa dal ministero delle Finanze per consentire agli evasori di mettersi in regola con sanzioni attenuate è stato letteralmente preso d’assalto da imprenditori e professionisti che vogliono mettersi in regola “prima che sia troppo tardi”.

Migliaia di domande di condono che hanno costretto il ministro Michel Sapin ad assumere nuovo personale per gestire tutte le richieste.

Per il 2016 il ministero delle Finanze stimava di recuperare circa 2 miliardi dalla lotta all’evasione. Ma, grazie i Panama Papers la cifra sembra destinare a salire in maniera cospicua. Attraverso questo centralino, noto come “unità di regolarizzazione fiscale” gli evasori francesi avranno la possibilità di autodenunciarsi, ricevendo sanzioni minori, mentre chi verrà beccato dal Fisco verrà punito molto più severamente. Fra il 2013 e il 2015 l’unità è riuscita a riportare in Francia 26 miliardi di euro provenienti da conti all’estero, recuperando 7 miliardi di tasse inevase. Fino ad oggi, tra i richiedenti, ci sarebbero tre persone iscritte nell’elenco diffuso dai giornalisti dell’International Consortium. Secondo quanto dichiarato dai media francesi però, si sarebbero autodenunciate molte persone in possesso di conti in Svizzera e in Lussemburgo.

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