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Fmi: ottimismo su Italia, meno su Grecia

A dirlo è stato il portavoce del Fondo monetario internazionale (Fmi), Gerry Rice, in una conferenza: “Le riforme varate dal governo Monti per stimolare crescita e occupazione vanno nella giusta direzione, mentre l’accordo tra Atene e la Troika è ancora lontano”.

Fmi: ottimismo su Italia, meno su Grecia

Le riforme varate dal governo Monti per stimolare crescita e occupazione “vanno nella giusta direzione” ma è “fondamentale che siano attuati”. A dirlo è il portavoce del Fondo monetario internazionale (Fmi), Gerry Rice, in una conferenza stampa nel corso della quale ha toccato i vari problemi dell’Eurozona.

Rice è stato invece un po’ meno ottimista in merito alla situazione in Grecia: il negoziato tra Atene e la troika ha fatto “buoni progressi” ma un’intesa deve ancora essere trovata tra la Grecia e i suoi creditori sul nodo dei finanziamenti che devono essere coerenti con la sostenibilità del debito. Il taglio di quest’ultimo, ha aggiunto, deve essere “consistente”.

Quanto alla riforma del mercato del lavoro nel Paese ellenico, il portavoce del Fmi ha evidenziato che non può essere imposta dal Fondo in maniera unilaterale. La troika, formata da esperti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi a una relazione finale che dovrà stabilire se il Paese ha portato a termine le riforme sufficienti per ottenere la tranche successiva dei fondi di salvataggio.

Oggi intanto una fonte del governo tedesco ha anticipato che un accordo tra le parti è vicino, anche se restano aperte alcune questioni da risolvere. Ad Atene però fioccano le vendite con l’indice Ase in calo di quasi il 5% a casua del crollo del comparto bancario per il timore che la Grecia debba sottoporsi a una nuova ristrutturazione del proprio debito.

“L’economia greca sta crollando troppo rapidamente per stabilizzare il debito nel futuro”, hanno avvertito gli economisti di Citi, ricordando che il debito/pil, così come previsto dal budget del 2013, dovrebbe attestarsi al 189,1% il prossimo anno. “Questo è di 40 punti percentuali maggiore delle proiezioni del rapporto della Troika di marzo ed aumenterà drammaticamente la pressione sui policymaker europei per considerare un altro round di ristrutturazione del debito”.

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