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Fmi, Merkel lavori con l’Europa per superare la crisi

Buoni i conti macro della Germania: il Fondo monetario prevede una crescita del Pil dell’1% nel 2012 e dell’1,4% nel 2013, con flessioni nel deficit e nel debito pubblico – Tuttavia l’inflazione potrebbe superare la soglia del 2% – La nota amara è il settore bancario “troppo vulnerabile agli shock esterni e troppo gonfio di capitale di bassa qualità”.

La Germania si conferma la prima della classe, ma con qualche debolezza nel settore bancario. A livello di conti pubblici e condizioni macro-economiche nulla da eccepire. Il Fondo monetario internazionale stima per il 2012 una crescita del Pil dell’1%, un deficit pubblico al +0,7% e un debito in lieve crescita all’82,2%. L’inflazione potrebbe superare il 2% quest’anno. 

Per l’Fmi il paese guidato dalla Cancelliera Angela Merkel andrà ancora meglio l’anno prossimo. Il Pil crescerà dell’1,4% nel 2013, il rapporto deficit/Pil si attesterà allo 0,4% nel 2013. Nonostante il lieve aumento del debito che si registrerà quest’anno (all’82,2% del Pil), nel 2013 tornerà già sotto i livelli dello scorso anno all’80,2%. Secondo il Fondo quindi ”il consolidamento dei conti pubblici è sul binario giusto”.

Ma il recupero è a richio se la crisi si estende anche alla Germania. Per questo “la principale priorità di questo periodo sarà gestire una ripresa economica sostenuta dalla domanda domestica” con la creazione di posti di lavoro, aumenti salariali e bassi tassi di interesse e “superare le sfide poste alla zona Euro lavorando insieme ai partner europei”. Questo il seggerimento dell’istituto guidato da Christine Lagarde alla cancelliera Merkel. “La creazione di posti di lavoro è stata robusta”, si legge ancora nellanota, “e la disoccupazione al 5,3% è sui livelli più bassi dalla riunificazione ad oggi”. 

La vera nota amara del Report dell’Fmi è il sistema bancario tedesco troppo vulnerabile agli shock esterni e troppo pieno di capitale di bassa qualità. Inflatti il contagio della crisi del debito sovrano europea potrebbe attaccare anche la Germania, e pone ”rischi al ribasso di breve termine” sull’economia della locomotiva d’Europa. Pur riconoscendo l’adeguatezza del patrimonio e la grande liquidità delle banche tedesche, il Fondo sottolinea come il sistema bancario della Germania sia caratterizzato da una leva abbastanza elevata e largamente dipendente dalle forme di raccolta all’ingrosso, con un capitale di bassa qualità, mentre alcuni gruppi risultano ”significativamente esposti verso la periferia dell’Eurozona”.

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