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Flat tax: la Lega vuole l’aliquota unica al 15%, Berlusconi al 23% ma quanto costa e come si finanzia?

La destra ha fatto della Flat tax uno dei suoi cavalli di battaglia per la campagna elettorale anche se le proposte di Lega e Forza Italia sono differenti. Ma i dubbi veri sono: la Flat tax è socialmente giusta e come si finanzia per non mandare in tilt i conti dello Stato?

Flat tax: la Lega vuole l’aliquota unica al 15%, Berlusconi al 23% ma quanto costa e come si finanzia?

La Flat tax, la tassa piatta con aliquota unica ma per nulla progressiva, è già diventata la bandiera elettorale della destra. La promettono soprattutto la Lega di Salvini e Forza Italia di Berlusconi ma con aliquote tra loro molte diverse senza chiarire un punto cruciale oltre il quale le promesse elettorali diventano promesse da marinaio: come si compensa il minor gettito tributario per lo Stato che la flat tax inevitabilmente produrrebbe? I sostenitori della flat tax, che per come è concepita rischia di avvantaggiare solo i più abbienti, si dicono convinti che abbassando le tasse si ridurrebbe l’evasione fiscale e che il gettito sarebbe compensato dalla maggior propensione dei contribuenti a pagare le tasse. Ma è solo una speranza che per altro non cancella i rischi di ingiustizia sociale e di incostituzionalità che la flat tax solleva.

LA LEGA: FLAT TAX PER I DIPENDENTI COME PER LE PARTITE IVA SOTTO I 65 MILA EURO

Ieri Matteo Salvini è partito in quarta promettendo la flat tax al 15% anche per i dipendenti in cinque anni, come per le partite Iva al di sotto dei 65 mila euro. Ma perfino Forza Italia, che con Berlusconi aveva lanciato tre giorni la Flat tax al 23% per imprese e famiglie, deve avere ritenuto un azzardo insostenibile la mossa del leader della Lega, al punto che Antonio Tajani ha abbassato le pretese di Salvini giudicando più realistica la proposta di Berlusconi. Il Pd le ha bocciate tutt’e due ritenendo la Flat tax “insostenibile e ingiusta” e avvertendo che, se attuata, la nuova tassa rischierebbe di mandare in default il bilancio dello Stato o di costringere il Governo a tagliare i servizi sociali, dalla scuola alla sanità.

COTTARELLI: LA FLAT TAX COSTEREBBE MOLTISSIMO E C’E’ IL RISCHIO DELLA REAZIONE DEI MERCATI

Un parere tecnico lo ha espresso l’economista Carlo Cottarelli, presidente dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani: “La Flat tax costerebbe moltissimo, penso a diverse decine di miliardi, dato che l’aliquota del 15% è molto bassa, anche se naturalmente tutto dipende da come verrebbe messa in atto e da quali meccanismi si prevedono per recuperare risorse. C’è anche il rischio di una forte reazione dei mercati se la Flat tax venisse introdotta in forme avventate”.

I PERICOLI DELLA FLAT TAX: DEFAULT DELLO STATO O TAGLIO DEI SERVIZI PUBBLICI, DALLA SANITA’ ALLA SCUOLA

Abbassare le tasse è naturalmente il sogno di tutti ma si può fare in maniera equa e senza mandare alla rovina i conti dello Stato? Sono questi i maggiori dubbi ai quali i sostenitori della Flat tax dovranno rispondere. Salvini dice che per finanziare la Flat tax basterebbero 15 miliardi ma c’è chi sostiene che in realtà i costi, nel senso di minor gettito per lo Stato, sarebbero molto più alti e potrebbero arrivare a 50-60 miliardi di euro. Ma c’è un altro problema, non meno insidioso: con la Flat tax non si corre il rischio, nel caso prevedibile che il gettito tributario risulti inferiore, di dover tagliare i servizi pubblici? Finora nessuno ha saputo dare una risposta convincente.

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