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Finanza e Africa: ecco il Fondo da 1 miliardo per l’istruzione

L’Education Outcomes Fund agisce con un nuovo modello di operazioni di finanza a impatto, collegando il rendimento finanziario a progetti a impatto sociale positivo. L’iniziativa internazionale, sostenuta da 21 Paesi e dalla Ue, è promossa in Italia dal Sia con il sostegno di Enel, Eni e Compagnia San Paolo

Finanza e Africa: ecco il Fondo da 1 miliardo per l’istruzione

Nell’Africa subsahariana solo un bambino su cinque ha le competenze base di scrittura e calcolo. Il costo della mancata istruzione dei bambini nei Paesi a basso reddito è stimato a circa 2mila miliardi entro il 2050. Senza un cambio di rotta dei finanziamenti dei programmi per l’istruzione, entro il 2030, un miliardo e 600 milioni di bambini nel mondo non avranno un’istruzione di base.

Ecco perché “Education in Africa cannot wait!” – l’istruzione in Africa non può aspettare – lancia un progetto da 1 miliardo di dollari per favorire l’accesso all’istruzione e all’alta formazione. Qui in Italia il motore dell’iniziativa è il Social Impact Agenda (Sia) che ha presentato l’operazione-Africa al Senato.

Lo strumento per realizzare gli obiettivi formativi è l’Education Outcomes Fund per l’Africa e il Medio Oriente (Eof), il fondo da un miliardo di dollari promosso dalla Education Commission dell’ex Premier inglese Gordon Brown e dal Global Steering Group for Impact investment (Gsg), network mondiale degli investimenti a impatto sociale.

Perché un fondo? Ci sono più di una ragione. L’idea alla base del movimento della finanza a impatto è di modificare la prospettiva dei mercati e dell’economia in generale, incorporando l’impatto sociale e ambientale nei modelli imprenditoriali e negli strumenti finanziari. A guidare questo percorso nuovo per la finanza è il Global Steering Group for Impact Investment (Gsg), un’associazione internazionale che promuove gli investimenti a impatto sociale nei mercati di tutto il mondo, riunendo 21 Paesi e le istituzioni dell’Unione europea.

Il Gsg adotta gli strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi, uno su tutti il potenziamento dei modelli di Payment by Result (PbR). L’idea è di collegare il rendimento finanziario a interventi e modelli che producano risultati sociali positivi e misurabili nel settore dell’accesso all’istruzione e all’alta formazione. Quando si parla di outcome fund si intende, infatti, un fondo che raggruppa diversi finanziamenti per commissionare più interventi sociali in parallelo, sulla base di risultati sociali concordati e il fondo remunera gli investimenti solo se gli obiettivi sociali vengono raggiunti.

“C’è bisogno di una rivoluzione del capitalismo finanziario. Questi progetti di outcome fund dovrebbero ribaltare la finanza, in base agli obiettivi sociali che si vogliono raggiungere”, ha aperto così i lavori il presidente di Social Impact Agenda per l’Italia, Giovanna Melandri.

A spiegare l’iniziativa è intervenuta poi Amel Karboul, CEO dell’Education Outcomes Funds per Africa e Medio Oriente ed ex Ministro nel primo Governo democratico della Tunisia.

L’Outcome Fund costituisce un modello di partnership pubblico-privato basato sullo schema del Pay by Result, che coinvolge donatori, investitori, organizzazioni della società civile, agenzie di sviluppo e governi per una programmazione strategica e condivisa sul raggiungimento di uno specifico obiettivo sociale, collegato al rendimento dei capitali.

“Questo fondo da un miliardo di dollari è il primo imponente tentativo di utilizzare gli strumenti della finanza di impatto per accelerare il raggiungimento dell’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per la prima volta la piattaforma del pensiero e degli strumenti della finanza a impatto incontrano la piattaforma degli Obiettivi Onu”, ha spiegato Melandri. “Social Impact Agenda ha registrato un importante successo anche in Italia ottenendo che nella scorsa Legge di stabilità fosse incardinato il primo Fondo per l’innovazione sociale, al fine di erogare risorse pubbliche e restituire il capitale investito laddove questi investimenti fossero collegati esplicitamente a obiettivi sociali da raggiungere” ha concluso.

Coinvolti nel progetto sono anche l’Eni, la Compagnia di San Paolo e l’Enel. La presidente di Enel Patrizia Grieco, ha ricordato che il gruppo elettrico è “in prima linea per favorire l’elettrificazione e lo sviluppo del continente africano, dove siamo il principale operatore delle rinnovabili. Nella nostra visione, comunità locali, aziende, clienti e tutti gli stakeholder appartengono al medesimo ecosistema e condividono lo stesso obiettivo di crescita sostenibile. Per questo abbiamo unito obiettivi etici, sociali e ambientali con quelli aziendali, incorporando la sostenibilità in tutta la catena del valore”.

“Sono lieto di rappresentare l’esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in questo importante confronto con Amel Karboul”, ha dichiarato infine il presidente della Fondazione CON IL SUD, Carlo Borgomeo, “In condizioni profondamente diverse, anche in Italia è evidente che investire sulla educazione dei minori è la premessa per ogni possibile ipotesi di sviluppo, e che le mancate opportunità per i bambini costituiscono la radice delle crescenti disuguaglianze”.

 

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