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Fiducia consumatori ai massimi dal 2002

DATI ISTAT – Bene anche l’indice relativo alla fiducia delle imprese italiane, mai così alto dalla fine del 2007.

Fiducia consumatori ai massimi dal 2002

Vola a settembre la fiducia dei consumatori, toccando i livelli massimi dal marzo del 2002. In forte crescita anche la fiducia delle imprese, mai così alta da fine 2007. Lo ha comunicato l’Istat.

In particolare, l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a settembre 2015 a 112,7 punti, dai 109,3 del mese precedente. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane passa invece da 103,9 a 106,2.

Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento più consistente per quella economica (a 143,2 da 133,1) ma anche per quella personale (a 103,6 da 101,4), quella corrente (a 108,0 da 104,0) e quella futura (a 122,0 da 117,7).

Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese (a -47 da -61 e a 14 da 6, i rispettivi saldi). Gli intervistati vedono un rallentamento della crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25).

Quanto alle imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2 da 110,0) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8).

Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i rispettivi saldi).

Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) ma non le attese sull’andamento generale dell’economia (a 16 da 19). Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14), mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 28 da 29) e in diminuzione sono giudicate le giacenze di magazzino (a 10 da 12).

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