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Fed, Trump e Bce drogano la Borsa: pioggia di cash

Di fronte al sorpasso dei contagi in Usa rispetto alla Cina, l’agenzia Bloomberg si domanda se il Coronavirus sarà il Vietnam di Trump, ma i mercati impazziscono di fronte alla montagna di liquidità

Fed, Trump e Bce drogano la Borsa: pioggia di cash

Il coronavirus sarà il Vietnam di Trump? Se lo chiede l’agenzia Bloomberg, citando il sorpasso dei contagi negli Stati Uniti sulla Cina nel giorno del balzo storico delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione per oltre tre milioni di jobless. Ma i mercati finanziari guardano ai giganteschi stimoli messi in azione dalla Casa Bianca e dalla Fed, scesa ieri in campo con una conferenza stampa a sorpresa per tranquillizzare i listini. Accanto agli interventi monetari ci sono poi quelli fiscali. I due trilioni in via di approvazione in Congresso includono misure di sostegno per le famiglie e prestiti agevolati a settori in crisi. Ma la parte che piace di più ai mercati è quel mezzo trilione che verrà verosimilmente decuplicato dalla Fed e che sarà destinato alla costituzione di veicoli misti Tesoro-Fed che acquisteranno vari strumenti monetari e obbligazionari con scadenza fino a 5 anni. Una vera e propria polizza Kasko per il Toro cui contribuirà la Bce che ieri, in pratica, ha allargato a dismisura i titoli garantiti dai forzieri di Francoforte. Le Borse, di fronte a tanta bonanza, non possono che salire, anche se si moltiplicano le ragioni del dolore e dell’incertezza per il futuro.

SALGONO I LISTINI ASIATICI

Tutti su i listini asiatici a fine settimana: Nikkei di Tokyo +1,8%, Hang Seng di Hong Kong +1,2%, Shanghai Composite +1,4%, Kospi di Seul +0,8%. Agli estremi, c’è il +8% di Jakarta e il -4,4% di Sidney, che ritraccia dopo i forti rialzi.

Il BSE Sensex indiano sale dell’1,8%. La Reserve Bank of India ha tagliato i tassi di interesse di 75 punti base, al 4,40%.

LE BORSE USA NON SI FERMANO: DOW +21% IN TRE GIORNI

A Wall Street l’indice Dow Jones ha messo a segno un tris incredibile: +21% dai minimi di lunedì. Bisogna risalire al 1931, in piena crisi, per trovare una performance analoga, chiaro indice di instabilità. Ieri il Dow ha chiuso a +6,38%, S&P 500 +6,24%. Nasdaq 5,8%. La volatilità è scesa a quota 61.

Stanotte, c’è stato un vertice di emergenza tra i dirigenti del Tesoro e le principali istituzioni finanziarie del Paese, tra cui Powell della Fed e Jay Clayton della Sec, la Consob degli Stati Uniti. Al termine si è ritenuto opportuno di non chiudere o ridurre l’orario di apertura dei mercati finanziari, come qualcuno aveva chiesto. Steven Mnuchin, a favore dell’apertura, ha promesso una particolare assistenza ai soggetti che trattano mutui.

DOLLARO DEBOLE, L’EURO SALE DA CINQUE GIORNI

Frena il rendimento dei T bond, a fronte della pioggia di denaro promossa da Fed e Casa Bianca: il decennale tratta a 0,7979%.

Pausa nel rialzo dell’oro dopo una settimana ruggente: il metallo giallo tratta a 1.626 dollari l’oncia (-0,34%).

Sale il petrolio Brent a 26, 56 dollari al barile (+0,84&). Il mercato resta debole per la caduta della domanda mondiale.

Ieri Eni (-0,5%) ha annunciato che taglierà di un quarto gli investimenti, -2 miliardi di euro. Nel 2021 la riduzione sarà ancora più pesante, almeno 2,5 miliardi di euro, fino a 3 miliardi di euro. Per effetto di questa manovra di contenimento, la produzione scenderà a 1,84 milioni di barili al giorno. Tenaris (+5%) ha diffuso una nota per avvisare che il board esaminerà più avanti l’ammontare del dividendo da proporre all’assemblea.

S’indebolisce il dollaro, che si svaluta su yen, won della Corea e yuan cinese. Ma soprattutto la valuta Usa perde nuovi colpi sull’euro, in rialzo per il quinto giorno consecutivo, a 1,106.

NIENTE EUROBOND, L’ITALIA SI RIBELLA

Ieri sera il Consiglio Europeo non è riuscito a trovare un accordo sulle misure di emergenza (eurobond) richieste da Italia, Spagna, Francia ed altri sei paesi della zona euro: Germania ed Olanda hanno messo il veto. Al termine del confronto in teleconferenza, durato sei ore, si è convenuto di dare ai tecnici dei rispettivi ministeri delle Finanze due settimane di tempo per trovare nuovi strumenti finanziari in grado di portare risorse ai paesi in difficoltà. I 27 leader hanno concordato sull’utilizzo immediato delle risorse contenute nel fondo Salva Stati, alle quali ogni paese potrà attingere fino ad un massimo del 2% del suo Pil.

All’Italia questo non basta: “Occorre reagire con strumenti finanziari innovativi – ha detto il premier Giuseppe Conte – e realmente adeguati ad affrontare una guerra che dobbiamo combattere insieme, per vincerla quanto più rapidamente possibile”. Altrimenti? “Faremo da soli”, ha detto Conte, chiedendo una decisione entro dieci giorni.

Peraltro, ieri la Bce ha compiuto un gesto storico, rivedendo i parametri per gli acquisti delle obbligazioni. Il Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp), da ieri attivo, non avrà limiti: potrà superare i 750 miliardi inizialmente previsti, operando senza costrizioni anche per quanto riguarda gli acquisti.

LA BCE SPINGE GLI ACQUISTI

Comprare, insomma, comprare e ancora comprare. Senza esitazioni, perché, come si legge nel documento emesso dall’ufficio legale della Bce a chiarimento delle modalità del programma di acquisti della Banca Centrale, “l’Eurosystem non tollererà alcun rischio alla regolare trasmissione della sua politica monetaria in tutte le giurisdizioni della zona euro”. Un segnale inequivocabile di politica monetaria che non ha però trovato corrispondenza nell’atteggiamento di una parte, peraltro maggioritaria, dell’Eurogruppo, che chiede comunque impegni e garanzie specifiche prima di allargare i cordoni della borsa.

Milano ha chiuso in rialzo dello 0,73%, a quota 17.369, azzerando la perdita della mattinata, grazie al nuovo rally dei mercati Usa.

La performance di Piazza Affari dal primo gennaio è ancora in profondo rosso (-27%), leggermente peggio della media europea: Eurostoxx50 -25%. Ma dal minimo di marzo, il FtseMib ha messo a segno un rimbalzo del 20%

Nel resto d’Europa, Francoforte +1,35%; Parigi +2,5%; Madrid +1,65%; Londra +2,1%; Zurigo +2,4%

GUALTIERI: GARANZIE PUBBLICHE COME VUOLE DRAGHI

Il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, richiamandosi all’intervento di Mario Draghi, ha preannunciato “di voler mettere a disposizione garanzie pubbliche che non hanno precedenti per consentire al sistema finanziario di erogare alle imprese tutta la liquidità necessaria”, al livello delle iniziative più consistenti e ambiziose messe in campo in Europa: Germania, Francia e Spagna si sono già mosse con interventi che spaziano da 550 miliardi a 200 miliardi di euro.

SCENDE LO SPREAD, OGGI L’ASTA BOT

Gli effetti del bazooka di Francoforte sono comunque stati immediati. Il rendimento dei Btp, protetti dagli acquisti della banca centrale, è sceso a 1,22% (-26 punti base).

Lo spread cala a 159 punti base nonostante il calo del rendimento del Bund decennale tedesco, sceso di 10 punti base a -0,37%.

L’agenzia di rating tedesca Scope stima che gli ingenti costi del coronavirus potrebbero spingere il rapporto debito pubblico/Pil dell’Italia oltre il 145%. Scope ha previsto un deficit di oltre il 6% del prodotto interno lordo in chiusura d’anno.

Il Tesoro ha collocato ieri poco meno dell’importo massimo tra Ctz e Btp indicizzati, con il rendimento del titolo zero-coupon risalito ai massimi da giugno.

Oggi tocca al Bot a sei mesi, offerto per 7 miliardi di euro. Sul mercato grigio il titolo scadenza 30 settembre trattava ieri sera attorno a 0,50%.

Il 31 marzo andranno all’asta titoli per 8,5 miliardi in Btp a 5 e a 10 anni (due emissioni) e Ccteu.

Il nuovo programma straordinario di acquisti della Bce potrà superare i 750 miliardi inizialmente previsti, operando senza costrizioni per quanto riguarda gli acquisti. È stata sospesa la restrizione sul debito complessivo dell’emittente (in precedenza fissata al 33%). Vengono accantonati divieti all’acquisto di non più del 33% di un singolo bond emesso da un organismo nazionale, 50% per un organismo sovranazionale, come la Banca Europea degli investimenti, Bei. Decade anche il limite temporale di fine anno: si va avanti fino a quando serve. La platea dei bond viene estesa, in modo da rendere possibile l’acquisto anche delle obbligazioni di brevissima scadenza, come i Bot. La Bce potrà così operare non solo sul fronte del finanziamento del debito di medio lungo periodo, ma anche a sostegno del deficit, la parte del bilancio finanziata con strumenti a breve e brevissima scadenza.

IL RISPARMIO GESTITO PRENDE IL VOLO

Sull’onda del forte incremento dei titoli del debito le società del risparmio gestito sono state le grandi protagoniste della giornata. Guida la corsa Anima Holding (+12,24%); Finecobank avanza del 9%. In progresso anche Banca Generali (+4%) ed Azimut (+3%). Corre Poste Italiane (+3%).

A febbraio, prima dello scoppio dell’epidemia, i riscatti sono calati con un netto miglioramento della raccolta, pur negativa per 406 milioni.

CONTINUA LA RISPRSA DI LEONARDO, SALE BUZZI

Il titolo migliore è stato Buzzi (+7%). La società piemontese ha anticipato di attendersi un peggioramento dell’attività per il resto del 2020 ma per l’esercizio 2019 ha proposto 0,15 euro di dividendo ed un piano di riacquisto di azioni proprie fino a 140 milioni di euro. Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 26,5 euro.

Bene Leonardo (+6,1%), che beneficia della prospettiva di continuare a operare con gli stabilimenti aperti visto che opera in settori strategici.

Positivi i bancari: Mediobanca +2,73%; Ubi +2,47%; Banco Bpm +1,42%; Intesa +0,92%. Scendono Bper (-1,96%) e Unicredit (-1,54%).

TIENE L’ACCORDO FCA/PEUGEOT. MITSUBISHI IN RENAULT

Exor +3%. La holding di casa Agnelli distribuirà un dividendo di 0,43 euro, in linea con il valore dello scorso anno. A fine 2019 il debito netto era 2,6 miliardi di euro. Nella nota di presentazione dei conti non ci sono stati accenni alla fusione tra Fca (+0,8%) e Peugeot ma, come scrive Les Echos, è probabile che la crisi consigli di ridimensionare la cedola extra prevista per i soci Fiat (tra cui spicca Exor).

Il quotidiano francese dà notizia della cessione del 10% di Renault alla giapponese Mitsubishi. Ferrari +0,93%. Morgan Stanley taglia il target price a 163 dollari. Piaggio +1,5%: Standard&Poor’s ha declassato il rating e l’autolook.

SOFFRONO TIM E IL LUSSO

Tra i titoli peggiori dell’indice principale spicca Tim (-5%), in calo nonostante il business delle tlc attraversi una fase positiva.

Lusso in calo, dopo i tentativi di rimbalzo delle ultime sedute. Salvatore Ferragamo perde il 3,2%, Moncler +0,9%.

PROMOSSI I CONTI DI HERA

Hera +0,5%. All’indomani della pubblicazione dei dati del 2019, Mediobanca alza il giudizio a Outperform. La società ha detto che il lockdown dovrebbe penalizzare solo marginalmente l’Ebitda.

Atlantia -0,3%. Autostrade per l’Italia ha pubblicato i dati sul traffico autostradale: da inizio anno il calo è del 71%.

Tra le mid cap, in forte calo, Technogym (-4,46%). Male Sogefi (-4,31%), su cui Kepler Cheuvreux ha tagliato il prezzo obiettivo da 1,1 a 0,7 euro, confermando la raccomandazione reduce.

Fila -2,13%: Banca Akros ha ridotto il rating a accumulate da buy, target a 10,2 euro da 17,3 euro, dopo la pubblicazione di conti inferiori alle attese degli analisti.

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