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Fed, no ai tassi zero. Btp a ruba, Sos industria Ue

Il presidente della Fed, Powell, non esclude nuovi interventi di liquidità per gli Usa ma nega i tassi zero – Corsa ai Btp – Sale l’oro – La Commerz spaventa Francoforte – Elkann chiede 175 milioni di indennizzo per Partner Re

Fed, no ai tassi zero. Btp a ruba, Sos industria Ue

Tassi negativi? “Non ci penso proprio”. Nuovi stimoli monetari? “Probabilmente saranno necessari”, anche se non saranno indolori. Ma occorre fare ogni sforzo per evitare che la crisi di liquidità delle aziende non diventi una crisi di solvibilità. Il presidente della Fed, Jerome Powell, non ha lasciato alcuno spiraglio d’ottimismo nel suo intervento di ieri al Peterson Institute: ci troviamo di fronte, ha ripetuto, al rischio di un prolungato periodo di recessione in grado di provocare danni permanenti al sistema produttivo. Le parole di Powell hanno gelato Wall Street, anche perché coincidono con altri segnali negativi. Tra questi, l’ordine rivolto da Donald Trump ai principali fondi pensione di non investire in azioni cinesi, che ha già suscitato reazioni a Pechino: torna a indebolirsi lo yuan. In questo clima evapora la speranza in una rapida uscita dall’emergenza.

TOKYO (-0,7%) ALLENTA L’EMERGENZA

In calo stamane le Borse asiatiche. Il Nikkei di Tokyo perde lo 0,7%: tra poche ore, il premier Shinzo Abe dovrebbe annunciare un allentamento dello stato d’emergenza, con parziali riaperture delle attività. L’Hang Seng di Hong Kong è in ribasso dell’1,1%, lo Shanghai Composite dello 0,5%, il Kospi di Seul dell’1,1%.

Assai più marcate le reazioni ieri sui mercati Usa. L’indice Dow Jones (-2,17%) ha lasciato sul terreno più di 500 punti. S&P 500 -1,75%, Nasdaq -1,55%.

TRUMP: “L’ALLARME È ROBA DI RICCHI CHE SPECULANO”

L’America è sempre più divisa tra chi vuole riaprire al più presto tutte le attività – seguendo l’esempio di Elon Musk, che ha fatto ripartire la fabbrica Tesla in California nonostante il divieto dello Stato – e chi si fida del virologo Anthony Fauci.

Trump se l’è presa con le diagnosi, a suo dire troppo pessimistiche, di Wall Street, che servono a sollecitare nuovi aiuti. “Sono manovre di gente ricca che punta a fare soldi con il ribasso”, ha twittato il presidente.

AVANZANO I FONDI INVESTITI SULL’ORO

Continua la frana delle crociere: Royal Caribbean (-5%) ha ipotecato 28 navi a fronte di un prestito di 3,3 miliardi.

Il petrolio Brent è in rialzo dell’1,3%, a 29,3 dollari, dal -2,5% di ieri.

Tiene solo l’oro. Il fondo Gold & General di Blackrock mette a segno un rialzo del 55,8% da inizio anno.

I futures segnalano stamane un’apertura debole in Europa: Londra -0,6%.

PRODUZIONE INDUSTRIALE UE AI MINIMI

L’eco del pessimismo di Jerome Powell ha contribuito ieri ad accentuare la debolezza dei listini europei, alla vana ricerca di almeno una nota di ottimismo. Non aiutano i nuovi dati sulla congiuntura: Eurostat ha reso noti i dati della produzione industriale nell’area euro, che evidenziano calo nel mese di marzo pari all’ 11,3% su base mensile e al 12,9% a livello annuale. Si tratta della contrazione più forte da sempre. All’Italia (-28,4%) spetta la maglia nera.

AL VIA IL DECRETO RILANCIO: 484 PAGINE, 55 MILIARDI

Il Consiglio dei ministri ha finalmente varato il decreto rilancio, un pacchetto di misure da 55 miliardi per contrastare la recessione sostenendo famiglie e imprese: 25,6 miliardi saranno mobilitati per il sostegno ai lavoratori, tramite il bonus per gli autonomi e il rifinanziamento della Cig. Confermata, dopo le battaglie in maggioranza, anche la sanatoria per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri impiegati nel settore agroalimentare, oltre che come colf e badanti. Altri 16 miliardi circa saranno investiti per sostenere in varie forme le imprese. Per tutte quelle al di sotto dei 250 milioni di fatturato sarà sospesa la rata Irap di giugno.

PIAZZA AFFARI – 2,14%, COMMERZBANK SPAVENTA FRANCOFORTE

Banche ed Exor hanno messo al tappeto Piazza Affari Piazza Affari: -2,14%, a 17.183 punti base.

Anche a Francoforte (-2,62%) il ribasso è legato all’andamento del credito: Commerzbank, partecipata dallo Stato, lascia sul terreno il 6,8% dopo una perdita trimestrale, inattesa, di 295 milioni. Deutsche Bank cede a sua volta il 3,4% in seguito alla notizia che i top manager del gruppo rinunceranno a un mese di retribuzione fissa nel tentativo di ridurre i costi.

SOFFRONO I CHIP DI AMS, STM PERDE IL 2,8%

La crisi colpisce anche Amsterdam. In rosso per la prima volta dal 2013 anche Ing (-5,4%): nel trimestre il deficit è stato di 395 milioni dopo accantonati per 1,1 miliardi a copertura di crediti deteriorati. Crolla il produttore di chip Ams (-8,16%). A Milano Stm è scesa del 2,8%.

Le perdite più pesanti sono quelle di Parigi (-2,85%). In controtendenza Scor: dopo la rottura con Exor, Covéa potrebbe riaprire il dialogo con la compagnia di cui detiene l’8,4%. Meglio Madrid (-1,9%) e Londra (-1,55%).

VANNO A RUBA I BTP ALL’ASTA, LO SPREAD STRINGE A 231

Finale in crescendo per il mercato obbligazionario dopo la buona risposta alle aste a medio termine.

Il Tesoro ha assegnato tutti i 9 miliardi offerti: la quinta tranche del Btp tre anni con scadenza giugno 2023 (range offerto 4-4,5 miliardi), rendimento 0,87% da 0,86% di metà marzo; l’undicesima tranche del Btp a 7 anni con scadenza gennaio 2027 (range offerto 2-2,5 miliardi), tasso dell’1,53%, da 1,37% di metà marzo; lottava tranche del Btp 20 anni marzo 2040 (range offerto 0,750-1 miliardi), rendimento 2,49% da1,97% di metà marzo. Infine, è stata piazzata con un tasso del 2,23% la sesta tranche del Btp off-the-run marzo 2035 con vita residua 15 anni, emesso a settembre 2018 (range offerto 0,750-1 miliardi).

Lo spread fra decennale italiano e tedesco stringe a 231 punti base; il tasso del Btp si abbassa a 1,79%.

EXOR -7%. ELKANN CHIEDE 175 MILIONI DI INDENNIZZO

Exor (-7%) ha pagato a caro prezzo la decisione di Covéa di non onorare il contratto di acquisto di Partner Re per il rifiuto della holding di casa Agnelli di concedere uno sconto (pare di 2 miliardi) sul prezzo pattuito di 9 miliardi. Il gruppo francese, secondo Les Echos, aveva proposto di pagare cash l’80% dei 9 miliardi già concordati mentre la parte restante sarebbe stata liquidata in tre anni, una volta verificati gli effetti del coronavirus sul mercato. Ora la battaglia si sposta sull’indennizzo. Exor pretende il pagamento di 175 milioni di indennità prevista dal pre-accordo. Covéa risponde che non pagherà più dei 50 milioni già versati al momento dell’accordo.

Mediobanca Securities ha già rivisto il target price da 86 a 62 euro, ma visto il potenziale upside del 32% rispetto al prezzo attuale di mercato, il rating resta outperform. Anche Banca Imi ha confermato il buy.

In forte ribasso Fiat Chrysler (-2,89%). Contenuto il calo di Cnh Industrial (-0,33%). Fa peggio Ferrari (-1,47%) dopo la rottura con Sebastian Vettel.

PRENDE IL VOLO DIASORIN, TITOLO LEADER DEL 2020

Il titolo migliore è stato Diasorin, che segna un picco a +7,48%, a quota 172,5 euro, avviandosi a chiudere sui nuovi massimi storici. La società biotech di Saluggia è di gran lunga il titolo top di Piazza Affari: + 89,35% negli ultimi 12 mesi. Ieri anche il Canada ha dato il via libera ai test sierologici.

Giornata no per le banche, frenata anche dai giudizi delle società di rating. Più di tutti arretra Unicredit (-3,85%): Fitch ha abbassato a BBB- il giudizio a medio termine. Stesso giudizio di Fitch anche su Intesa Sanpaolo (-1,91%). Segno meno anche per Ubi (-3,8%) e Bper (-3,33%).

Negativa Poste Italiane (-4,1%).

IL CALO DELLA PUBBLICITA’ FRENA MEDIASET

Arretra anche Mediaset (-2,99%) dopo la trimestrale archiviata con un risultato netto consolidato di 14,6 milioni di euro rispetto ai 36,7 milioni dello stesso periodo del 2019.

Bene le utilities: A2A +2,15%; Acea +2,5% dopo aver confermato la guidance comunicata a marzo 2020, che prevede un aumento dell’Ebitda tra il 6% e l’8% rispetto al 2019.

RENZO ROSSO (DIESEL) ENTRA IN MASI AGRICOLA

Continua la discesa di Ima (-4,6%): Kepler Cheuvreux ha ridotto la raccomandazione da hold a reduce, con prezzo obiettivo che scende da 48 a 46 euro.

Nel capitale di Masi Agricola (+2,9%), leader nella produzione dell’Amarone, spunta con una quota del 5% Renzo Rosso, l’industriale cui fa capo il gruppo Diesel.

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