Condividi

Fed ed elezioni italiane riaccendono la febbre dello spread e mettono ko banche e Borsa

La possibile inversione della politica monetaria della Fed e il rischio di instabilità del sistema Italia dopo il voto allarmano i mercati e riaccendono la febbre dello spread Btp-Bund (290 pb), mettono in ginocchio le banche e affondano la Borsa – Piazza Affari, peggior listino d’Europa, perde il 3,13% e azzera i guadagni del 2013 – Mediaset maglia nera

Fed ed elezioni italiane riaccendono la febbre dello spread e mettono ko banche e Borsa

Tempo di bilanci per la Bce. Il consuntivo 2012 riguarda l’anno più difficile per la moneta unica ma anche quello del suo rilancio, come ha affermato qualche tempo fa lo stesso presidente dell’Eurotower Mario Draghi. La Banca centrale europea ha chiuso il 2012 con un utile netto di 998 milioni di euro, in rialzo dai 728 milioni del 2011. Il surplus è stato di 2,164 miliardi (1,894 nel 2011), di cui 1,166 miliardi messi a riserva a copertura dei rischi. I margini netti realizzati dalla Bce sugli interessi raggiungono i 2,289 miliardi (1,999 miliardi nel 2011), di cui 1,108 miliardi dai titoli di Grecia (che pesa per la maggior parte, per 555milioni), Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia acquistati attraverso il programma Omt. Per quanto riguarda l’Italia in particolare, fra il 2011 e il 2012 la Bce ha acquistato 102,8 miliardi di euro di bond italiani, la quota maggiore fra i Paesi dell’Eurozona beneficiari dell’Omt. Seguono Spagna (44,3 miliardi), Grecia (33,9), Portogallo (22,8) e Irlanda (14,2). Dell’utile 2012 sono già stati girati 575 milioni alle banche centrali nazionali dell’Eurozona: i restanti 423 milioni saranno distribuiti il 25 febbraio.

Seduta in deciso calo per l’Europa con Milano maglia nera affossata proprio dal comparto bancario oltre che dal rosso di Mediaset. Il FtseMib cede il 3,13% mentre lo spread Btp Bund risale a 289 punti base in vista delle elezioni di domenica. Francoforte -1,88%, Londra -1,62% e Parigi -2,29% che paga le indiscrezioni dei settimanali francesi sui deludenti dati attesi per domani da parte della Commissione Ue: crescita quasi nulla, 0,1% per il 2013 (contro lo 0,8% previsto inizialmente) e deficit almeno al 3,6% nel 2013.

“Le elezioni italiane possono provocare turbolenze massicce” sui mercati finanziari, ha rilevato Lueder Gerken, analista politico tedesco, e direttore del Centro per la politica europea di Friburgo. Se a Roma non ci dovesse essere una maggioranza in grado di governare, “ci sarebbe da aspettarsi turbolenze come si sono avute due anni fa – ha detto Gerken – Il rischio è quello di avere nuovamente una situazione di rifiuto dell’eurozona, se si vedrà che l’Italia rifiuta le riforme”.

Ma a dare il colpo ai mercati fin dall’apertura sono stati i dubbi della Fed sulla prosecuzione del Qe3, contenuti nelle minute della Fed pubblicate ieri sera. Colpito anche il mercato valutario con gli acquisti che sono tornati sul biglietto verde. Il cambio ero dollaro è sceso a 1,3211 (-0,54%). All’effetto Fed si aggiunge una serie di dati macro negativi: l’indice Pmi dei servizi e del manifatturiero nell’eurozona peggiore delle attese e diversi dati Usa deludenti. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute più delle stime, l’indice sull’attività manifatturiera della regione di Filadelfia è sceso a -12,5 punti a febbraio dai -5,8 di gennaio, segnando un dato decisamente peggiore delle attese degli analisti, e il superindice dell’economia americana è salito in gennaio dello 0,2%, un decimo in meno delle attese degli analisti. Ergo: l’economia americana è in ripresa ma a ritmo modesto. Meglio delle attese invece le vendite di case esistenti che sono salite dello 0,4% sul mese precedente e del 9,1% sullo stesso mese dell’anno precedente. Anche Wall Street viaggia in territorio negativo: alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cede lo 0,49% e il Nasdaq lo 0,87%. Bene Wal-Mart che ha archiviato un utile del trimestre meglio delle attese. Il petrolio Wti cede ben 2 punti percentuali a 93,26 dollari al barile complici le voci su un aumento della produzione di petrolio in Arabia.

A Piazza Affari crolla Mediaset (-5,71%) dopo un periodo di rialzi in parallelo con il ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi. Giù il comparto bancario con la risalita dello spread: Ubi banca -5,15%, Bper -4,89%, Mps-4,35%, Intesa -4,07% e Unicredit -4,30%. A2A -4,9% e Telecom Italia -3,79%. Cairo continua a beneficiare dell’esclusiva su La7 (+0,43%) così come Telecom Italia Media (+7,08%): la trattativa su così come impostata (cancellazione del debito) porterebbe vantaggi anche agli azionisti di minoranza. Eni cede il 2,32%. Generali -3,86%. Oggi Axa ha annunciato un utile 2012 in calo del 4% e nel complesso risultati sotto le stime degli analisti.

Unico titolo in positivo sul Ftse Mib è Parmalat (+2,24%) che beneficia delle attese per un maxi dividendo.

Commenta