Condividi

Fed e Bce danno la carica al rialzo delle banche

Confermata la politica morbida sul fronte dei tassi, le due Banche centrali fanno gioco di sponda e rassicurano i mercati. Anche la crescita delle obbligazioni porterà un po’ d’inflazione ma temporanea – Lo Stoxx bancario europeo in forte rialzo: ora fanno meno paura le sofferenze – E dietro l’angolo c’è il ritorno dei dividendi

Fed e Bce danno la carica al rialzo delle banche

Il messaggio della Fed ha raggiunto il suo obiettivo. I mercati azionari, rassicurati dalle parole del presidente della banca centrale americana sulla conferma della politica “morbida” sul fronte dei tassi, hanno ripreso a correre. Diverso il discorso per le obbligazioni: Il tasso di crescita più forte dal 1984 porterà con sé un po’ di inflazione, ma sarà solo una fiammata temporanea: l’indicatore sui prezzi al consumo utilizzato dalla Fed per questa previsione è stimato al 2,2% quest’anno, ma già nel 2022 dovrebbe riportarsi al 2%, intorno al tetto massimo.

 Tra le varie indicazioni fornite da Jay Powell una è destinata ad avere un valore particolare per le banche Usa. La banca centrale ha rassicurato il mercato su un tema molto delicato: il termine a fine marzo della normativa che permette alle banche di non includere i Treasury in portafoglio, nel conteggio che porta alla definizione del rapporto tra capitale primario e posizioni a leva da non superare. Un aspetto tecnico ma di grande rilievo perché un cambio di rotta avrebbe potuto incidere in maniera rilevante sull’andamento degli impieghi all’economia. Ma la Fed ha ribadito di non aver problemi a stare un passo indietro, con evidenti benefici per la continuazione del rally post-pandemia.

Anche la Bce, intanto, ha dato il suo contributo alla ripresa del comparto bancario, tanto per festeggiare il “Peppy day”. Oggi infatti cade il compleanno del Pepp. Giusto un anno fa la BCE lanciò il suo Pandemic Emergency Purchase Programme di sostegno alle economie della zona euro. Lo stanziamento iniziale fu 750 miliardi di euro, più che raddoppiato a 1.850 miliardi. Tanto per festeggiare, l’indice Stoxx del settore bancario europeo si muove in forte rialzo e si porta su nuovi massimi da 12 mesi grazie al rally dei due colossi tedeschi: Commerzbank +4% e Deutsche Bank  +3,5% a loro volta “drogati” dal rimbalzo del comparto auto.

Ma a rassicurare le banche europee sono stati soprattutto i messaggi in arrivo dalla Vigilanza della banca centrale: s’allontana il rischio che i guasti arrecati dalla pandemia ai conti delle banche siano così pesanti da scaricare sui bilanci un’ondata insostenibile di crediti deteriorati. Lo scenario peggiore, 1.400 miliardi di nuovi npl, sembra ad oggi “meno probabile” ha detto Elisabeth McCaul, stretta collaboratrice del Consiglio di Vigilanza presieduto da Andrea Enria che mercoledì ha invece dato il suo assenso ad una limitata erogazione dei dividendi già ”congelati”, una mossa che ha consentito, ha detto lo stesso Enria, di rafforzare la solidità del sistema bancario. Ma lui stesso ha voluto confermare che la raccomandazione ha natura eccezionale e che, se le condizioni di incertezza rientreranno, le banche potranno ritornare all’ordinaria politica di distribuzione dei dividendi entro il prossimo autunno. Nel frattempo sì alla distribuzione di un monte dividendi pari a 10 miliardi di euro (circa un terzo del livello atteso prima delle raccomandazioni della Vigilanza).  Insomma, un segnale di cauto ottimismo anche se Enria, da sempre maestro di prudenza, ha comunque invitato le banche a riconoscere senza indugio eventuali deterioramenti della qualità degli attivi.

Il messaggio, in arrivo mentre il settore bancario si accinge a celebrare la settima settimana consecutiva di rialzi, suona come una benedizione per le scelte di Unicredit e Intesa che hanno già reso noto l’intenzione di procedere ad un’ulteriore remunerazione dei propri azionisti dopo settembre nel caso in cui non vi sarà un’estensione della raccomandazione da parte del regolatore ma anche ad accelerare il risiko proprio mentre i riflettori sono puntati su Banco Bpm, grande indiziato per un’integrazione con Bper. Il titolo di piazza Meda  viaggia a +39% da inizio anno, , molto meglio dell’Eurostoxx Banks e dell’indice bancario italiano +22%.  Grazie al vento che soffia dalle banche centrali. 

Commenta