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Fca-Renault, la rottura piomba sui mercati. Bce prepara nuovi prestiti alle banche

Exor mette le mani avanti e avverte i francesi:: “Non date la colpa ai giapponesi: è la Francia che ha fatto fallire la fusione” – Oggi il DIrettorio Bce su TLTRO

Fca-Renault, la rottura piomba sui mercati. Bce prepara nuovi prestiti alle banche

Colpo di scena nella notte: Fca ha ritirato “con effetto immediato” l’offerta di fusione con Renault. La svolta è maturata alla conclusione del Cda della casa francese che, dopo più di sei ore di discussioni, si è chiuso oltre la mezzanotte con un ulteriore rinvio: “Il consiglio – si legge in un comunicato – non è stato in grado di prendere una decisione a causa del desiderio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rimandare il voto a un consiglio successivo”. Per tutta risposta, il Cda presieduto da John Elkann che si è tenuto a Londra ha deciso meno di un’ora dopo di ritirare l’offerta.

“Fca continua a essere fermamente convinta – è la spiegazione offerta dalla nota del gruppo italo-americano – della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. È tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo”.

Fca esprime “sincera gratitudine a Groupe Renault, in particolare al suo presidente, al suo amministratore delegato e agli Alliance Partners, Nissan Motor Company e Mitsubishi Motors Corporation, per il loro costruttivo impegno in merito a tutti gli aspetti della proposta di Fca. Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente”.

“LA COLPA NON È DI NISSAN”, SOSTIENE EXOR

Immediata la reazione dei mercati: il titolo Fca ha perduto il 3,7% negli scambi after hours a Wall Street. In ribasso anche il titolo Nissan (-1,3%), dopo un tonfo iniziale del 3,6%. Perché la rottura? Secondo Parigi è stata una scelta “precipitosa”: il governo era pronto a dire sì nel caso Nissan avesse dato la sua adesione. Per questo motivo il ministro Bruno Le Maire si accingeva a partire la prossima settimana alla volta di Tokyo. Ma, secondo Fiat Chrysler, le cose stanno in maniera ben diversa. “Stanno cercando di scaricare la responsabilità su Nissan – dichiara al Financial Times un anonimo rappresentante di Fca (probabilmente lo stesso Elkann) – Ma noi siamo perfettamente consapevoli che il problema non è Nissan: il governo cerca scuse”. E da Tokyo, poche ore prima, era arrivato un commento ironico: “Exor scoprirà presto quanto è difficile aver a che fare con lo Stato francese”.  

LE AGENZIE DI RATING PUNISCONO IL MESSICO

I mercati prendono atto stamane di un altro fallimento. Non ha prodotto risultati la missione in Usa di una delegazione del Messico per scongiurare i dazi imposti da Donald Trump per frenare l’immigrazione clandestina negli States dal paese latinoamericano, colpito, tra l’altro, dal calo del rating deciso da Fitch (BBB) e da Moody’s (outlook da stabile a negativo). Intanto continuano le scaramucce con Pechino: Ford è stata punita con una multa dall’Antistrust cinese. Dagli Usa, intanto, arriva un segnale negativo dal mondo dell’occupazione: solo 27 mila buste paga in più a maggio nel settore privato, contro i 180 mila previsti. In questa cornice scende oggi in campo la Bce, alle prese con i problemi legati alla Brexit, che si profila sempre più hard, e dell’Italia, novello Titanic in rotta verso l’iceberg del debito. Non resta, insomma, che fare appello all’intervento delle banche centrali, estrema ma potente risorsa dei mercati.

I T BOND A 2 ANNI AI MINIMI, FED PRONTA A MUOVERSI

Poco mossi i listini asiatici: Tokyo e l’indice Csi 300 di Shanghai viaggiano poco sotto la parità.

I rendimenti dei T Bond Usa a 2 anni, i più sensibili all’andamento dei tassi, sono scivolati ai minimi dal 2017, a conferma che i mercati prevedono un taglio della Fed a luglio.

La speranza in un calo del costo denaro alimentato dagli ultimi dati macro ha dato ossigeno alle Borse americane: Dow Jones e S&P 500 entrambi+0,82%, Nasdaq +0,64%.

L’oro risale ai massimi da quattro mesi a 1.330,38 dollari l’oncia.

SCIVOLA IL PETROLIO, COMMESSA RECORD PER SAIPEM

Debole il petrolio dopo che l’Aie ha comunicato che le scorte di greggio sono volte ai massimi dal 1990. Il Brent tratta a 60,71 dollari.

Balzo in avanti ieri di Saipem (+2%). La società ha sottoscritto in Mozambico, un contratto per un valore pari a circa 6 miliardi di dollari. Da inizio anno, i nuovi ordini dovrebbero essere intorno a 8,5 miliardi di euro. Segno meno invece per Eni -1,3% e Tenaris -3,29% alle prese con i dazi sul Messico.

MILANO IN ROSSO DOPO LA BOCCIATURA UE

L’avvio della procedura di infrazione ha investito ieri Piazza Affari ma gli effetti della bocciatura di Bruxelles, sono stati assorbiti, per ora, con danni limitati. La chiave per capire la moderazione del mercato è l’attesa per la prossima (ahimè, l’ultima) mossa espansiva di Mario Draghi all’esame oggi del direttivo della Bce.

Milano ha infatti limitato i danni nel pomeriggio, chiudendo a -0,36% a 20.155 punti dopo aver toccato un minimo di 20.034 punti dopo l’scita della comunicazione della Commissione.

Chiudono poco mossi gli altri listini europei: Francoforte +0,08%; Londra +0,06%; Madrid +0,4%; Parigi +0,45%.

Stamane l’euro tratta a 1,1228.

OGGI DRAGHI VARA I PRESTITI TLTRO

Al centro dell’attenzione le decisioni che oggi prenderà il direttorio di Francoforte, ovvero i termini di quel che dovrebbe essere un mini QE, articolato sui prestiti alle banche. l’ultimo regalo di Mario Draghi ai mercati. Draghi ha già anticipato che ci saranno sette maxi finanziamenti a cadenza trimestrale, a partire da settembre 2019. Ogni operazione avrà una durata di due anni. Restano da chiarire alcuni punti chiave, primo tra tutti il costo: si va da +0,25%, come ipotesi peggiore per i mercati, a -0,40%, o anche più basso, come ipotesi migliore. Sarebbe ugualmente positivo, un allargamento dei finanziamenti anche alle attività immobiliari e l’inclusione, tra i soggetti autorizzati a chiedere liquidità, delle finanziarie controllate dalle banche.

Giornata in altalena per i Btp. Il decennale ha accusato il colpo dopo la presa di posizione della Commissione, arrivando a 2,63% di rendimento, con lo spread a quota 285 per poi riprendersi a 2,48%, spread 270. 

Il rendimento del Bund tedesco in serata era a -0,22%, dopo aver toccato storico a -0,23%. 

JUVENTUS IN FUGA, RISCOSSA DI ATLANTIA

In una seduta all’insegna della volatilità, l’Oscar di giornata spetta a Juventus +5,18%. Il balzo in avanti non dovrebbe una volta tanto esser legata al toto allenatore ma alla notizia che Kathryn Mayorga avrebbe ritirato le accuse di stupro nei confronti di Cristiano Ronaldo.

Alla riscossa i titoli dei concessionari di autostrade: Atlantia +2,5%, Sias +1%. Nell’ultima versione del decreto sugli appalti, c’è un articolo che semplifica il percorso di revoca di una concessione autostradale. La nuova norma protegge i dirigenti del ministero chiamati a firmare la revoca, oggi passibili di azione legale. Il decreto dovrebbe essere convertito entra la metà del mese.

Autogrill +1,25%. Mediobanca Securities ha confermato il giudizio outperform, alzando il prezzo obiettivo a 11,9 euro da 11,3.

PESANTO LE BANCHE, BENE IL GESTITO

Pesanti le banche, le più sensibili all’andamento dello spread, alla vigilia della Bce. Unicredit estende il ribasso a 3,45%, Intesa -0,87%.

Positiva invece Banca Generali +1,2%, che ha chiuso maggio con 475 milioni di euro di raccolta netta, nei primi cinque mesi il totale sale a 2,43 miliardi. Raccolta di prodotti di gestione, 196 milioni, consulenza evoluta 300 milioni.

Azimut + 0,3% il giorno dopo l’Investor Day a Londra. Kepler Chevreux ha ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo a 17,7 euro. Equita Sim ha confermato il target di 18,4 euro Pungente la nota di Mediobanca Securities, che assegna un rating Hold e un target price di 18 euro al titolo. Secondo i broker, un floor di 300 milioni di euro sarà forse raggiunto attraverso voci straordinarie, ma a regime, tolti i punti una tantum, l’utile netto attuale dovrebbe essere di 200 milioni.

AVANZANO UTILITY E LUSSO

Prysmian -0,3%. L’assemblea ha approvato il dividendo di 0,43 euro per azione. Il collegamento marittimo Scozia-Galles è tornato alla piena operatività due giorni fa.

Continua la marcia delle utility: Enel +0,4%. Italgas +0,5%, A2A +0,8%

In terreno positivo il lusso: Moncler +2,25%, Ferragamo +3,04%. 

Vola Geox (+4,5%): parte il nuovo piano di acquisto di azioni proprie. OVS +0,7%.

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