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Fca-Renault, Bentivogli: “Tutta colpa dei francesi e del Governo italiano”

Il leader di Fim Cisl commenta la mancata fusione tra i due gruppi automobilistici: “I francesi sono nazionalisti, ma il disinteresse di Di Maio e Conte ha sbilanciato la trattativa. Però non è finita. I consolidamenti nell’auto ci saranno”.

Il nazionalismo francese e l’assenza del Governo italiano hanno fatto saltare tutto. Questo il pensiero di Marco Bentivogli, segretario generale di Fim Cisl, che da leader sindacale della categoria dei metalmeccanici ha accolto con rammarico il mancato matrimonio tra Fca e Renault: “Il confronto tra Fca e Renault per una possibile fusione – ha detto Bentivogli – che avrebbe dato luogo al terzo gruppo al mondo di automotive, era già partito in modo squilibrato. La colpevole quanto ingiustificata e totale assenza del governo italiano ha infatti disallineato il confronto tra i due gruppi”.

Da una parte, sostiene il sindacalista, Renault aveva dalla sua, oltre alla partecipazione dello Stato al 15%, il governo impegnato in prima linea con il primo ministro Emmanuel Macron e il Ministro delle Finanze Bruno Le Maire. Dall’altra invece per l’Italia era seduto al tavolo di una delicatissima trattativa solo l’azionista privato “senza il minimo interesse, né dichiarazioni di interesse alla partita, da parte del Ministro dello Sviluppo Economico e tantomeno del premier Conte. Questo – prosegue il numero uno di Fim Cisl in una nota – ha creato le condizioni per un confronto del tutto proteso per parte francese. Una vicenda che ha dell’incredibile, è pazzesco che Palazzo Chigi non abbia minimamente accarezzato l’idea di partecipare al confronto per un’operazione industriale così importante sul piano industriale ed economico, a livello tanto nazionale quanto globale per gli impatti che avrebbe avuto sull’intero settore e sulla prospettiva”.

“Come Fim Cisl – arringa Bentivogli – abbiamo in questi giorni più volte sollecitato un intervento del governo italiano, ma senza nessuna risposta.  Parigi ha cominciato a strafare, a dettare la linea su svalutazione azionaria di Fca, posti di lavoro, volumi di produzione e management, con tanto di Presidente e amministratore delegato. L’altra sera eravamo al pre-accordo mentre il governo italiano non se ne è neanche accorto. Il nazionalismo francese da una parte e l’assenza del Governo Italiano hanno fatto saltare tutto, spingendo gli azionisti di Fca a ritirare l’offerta”.

Un’occasione mancata, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Cda di Renault in una nota, ma non tutto è perduto: secondo molti, le nozze tra i due gruppi automobilistici si possono ancora salvare. “Non credo sia tutto finito – concorda Bentivogli – anche se non è facile recuperare. Questa operazione serviva alla nostra industria e a quella francese, con la quale abbiamo in essere molti accordi,  perché in qualunque modo la si voglia vedere, i consolidamenti in questo settore in questi anni ci saranno. Se non sarà Fca per Renault sarà un altro, ma sarà fondamentale per la tenuta e la competitività del settore nel nostro paese”.

“Il punto – chiude il segretario dei metalmeccanici della Cisl – è che anche su eventuali altre partite il governo deve avere un ruolo, come d’altra parte avviene nel resto del mondo. In Italia invece su lavoro e industria c’è un disinteresse generale ad oggi livello politico, così rischiamo di rimanere dei moscerini in mezzo a tanti più grossi di noi. Non penso che sia tutto finito. Lo stop dell’intesa e la reazione della Borsa forse aiuterà ma servirà che Parigi metta da parte il suo nazionalismo, solo allora la trattativa può riprendere. Ma non senza la presenza di un interlocutore politico italiano”. 

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