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Fase 2 e App, come funziona “Immuni” e chi sono i suoi azionisti

La nuova App scelta dal Governo per tracciare gli spostamenti degli italiani nella Fase 2 è stata progettata da Bending Spoons, un’eccellenza italiana. Chi sono i suoi soci e cosa bisogna sapere per conciliare privacy e salute

Fase 2 e App, come funziona “Immuni” e chi sono i suoi azionisti

Coronavirus, si avvicina la Fase 2 e tutti guardano alla riapertura graduale delle attività dal 4 maggio (e per qualcuno forse anche prima). Tra i tanti cambiamenti in arrivo, c’è anche l’utilizzo della App per tracciare gli spostamenti degli italiani nella transizione verso cure certe e vaccino anti Convid-19: il governo si affiderà alla App “Immuni”, l’applicazione scelta dal commissario Domenico Arcuri che, a fine settimana scorsa, ha firmato l’ordinanza per svilupparla. Stando alle previsioni si potrà scaricare, su base volontaria, dai primi di maggio.

 Il bando per la selezione ha raccolto 319 proposte ma alla fine ha vinto quella ideata dalla milanese Bending Spoons, una softwarehouse fondata dai quattro giovani ingegneri italiani Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Luca Querella e Matteo Danieli e dal designer polacco Tomasz Greber. L’azienda, nata nel 2013 in Danimarca, arrivata oggi a 117 dipendenti con un’età media di 29 anni, si è già conquistata il titolo di “salotto  buono” delle App per i soci altolocati a cui ha aperto le porte in Italia. Sono loro, insieme al Centro medico Santagostino, la rete lombarda di ambulatori polispecialistici di Luca Foresti e a Jakala, la società di e-marketing fondata da François de Brabant ad aver presentato il progetto più convincente. Su Immuni vuole “approfondire” l’esame il Copasir – la Commissione parlamentare di controllo sulla Sicurezza nazionale – che, a detta del suo presidente, vuole convocare Arcuri a riferire nei prossimi giorni.

Ma come funzionerà Immuni, chi sono i suoi azionisti, quali sono i vantaggi e gli eventuali rischi che porterà con se?

COME FUNZIONA IMMUNI

Come una qualsiasi altra App, Immuni si scaricherà dall’Apple Store o da Google Play a seconda del sistema operativo (iOs o Android) adottato dal proprio smartphone. Servirà a due scopi: tracciare un diario clinico personale che archivi dati sul proprio stato di salute, senza che alcun dato lasci il dispositivo; tracciare i contatti avuti dall’utilizzatore con altre persone che abbiamo anch’esse scaricato l’App. Il tracciamento si basa su tecnologia Bluetooth che permette allo smartphone di riconoscere gli altri cellulari. E’ questa la funzione che impatta con la privacy ma con le barriere del caso: chi risulterà positivo al virus sarà consultato dal medico sulla possibilità di sbloccare, volontariamente e grazie a un codice, la lista dei contatti (resi anonimi) che ha incrociato. A questo ultimi verrà inviata una notifica per comunicare che sono a rischio contagio, devono mettersi in quarantena o fare il tampone. Nessuno dei dati raccolti verrà diffuso prima che il paziente abbia deciso di dare il consenso al loro utilizzo.

Un aspetto da non sottovalutare è l’accettazione del nuovo strumento: perché risulti efficace, infatti, dovrà essere adottata almeno dal 60% degli italiani ma la Regione Lombardia, per esempio, ha già inviato un Sms ai residenti con la richiesta di scaricare un’altra App, regionale. Inoltre, il 20% degli italiani – quelli più anziani – non ha uno smartphone così come i bambini.

LA PRIVACY E LA TRACCIABILITÀ

E’ evidente che i dati raccolti tramite le applicazioni siano sensibili e abbiano un alto valore economico. Immuni viene per questo concessa in licenza d’uso aperta, a titolo gratuito, allo Stato che dovrà decidere sulla gestione dei dati: se i positivi e la lista anonimizzata dei loro contatti vadano affidati a un server centrale o se invece le informazioni , comunque criptate, vengano lasciate nello smartphone. Altra questione da decidere è se ci si limiterà ad usare il Bluetooth o se lo si vorrà integrare – magari in un tempo successivo – con la geolocalizzazione Gps come è stato fatto in Corea del Sud, una tecnologia ben più invasiva.

Sono domande che anche altri governi europei si pongono all’interno di linee guida fornite dalla Ue che predilige l’interscambio di App sul territorio europeo e considera la volontarietà un requisito imprescindibile. Immuni sarà in grado di contribuire al tracciamento di contatti anche in Francia, Svizzera, Spagna Austria, Belgio, Danimarca e Germania.

 Come l’Italia anche la Germania, che dal 4 maggio riaprirà le scuole e che è riuscita ad uscire dall’emergenza prima di noi, sta lavorando ad un’App di tracciamento. “Userà il bluetooth e non il Gps” già chiarito il ministro della Salute Jens Spahn, precisando che ci vorranno ancora 3-4 settimane per metterla a punto. In Francia il governo è al lavoro per lanciare l’App StopCovid con la fine del confinamento sociale ma non sarà pronta, ha annunciato il sottosegretario al Digitale, Cédric O, per il dibattito parlamentare del 28 aprile.

Per quanto siano da valutare con attenzione tutte le implicazioni, giova tenere presente questa osservazione di Luca Foresti, Ad del Centro Medico Santagostino, in un’intervista al Corriere della Sera: “Decidiamo continuamente di dare i nostri dati ad aziende private che ci danno servizi e ci inviano pubblicità: Apple, Google, Amazon, Microsoft li impiegano per creare valore per se stesse. (…) Chiunque può valutare il rischio per la privacy a fronte di quello per la salute, considerando che la App Immuni non chiede nome, cognome né numero di telefono e ha una tecnologia pensata con gli esperti di tutela dati per evitare abusi”.

IMMUNI E BENDING SPOONS: CHI SONO AZIONISTI E PARTNER

Bending Spoons, lo abbiamo detto, è una software house milanese: nata nel 2013 in Danimarca, trasferitasi come Spa in Italia nel 2015 con un capitale suddiviso tra 48 soci di varie nazionalità, è esplosa nel 2018. Il fatturato è passato in pochi anni da 4,7 milioni del 2016 e un utile di 1,6 milioni messo a riserva, a 6,8 milioni nel 2017 (1,5 milioni di utile) e 31,9 milioni nel 2018 (3 milioni di utile).

Il suo nome è innovativo come tutto il team del resto: Bending Spoons (BS) sta per “cucchiai che si piegano” e richiama una celebre scena di Matrix in cui si vede un bambino che con la mente riesce a piegare il cucchiaio. 

In poco tempo i ragazzi di BS hanno scalato la vetta delle software factory europee e il 4 luglio scorso hanno annunciato l’ingresso nel proprio capitale di H14 (dei tra figli di Veronica Lario e Silvio Berlusconi, Barbara, Eleonora e Luigi che è anche azionista di Fininvest), Nuo Capital (holding di investimenti della famiglia Pao/Cheng di Hong Kong) e StarTip (veicolo di Tamburi Investments Partners S.p.A). Tutti insieme, complessivamente, hanno acquistato il 5,7% della società. Ma Bending Spoons sarà affiancata oltre che dal Centro medico Santagostino anche da Jakala in cui sono presenti, ancora una volta i tre ragazzi Berlusconi ma anche il fondo Ardian, Mediobanca e imprenditori come Renzo Rosso, Paolo Marzotto e Giuliana Benetton. D’altra parte Bending Spoons è una azienda piccola ma di grande successo: in pochi anni ha prodotto circa 12 App e ottenuto 294 milioni di downloads ad una media di 200.000 al giorno. Il fatturato 2019 è dato in ulteriore crescita trainato da energia creativa. Non poteva non attirare l’attenzione degli investitori.

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