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Facebook ko: perde milioni di utenti e nel dopo Borsa brucia 200 miliardi di dollari

Giornata da dimenticare per Facebook, seccamente bocciata dal mercato – L’inflazione sale anche in Europa ma la Bce è decisa a non aumentare per ora i tassi

Facebook ko: perde milioni di utenti e nel dopo Borsa brucia 200 miliardi di dollari

Nel giro di poche ore, in pratica la durata della puntata del festival di Sanremo, ieri il titolo Meta (ex Facebook) ha lasciato sul terreno circa 200 miliardi di dollari, un terzo circa del valore dell’intera Piazza Affari. È la risposta del mercato ai conti deludenti dell’ammiraglia dei social network, i primi dopo la conversione al Metaverso. Una bocciatura (-20%) giustificata dal calo del numero degli utenti giornalieri e delle entrate pubblicitarie. Ma qui il metaverso, per la verità, c’entra poco: il calo è legato alle nuove regole di tracciamento imposte da Apple per gli utenti via iPhone, che hanno reso più difficile seguire l’attività su Internet per Facebook a vantaggio di Alphabet (+7,5%). In ogni caso, la mazzata inflitta a Mark Zuckerberg è destinata a segnare oggi la seduta delle borse di più della riunione della Bce, alla ricerca di appigli per non alzare i tassi, come sarà presto inevitabile, secondo molti analisti. E come probabilmente farà la Bank of England.

In forte calo il future del Nasdaq: giù Tokyo

Il future del Nasdaq stamane è in calo del 2%. Anche il future su S&P perde l’1,6%

Torna il ribasso anche in Asia, l’indice Bloomberg APACD perde lo 0,5% dopo quattro sedute filate di rialzo. Nikkei di Tokyo -0,9%. Sidney -0,3%, Mumbai -0,5%.

Sono in rialzo di oltre il 2% le borse della Corea del Sud e di Singapore, ma solo perché sono state chiuse per tre giorni e ora si allineano. Prosegue la lunga festività del Capodanno lunare in Cina: i mercati di Shanghai, Shenzen e Hong Kong non lavorano.

Crollano anche Snap e Twitter

Indici Usa positivi ma sconvolti nel dopo borsa: Dow Jones +0,63%, S&P+0,98%, Nasdaq +0,75%.

Sotto tiro anche Spotify che ha perduto più del 10%. Non è ancora prezzato l’effetto delle polemiche su Jack Rogan, protagonista della campagna no vax: nel primo trimestre 2022 gli utenti premium dovrebbero crescere del 2% circa rispetto all’ultimo trimestre del 2021.

In caduta anche Snap (-14%) e Twitter (-8%). Anche Alphabet nel dopoborsa è arrivata a perdere il 2%.

Sale il dollaro, stabile il petrolio

Contesto macro poco mosso. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,76%. Torna a salire il dollaro dopo tre giorni di calo. Euro a 1,130 nel giorno delle comunicazioni della Bce.

Petrolio Brent e WTI in assestamento, in calo dello 0,4%. Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono inaspettatamente scese di un milione di barili al giorno, tutto come previsto al vertice dell’Opec+: i membri hanno deciso di andare avanti con gli incrementi programmati.

L’inflazione morde anche in Europa: +5,1%

L’inflazione nell’Eurozona a gennaio è decollata al 5,1%. Svanisce così la speranza di una frenata spontanea dei prezzi, così come da mesi prevede la Banca Centrale Europea. Aumenta, al contrario, la pressione per l’aumento dei tassi e l’uscita dalla politica espansiva dell’istituto. A provocare l’impennata dei prezzi, più alta del previsto, sono stati il caro energia (+28,6%) assieme all’aumento degli alimentari (+5,2%) che hanno vanificato l’effetto della minor pressione sui manufatti industriali. Il dato più elevato riguarda la Lituania (+12,2%), mentre il Paese meno colpito è la Francia (solo +3,3%).

Anche in Italia l’inflazione si è portata a un livello che non si registrava da aprile 1996, ben oltre le attese, con gli energetici a trainare la fiammata. Secondo i dati provvisori diffusi oggi da Istat, i prezzi al consumo salgono dell’1,6% su mese e del 4,8% su anno. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%.

Bini Smaghi: “La Bce aspetterà”

I dati non dovrebbero spingere la Banca centrale dell’euro a modificare, almeno nel breve, l’impostazione espansiva della politica monetaria. L’opinione di Lorenzo Bini Smaghi, già membro del direttorio: “Credo che prima di cambiare politica la Bce vorrà vedere i dati di febbraio e marzo”. Ma gli investitori si aspettano comunque un atteggiamento più “falco” nelle comunicazioni del direttorio. “Mi aspetto che non vedremo alcun cambiamento drammatico – commenta Craig Erlam di Oanda – ma potremmo vedere leggere modifiche nel tono e nel linguaggio che aprono la strada a qualcosa di più significativo a marzo”.

L’Eurogruppo: “Basta stimoli”

Un’eco delle preoccupazioni è emersa ieri dalle parole del presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohue, che parlando al Parlamento europeo ha sottolineato che “l’aumento dell’inflazione sta penalizzando la crescita. È ragionevole – ha aggiunto – aspettarsi nel 2023 un minor sostegno fiscale da parte dei governi della zona euro per le loro economie rispetto ai livelli attuali, dato il miglioramento della ripresa economica”.

In questa cornice è proseguita la tendenza al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato. Il Bund decennale sale a +0,052, il Btp di pari durata sale leggermente a 1,437, per uno spread stabile a 138,50 punti base. Gli ordini per il nuovo Brpei indicizzato maggio 2033, da 5 miliardi di euro, hanno superato i 19 miliardi.

L’euro mantiene una buona intonazione contro il dollaro e cerca di agguantare quota 1,13.

Domani si riunisce anche la Bank of England: probabile un ritocco verso l’alto dei rendimenti.

Milano cancella le perdite di gennaio

Piazza Affari, pur lontana dai massimi a fine seduta, ha azzerato le perdite dall’inizio dell’anno: +0,60%, a quota 27.388. Più arretrate Amsterdam (+0,16%) e Parigi (+0,36%). Piatte Madrid (+0,01%) e Francoforte.

In grande evidenza a Londra Ocado (+6,9%) dopo che il colosso dei supermarket online ha ottenuto Il rango di outperform dal Crédit Suisse.

A Milano si sono messe in luce le banche: Unicredit +3%, Banco Bpm +2,3%, Intesa +1% in attesa della presentazione del piano industriale di venerdì. Sale anche Mps (+2,3%) in riferimento alla possibile sostituzione dell’attuale ad Bastianini.

Saipem, si placa la frana. Ora bisogna trovare i soldi

Saipem si assesta poco sotto la parità (-1,2%) dopo una prima parte di seduta caratterizzata da alta volatilità, in un mercato che attende maggiore visibilità sulle prossime mosse della società e dei principali azionisti per definire adeguate contromisure dopo l’inatteso profit warning. Ieri è filtrata l’ipotesi di un polo italiano dell’ingegneria imperniato su Maire Tecnimont (-0,9%) e l’apporto finanziario della Cdp.

Eni cede lo 0,6% in attesa delle scelte dell’Opec+.

Ferrari show: vendite record, 12mila euro ai dipendenti

Sale Ferrari (+1,4%) dopo i conti del 2021, anno in cui il Cavallino Rosso ha consegnato 11.155 vetture, nuovo record assoluto. “L’azienda – ha dichiarato l’ad Benedetto Vigna – ha posto le basi per un nuovo piano industriale, che sarà presentato il 16 giugno a Maranello”. Ferrari darà ai 4.500 dipendenti un premio annuale di competitività di 12.000 euro.

Tra le altre blue chip primeggiano Amplifon (+3,2%) e Interpump (+2%). Strappano le azioni Orsero (+4,5%) sulla scia della nuova guidance. Il broker Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo a 18 euro da 16 euro precedente, confermando la raccomandazione “Buy”.

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