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Evergrande non paga, il crack cinese si allarga: fondi in allarme

Il colosso immobiliare cinese non è in grado di pagare gli interessi su alcuni dei bond emessi: un milione di clienti, che hanno anticipato i soldi per comprare casa, restano così nel limbo – Cresce l’allarme dei fondi cinesi, ma anche occidentali: ecco l’elenco delle prime vittime

Evergrande non paga, il crack cinese si allarga: fondi in allarme

È ufficiale: lunedì il colosso immobiliare cinese Evergrande, gravato da 305 miliardi di debiti in dollari, non onorerà gli interessi di alcuni bond. Intanto, resta nel limbo il milione di clienti che ha anticipato i soldi per comprare casa. E restano incompiuti, per assenza di capitali, 1.300 complessi distribuiti in 280 città, tanti immobili che potrebbero riempire il 75% di Manhattan. Ma si leccano le ferite anche i grandi gestori occidentali che solo pochi mesi fa hanno lanciato fior di fondi azionari e obbligazionari per cavalcare la ripresa cinese, che si è ben presto fermata. Reuters stila un primo elenco delle vittime: Amundi (93 milioni di dollari), Ubs (83) e a seguire BlackRock, Fidelity e così via. A loro spese (anzi dei loro sottoscrittori) i gestori scoprono che anche in Cina non vale il detto “troppo grande per fallire”. O che, quando si va a caccia di rendimenti superiori al 10%, si corrono brutte avventure anche in mercati all’apparenza tranquilli.

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Per ora non si avvertono nuovi scricchiolii nella finanza globale dopo l’ennesimo disastro cinese (il tech ha lasciato sul terreno quest’anno più di mille miliardi di dollari). I mercati attendono le decisioni della Fed: sale il dollaro, si muovono al rialzo i rendimenti dei bond a danno dei listini azionari. Ma a limitare i danni ci pensa l’aumento dei consumi.

Chiudono la settimana in ripresa anche le borse asiatiche, limitando così i danni. Il Nikkei di Tokyo sale dello 0,5%, +0,3% la settimana. Anche se China Evergrande perde un altro 12%, l’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,4%, ma la settimana si conclude con un ribasso del 5,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%, -3,8% la settimana.

ESORDIO BOOM A SEUL DEI CANTIERI DI HYUNDAY

Il Kospi di Seul +0,3% nel giorno del pirotecnico debutto di Hyundai Heavy: il titolo ha più che raddoppiato il proprio valore, a 117 won, dopo un’Ipo da un miliardo di dollari: la società della cantieristica ha venduto le azioni al massimo del range iniziale. L’indice Kospi chiude la settimana sulla parità.

AUSTRALIA -0,8%. L’INDIA È LA BORSA MIGLIORE

L’Australia (-0,8%) è al centro delle attenzioni e delle critiche dopo l’accordo militare con Usa e UK in funzione anticinese che Pechino definisce “un gesto da guerra fredda, fuori dal tempo”. L’indice della borsa di Sidney chiude la settimana in ribasso dello 0,2%.

Il BSE Sensex di Mumbai guadagna in avvio di seduta lo 0,6%. Il bilancio settimanale è positivo: +2%.

A WALL STREET BRILLANO SOLO LE SCARPE DI FEDERER

Deboli ieri i mercati Usa: Dow Jones -0,18%, S&P -0,13%. Nasdaq in lieve progresso: +0,15%.

Da segnalare il brillantissimo esordio di On: +47% in occasione dell’Ipo. Il produttore di scarpe sportive che ha tra i soci Roger Federer è valutato 11 miliardi di dollari.

I future di Wall Street sono piatti alla vigilia di una giornata probabilmente condizionata dallo scadere delle opzioni sugli indici e sulle azioni: i grandi investitori dovrebbero essere impegnati nelle prossime ore nella revisione delle posizioni.

ORO, LA FRANA SI FERMA A 1.753 DOLLARI

Protagonista della seduta di ieri l’oro, in calo del 2,2%, a 1.753 dollari l’oncia. Nel corso della notte la discesa si è fermata. Stamattina è in corso un rimbalzo a 1.759 dollari, +0,3%. Uno dei grandi fondi di BlackRock, il Global Allocation Fund, ha azzerato la quota di oro in portafoglio in vista di un’accelerazione della crescita economica che porterà a una normalizzazione dei tassi d’interesse. Lo ha annunciato il gestore Russ Koesterch a Bloomberg TV.

Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,33%. Euro dollaro poco mosso a 1,177, ieri l’euro ha perso lo 0,4%. Petrolio WTI in lieve calo a 72,4 dollari il barile.

L’EUROPA ACCELERA GRAZIE AI VACCINI

Buone nuove per il Vecchio Continente. L’andamento della pandemia lascia sperare in una ripresa economica più robusta di quanto si pensava. Lo conferma la presidente della Bce, Christine Lagarde, secondo cui l’economia della zona euro si sta riprendendo più rapidamente di quanto previsto solo sei mesi fa, grazie alla rapida campagna di vaccinazione che ha consentito la riapertura di ampi settori dell’economia. Il Pil combinato dei 19 Paesi che condividono la moneta unica è ora stimato ai livelli precrisi prima della fine dell’anno, anche se la tendenza di crescita non si è ancora del tutto stabilizzata. In questa cornice i mercati scommettono che la Fed si muoverà solo a novembre ma il tapering sarà più deciso di quanto deliberato dalla Bce. Di qui il rialzo dei listini, ridimensionato solo in parte nel finale con la discesa dei prezzi del petrolio. E i nuovi progressi del dollaro.

MILANO (+0,78%) SFIORA I 26 MILA PUNTI

Piazza Affari mette a segno un guadagno dello 0,78 % solo sfiorando, però, l’asticella dei 26 mila punti (25.963).

CORRE INDITEX, LAGARDERE (+24%) NEL MIRINO DI BOLLORÉ

Francoforte chiude in rialzo dello 0,22%, in linea con Londra (+0,15%). Madrid (+1,04%) è stato il listino migliore: a trascinare il Toro è stato il colosso dell’abbigliamento Inditex: +5% dopo i dati del semestre.

Parigi +0,49%. Ad animare il listino francese è stata l’ultima offensiva di Vincent Bolloré, che attraverso Vivendi ha acquistato il 18% di Lagardére, cui fa capo un rilevante portafoglio media, compreso Canal Plus. Il titolo della preda è salito del 24% ancora prima che Vivendi chieda l’autorizzazione per lanciare l’Opa.

Bnp Paribas ha collocato tramite Accelerated BookBuilding la sua quota in Euronext, pari al 2% del capitale.

La prospettiva di una ripresa di viaggi e turismo ha messo le ali a Ryanair (+4%), che ha alzato le stime di traffico a 225 milioni di passeggeri l’anno entro il 2026, dai 200 milioni precedenti.

DIFESA, ASSE TRA AUSTRALIA, USA E UK: FRANCIA FURIBONDA

L’attenzione dell’Eliseo (e della stampata) ieri si è concentrata sullo schiaffo (“degno di Trump”, ha detto un ministro) subito dalla Francia: l’Australia ha liquidato l’accordo da 66 miliardi di dollari con Parigi nella difesa, compresa la costruzione di un sommergibile nucleare contraddicendo le assicurazioni fornite a Macron due settimane prima. In compenso, nasce un asse a tre tra Canberra, gli Stati Uniti (che venderanno il loro modello) e il Regno Unito. Uno smacco che, tra l’altro, creerà nuovi gravi problemi ai cantieri di Saint Nazaire, già protagonisti del lungo e fallito fidanzamento con Fincantieri (+0,07%). Il deal australiano, al contrario, offre buone opportunità a Drs, la controllata Usa di Leonardo (+0,33%), che sbarcherà entro l’anno a Wall Street.

SPREAD SOTTO I 100 PUNTI, SALE IL BUND (-0,28%)

Meglio i Btp dei Bund nella seduta di ieri. I titoli tedeschi si muovono in perfetta sintonia con i T-bill Usa, in movimento in attesa della riunione della Fed.

Prima di riportarsi poco al di sotto del -0,3%, il tasso del Bund decennale agosto 2031 ha toccato -0,283% – massimo da due mesi – permettendo allo spread Italia/Germania di riportarsi poco sotto 100 punti base.

CNH SUPERSTAR: A GENNAIO LO SPIN-OFF DI IVECO

Cnh Industrial superstar (+4,27%) dopo la conferma da parte dell’ad Gerritt Marx che la quotazione della sua controllata Iveco è in programma per il primo semestre del prossimo anno, forse già a gennaio. Gli analisti di Intesa sottolineano che “la potenziale quotazione di Iveco già a gennaio conferma la forte esecuzione del piano che consente a Cnh di valorizzare meglio ogni singolo asset”.

La controllata di Exor, che ieri ha annunciato una commessa al Porto di Amburgo peri camion elettrici sviluppati con l’americana Nikola, parteciperà inoltre come partner aziendale al progetto 5G Open Innovation Lab, un ecosistema globale di imprese, esponenti del mondo accademico e istituti governativi, che si propone di promuovere l’adozione delle tecnologie 5G e l’innovazione in questo ramo.

Avanza anche Stellantis (+1,18%); segno più anche per Ferrari (+0,2%). Sale anche la capogruppo Exor (+1,74%).

Nella parte alta del listino figurano inoltre Nexi (+2,9%), Finecobank (+2,01%) e Italgas (+1,81%).

RIALZA LA TESTA UNICREDIT PREMIATA DA JEFFERIES

Tra le banche rialza la testa Unicredit (+1,45%). Gli analisti di Jefferies hanno incrementato a 13,4 euro il target price del titolo e confermato l’indicazione di acquisto. Bene anche Intesa (+1,28%).

Nel settore assicurativo si mette in luce Unipol (+1,9%). Generali sale dello 0,88%, mentre prosegue l’iter previsto per il rinnovo del cda che sarà sancito in primavera dall’assemblea dei soci.

STM SALE OLTRE 40 EURO, RECUPERA ITALGAS

Supera il muro dei 40 euro Stm (+0,8%), tra le utilities piatta Enel in attesa delle decisioni del governo sulle bollette.

Rimbalza A2a (+1,1%). Recupera Italgas (+1,8%) mentre Gas Plus, dopo una sospensione, mette a segno un rialzo del 15%.

Sale ancora Maire Tecnimont (+2,4%), in terreno negativo i petroliferi, condizionati dal cattivo andamento di giornata del greggio. Saipem perde l’1,72%. Tenaris -1,18%. Ancora vendite sul comparto del lusso, in particolare Moncler (-0,5%).

FNM IN VOLO, OGGI IL PIANO STRATEGICO

Fuori dal paniere strappa Fnm, con un balzo dell’8,8% alla vigilia della presentazione del piano strategico domani. “Ci attendiamo un’attraente politica dei dividendi”, scrive Equita.      

SAFILO, L’EFFETTO FERRAGNI È GIÀ FINITO

Giù Safilo, con un ribasso del 7,6% su prese di profitto dopo il balzo delle sedute precedenti a seguito dell’accordo con Chiara Ferragni per il lancio di una nuova linea di occhiali. All’Aim brilla Gibus (+4,71%): il produttore di ambienti per terrazze e giardini ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 6,2 milioni di euro (contro 1,5 milioni dello stesso periodo del 2020).

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