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Europa in rosso con Wall Street. Ma Leonardo brilla e Mps tiene

Dopo il rally delle ultime settimane e impone il rosso ai listini europei che puntano gli occhi sulla riunione Bce di giovedì. Milano chiude a -0,8%, Londra fa peggio sulla scia della rivalutazione della Sterlina. Sale anche l’euro. Nel giorno del debutto, Monte dei Paschi scambia 51 milioni di titoli e chiude a 4,55 euro – Realizzi su Saipem e Fca – Una vera Caporetto per Banca Euromobiliare.

In attesa di novità, domani, da Mario Draghi, l’euro riprende quota sul dollaro e il cross si riporta in zona 1,18, mentre i listini europei chiudono in calo, appesantiti nel pomeriggio anche dall’apertura in ribasso di Wall Street. Piazza Affari perde lo 0,81%, 22.446 punti, penalizzata da prese di beneficio su titoli big come Saipem -3,83%; Fiat -3,23% e Italgas, -2,8%, dopo l’euforia messa in moto dalle trimestrali.

Peggior piazza europea è Londra, -1,05%, a causa del rialzo della sterlina con i dati sul pil del terzo trimestre, migliori del previsto. Nell’eurozona perdono quota Madrid -0,51%; Francoforte -0,46%; Parigi -0,37%. 

Wall Street, come detto, si prende una pausa, dopo la sfilza interminabile di record, con alcune trimestrali deludenti, a partire da At&T. Bene invece Coca Cola. Le vendite accelerano nel corso della seduta, con Donald Trump in difficoltà sulla riforma fiscale. Sul fronte immobiliare gli States registrano però un balzo nella vendite di case nuove (+18,9%), ai massimi dal 2007 e decisamente superiore alle previsioni.

Il petrolio rallenta, dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, peggiore della attese: Brent -0,38%, 57,95 dollari al barile. Piatto l’oro. 

Seduta positiva invece per l’obbligazionario italiano, con il rendimento del Btp 10 anni che scende al 2,04% e lo spread con il Bund che si restringe dello 0,83%, a 155.40 punti base. La carta tricolore mantiene il suo appeal, mentre al Senato passano le prime quattro fiducie al “Rosatellum” e alla vigilia dell’attesissima riunione della Bce che dovrebbe avviare il  tapering. Il consensus degli analisti prevede una riduzione del ritmo mensile di acquisti netti di bond dagli attuali 60 miliardi a 30 (o 25 secondo alcuni). Il programma dovrebbe essere però esteso di 6 o 9 mesi e quest’ultima opzione sembra la più probabile.

In Piazza Affari oggi era il giorno del rientro di Mps, che chiude a 4,55 euro per azione, leggermente meglio del 4,28 previsto in modo prudente dall’istituto. Scambiati 51 milioni di titoli.

Caporetto invece per Bim-Banca Intermobiliare, -41,56%, 0,571 euro per azione, dopo che sono stati resi noti i termini della cessione da parte di Veneto Banca a Trinity, società di investimento gestita da Attestor Capital, che poi lancerà un’Opa. “Il prezzo iniziale offerto per il pacchetto di controllo e che sarà lo stesso per l‘Opa – scrive Reuters – pari a 0,22411 per azione, è decisamente inferiore alle quotazioni di borsa del titolo che quindi crolla a Piazza Affari”.

Fra le blue chip la migliore è Leonardo +1,06%, con l’ad Alessandro Profumo che, in audizione alla Camera, sostiene:  “Vorrei avere una crescita del 5% come pavimento. È un obiettivo non facile ma ritengo che abbiamo la capacità per farlo”. L’agenzia di rating Fitch inoltre alza il giudizio a BBB- (investment grade) con outlook stabile. Frazionali guadagni per Ynap, +0,74%, nella moda, e per Unicredit +0,46% fra le banche. Bene Mediaset, +0,46% e Atlantia +0,37%.

Le vendite, oltre a Saipem, Fiat e Italgas, affossano Tenaris -2,12% e Ferragamo -1,9%.

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