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Euribor ai minimi: una festa per i mutui a tasso variabile

L’indice Euribor a un mese ha toccato lo 0,40%, tornando praticamente al livello più basso mai raggiunto, mentre quello a 3 mesi si è portato invece sullo 0,70%, avvicinandosi anche in questo caso al minimo storico – La stragrande maggioranza dei mutui a tasso variabile è legata all’andamento di questi indici.

Mutuari dell’eurozona, consolatevi. Se il vostro tasso è variabile, pagherete di meno. L’indice Euribor a un mese ha toccato lo 0,40%, tornando praticamente al livello più basso mai raggiunto. Fin qui il record – fatto segnare il 31 marzo 2010 – è dello 0,397%. L’indice a 3 mesi si è portato invece sullo 0,70%, avvicinandosi anche in questo caso al minimo storico dello 0,634%.

L’Euribor indica il tasso d’interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee e la stragrande maggioranza dei mutui a tasso variabile è legata al suo andamento

Gli ultimi dati hanno quindi una doppia valenza: da una parte segnalano l’incertezza e l’instabilità delle prospettive economiche, dall’altra suonano come musica alle orecchie di chi ha acceso un mutuo scegliendo la formula del tasso variabile. Solo in Italia, si tratta di oltre tre milioni di persone. 

Ma non basta. Questa situazione sembra destinata a durare ancora a lungo: gli Euribor resteranno sotto la media storica del 3% almeno per i prossimi 5 anni. Secondo le previsioni sui futures, gli indici rimarranno inferiori all’1% fino a settembre 2014 e risaliranno verso il 2% soltanto nel 2016. 

In ogni caso, l’Euribor non è una vera panacea. Ad influenzare in modo decisivo il costo dei mutui, come del credito in generale, è ancora una volta il beneamato spread. Il differenziale di rendimento fra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi incide profondamente sul costo del finanziamento che le banche devono sostenere sui mercati interbancari. Di conseguenza, il dato ha un’influenza diretta anche sugli spread che gli istituti di credito applicano ai nuovi mutui. 

Oltre agli Euribor, tuttavia, scendono anche gli indici Eurirs, legati prevalentemente al calcolo dei mutui a tasso fisso. L’Eurirs a 20 anni è calato al 2,55%, mentre quello a 25 anni è scivolato al 2,51%. Ma per chi ancora deve andare in banca a chiedere la grazia di un mutuo, i dubbi sono davvero pochi. Oggi la distanza tra il miglior tasso variabile (3,5%) e il miglior tasso fisso (5,8%) è del 2,3%. Un abisso. 

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