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Bnp Paribas ha quota potenziale del 5,39% in Generali. Il titolo affonda in Borsa: ecco perché

Bnp Paribas detiene una quota potenziale del 5,39% in Generali. La banca cede sul listino di Parigi dopo che un tribunale newyorkese ha riconosciuto l’istituto complice delle violenze in Sudan

Bnp Paribas ha quota potenziale del 5,39% in Generali. Il titolo affonda in Borsa: ecco perché

Bnp Paribas detiene il 5,39% di Generali con titolo di indiretta proprietà. La novità emerge dalle comunicazioni Consob, con aggiornamento allo scorso 10 ottobre. La partecipazione è detenuta tramite le società controllate Bnp Paribas Financial Markets (5,15%), Bnp Paribas Cardif e Bnp Paribas Securities Services. I diritti di voto riferibili ad azioni sono pari allo 0,26%. Il resto sono posizioni lunghe con contratti di opzione “Vanilla” con date di scadenza comprese tra il 17 ottobre 2025 e il 20 dicembre 2030 per l’1,28% e Contratti Total Return Swap, con date di scadenza comprese tra il 9 marzo 2026 e il 23 aprile 2029, per il 3,74% e altri contratti Swap, Future e di opzione, con date di scadenza comprese tra il 19 dicembre 2025 e il 20 dicembre 2030.

Bnp Paribas pesa in Borsa: ecco perché

Una condanna del Tribunale di Manhattan a risarcire oltre 20 milioni di dollari a tre ex profughi sudanesi con cittadinanza americana affonda Bnp in Borsa a Parigi. Il titolo, che ha ceduto fino a oltre il 10%, lascia sul campo l’8,47% a 6,22 euro, spingendo al ribasso la piazza francese nella prima seduta dopo il declassamento ad “A+” da parte di S&P, che porta Parigi sotto la soglia psicologica della “doppia A”. La sentenza del tribunale di New York risale allo scorso 17 ottobre sulla base delle denunce degli ex-cittadini sudanesi, ora naturalizzati americani, vittime delle atrocità compiute dal regime in Sudan tra la fine degli Anni 90 e il 2010 in Darfur e nei Monti Nuba. In risposta alla decisione della corte americana la banca ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello in quanto “la sentenza è manifestatamente sbagliata e ignora alcuni elementi di prova importanti che la banca non è stata autorizzata a presentare”.

Lo scivolone in Borsa è legato ai timori che la condanna possa aprire le porte a nuove richieste di risarcimento da parte di migliaia di rifugiati sudanesi, con il rischio che la banca debba sopportare costi decisamente più alti. Gli analisti di Bloomberg Intelligence ritengono che il verdetto aumenti la pressione affinché Bnp chiuda la vicenda con una transazione che potrebbe anche aggirarsi “nell’ordine di alcuni miliardi”.

Gli avvocati dei ricorrenti hanno accusato Bnp di aver contribuito a rendere possibile la violazione dei diritti umani dopo che la banca francese, nel 2014, si era dichiarata colpevole delle accuse di aver processato attraverso il sistema finanziario americano fondi provenienti dal Sudan e da altri Paesi sotto sanzioni, pagando, ai tempi, una multa di 9 miliardi di dollari.

Secondo i rifugiati Bnp ha svolto un ruolo diretto nella “campagna di distruzione organizzata” da al-Bashir, permettendo al dittatore e al suo governo di avere accesso al sistema finanziario americano e di utilizzare i proventi del petrolio per acquistare armi poi usate contro la popolazione civile. “La banca ha fornito un assegno in bianco al regime, che lo ha utilizzato per perpetrare un regime di morte e distruzione contro quella popolazione presa di mira”, ha dichiarato Michael Hausfeld, avvocato dei rifugiati, riferisce l’Ft.

Dal canto suo Bnp ha annunciato appello contro una decisione definita “sbagliata” e che “ignora importanti prove che alla banca non è stato concesso di introdurre”, aggiungendo che il verdetto riguarda solo i tre ricorrenti “e non dovrebbe avere un’applicazione più ampia di questa decisione”. Ragion per cui “qualsiasi tentativo di estrapolare è necessariamente errato, come pure qualsiasi speculazione riguardante un potenziale accordo transattivo”.

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