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Eni, primo trimestre 2022 d’oro: l’utile netto cresce di 3 miliardi. Al rialzo la guidance

Trimestrale brillante per Eni spinta dal rialzo degli idrocarburi. Il gruppo segna un utile netto a 3,27 miliardi euro nonostante il calo della produzione (- 5%). Il titolo in rialzo a Piazza Affari

Eni, primo trimestre 2022 d’oro: l’utile netto cresce di 3 miliardi. Al rialzo la guidance

Eni chiude un primo trimestre da record, grazie anche ai prezzi dell’energia in crescita. Nei primi tre mesi del 2022 l’utile netto del gruppo petrolifero è balzato a 3,58 miliardi da 856 milioni del 2021 e l’utile netto adjusted a 3,27 miliardi di euro da 270 milioni. Una crescita di 3 miliardi rispetto al primo trimestre 2021 dovuto “alla capacità di catturare il rilevante aumento dei prezzi di realizzo delle produzioni equity (+70% in media)”, sottolinea il gruppo petrolifero. L’ebit adjusted consolidato vola a 5,19 miliardi, in crescita del 300% rispetto allo stesso periodo del 2021. Tutto ciò nonostante la produzione di idrocarburi abbia segnato una flessione del 3% attestandosi a 1,66 milioni di boe/giorno, livello coerente con la guidance dell’anno.

Dopo i conti trimestrali, al di sopra delle aspettative, il titolo del cane a sei zampe a Piazza Affari guadagna lo 0,74% a 13,26 euro, in linea con l’intonazione positiva del mercato.

Eni: nel primo trimestre 2022 l’ebit adjusted cresce del +300%

Tale performance è stata trainata dai solidi risultati della Exploration and Production con un ebit adjusted di 4,38 miliardi di euro, un incremento di 3 miliardi rispetto al primo trimestre 2021.

Il segmento Global Gas & LNG Portfolio ha registrato un Ebit adjusted di 0,93 miliardi di euro, rispetto al breakeven del primo trimestre 2021, sostenuto dalla crescita delle vendite, dai migliori risultati del business internazionale del gnl nel contesto di un robusto scenario prezzi, e dall’ottimizzazione dei margini sfruttando la flessibilita’ del portafoglio di approvvigionamento gas.

Il business R&M (refining and marketing) ha conseguito un buon risultato (24 milioni di euro), in miglioramento rispetto alla perdita di 159 milioni del primo trimestre 2021. La buona performance è legata alle ottimizzazioni degli assetti impiantistici, che hanno consentito di ridurre l’utilizzo del gas naturale e i costi delle utilities, nonché alla buona ripresa del margine di raffinazione dalla seconda metà del mese di marzo, trainato dal rafforzamento del gasolio, a causa di una scarsa disponibilità sul mercato.

Mentre il business chimico gestito da Versalis ha mostrato un trend debole con un peggioramento di -154 milioni di euro rispetto al periodo di confronto, penalizzato dall’aumento delle quotazioni della carica petrolifera e dai maggiori costi delle utilities industriali.

Il business retail, renewable & mobilità elettrica gestito da Plenitude, è ben posizionato per conseguire la guidance annuale di ebitda adjusted (oltre 0,6 miliardi di euro) nonostante la volatilità del contesto attuale.

Eni: Il flusso di cassa e l’indebitamento nel primo trimestre 2022

Il flusso di cassa netto adjusted ante working capital al costo di rimpiazzo è stato di 5,61 miliardi “sostenuto dalla solida performance dei business core (+186% rispetto al primo trimestre 2021)”. Il flusso di cassa del trimestre ha beneficiato dalla finalizzazione del collocamento azionario della partecipata Var Energi con proventi per Eni di circa 0,4 miliardi.

Dopo il finanziamento dei capex organici di 1,62 miliardi, in leggero aumento rispetto al primo trimestre 2021, e il fabbisogno del capitale di esercizio netto, il gruppo ha ottenuto un free cash flow organico di 1,8 miliardi. I fattori stagionali che tipicamente determinano il fabbisogno del capitale di esercizio netto del primo trimestre hanno determinato un assorbimento di cassa di 1,96 miliardi, che riflette il maggior valore nominale dei crediti commerciali.

I fabbisogni di cassa non organici di 1,25 miliardi sono riferiti alle acquisizioni Plenitude (0,8 miliardi) e il versamento in conto capitale alla JV Saipem (0,46 miliardi) nell’ambito della ristrutturazione finanziaria della partecipata.

L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 al 31 è attestato a 8,62 miliardi euro; invece continua a rafforzarsi il leverage con un valore di 0,18 contro lo 0,20 al 31 dicembre 2021.

L’ad Descalzi: “Solidità e resilienza in un contesto incerto”

“Il trimestre è stato caratterizzato da rilevanti sviluppi strategici per Eni”, ha commentato l’ad Claudio Descalzi, ripercorrendo le maggiori operazioni intraprese dal gruppo. “Abbiamo concluso con successo l’iter di quotazione della nostra consociata upstream norvegese, Vår Energi, della quale adesso deteniamo il 64%, e abbiamo lanciato con BP l’operazione di integrazione dei rispettivi rilevanti portafogli upstream in Angola. Plenitude, la nostra controllata che integra le energie rinnovabili con il retail gas&power, procede verso la quotazione entro il 2022, subordinata alle condizioni di mercato ed abbiamo annunciato la prossima costituzione di una impresa per la Mobilità Sostenibile che combinerà le nostre bioraffinerie, il nostro network di punti vendita multi-prodotto, multi-servizio e la relativa clientela”. E infine, l’Ad ha ricordato il completamento “dell’offerta iniziale di sottoscrizione presso il listino londinese delle azioni di Neoa, un veicolo che identificherà opportunità di acquisizioni nei settori della decarbonizzazione e transizione energetica”, nonché tutte le intese per incrementare le forniture di gas, come l’Angola e il Congo.

Per quanto riguarda i risultati, per Descalzi il cane a sei zampe, ha dimostrato “solidità e resilienza in un contesto di estrema volatilità dei prezzi e di incertezza a causa della guerra in corso e delle tensioni internazionali”, ha aggiunto il numero uno di Eni.

Al rialzo la guidance: per il momento nessuna rottura con Gazprom

Eni ha rivisto al rialzo la guidance dell’utile operativo adjusted di Global Gas & LNG Portfolio, atteso a circa 1,2 miliardi di euro rispetto al precedente target di 900 milioni considerando l’evoluzione attesa del mercato. Lo ha reso noto il gruppo aggiungendo che tali “previsioni operative e finanziarie per l’esercizio 2022 sono state definite sulla base delle informazioni al momento disponibili, delle stime del management relative a possibili rischi e incertezze associate all’attuale situazione di guerra in Ucraina e assumendo nessuna significativa interruzione nei flussi di gas dalla Russia”.

Per quanto riguarda la produzione di idrocarburi confermata la previsione di 1,7 milioni di boe/giorno allo scenario di 80 dollari al barile nel 2022.

S&P Global Ratings assegna BBB con outlook stabile a Plenitude

L’agenzia S&P Global ha attribuito a Plenitude – società controllata da legata alle energie rinnovabili – il rating preliminare a lungo termine “BBB” con outlook stabile. Il report sottolinea che “l’outlook stabile riflette l’aspettativa degli esperti che l’utility sappia far leva sul proprio vantaggio competitivo iniziale nell’ambito retail e nella produzione di energia rinnovabile, con un rapporto funds from operation (FFO) to debt di circa il 25% dal 2022-2024”.

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