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Eni, Poste e Terna: nuovi piani industriali in arrivo

Dopo Generali Italia, tocca nel giro di pochi giorni ad altri tre grandi gruppi italiani aggiornare le loro strategie pluriennali: Eni punta su ricerca e decarbonizzazione, Poste su pacchi e servizi finanziari, Terna raccoglie la sfida dello sviluppo della rete con investimenti complessivi per oltre 5 miliardi.

Eni, Poste e Terna: nuovi piani industriali in arrivo

Sono giorni strategici, questi, per alcune delle grandi società italiane: ad aprire le danze delle presentazioni (o degli aggiornamenti) dei piani industriali è stata Generali Italia il 5 marzo, con un progetto triennale che punta tutto sui prodotti innovativi e sulla tecnologia, andando oltre il concetto tradizionale di assicurazione. E subito dopo la pubblicazione dei conti di Generali Gruppo, giovedì pomeriggio alla Torre Generali di Milano alla presenza del CEO Philippe Donnet, toccherà ad Eni, che esce da un 2018 da crescita record: il bilancio – che viene ufficializzato giovedì 14 – parla di 1,85 milioni di barili prodotti al giorno, aumento del 35% della capacità di raffinazione e raddoppio del risultato netto e operativo. I dati del quarto trimestre e il preconsuntivo 2018 hanno registrato una crescita organica in ogni settore. L’indomani, venerdì 15, sarà svelato il nuovo piano strategico al 2022, anticipato sul sito di Eni da un video che intanto rende note le parole chiave: “Più veloci, più solidi, più sostenibili”.

Uno dei primi obiettivi del gruppo guidato da Claudio Descalzi sarà infatti quello di puntare su ricerca e sviluppo: “Le nuove tecnologie aumentano l’accuratezza degli studi, per ridurre sempre di più il time to market”. Si consolideranno inoltre i progetti upstream, in particolare con nuovi accordi nella penisola arabica, con una diversificazione del portafoglio di asset anche – probabilmente – per dribblare le tensioni geopolitiche in alcuni Paesi storicamente importanti come la Libia e il Venezuela. Ultimo aspetto richiamato nel video di presentazione, ma non meno importante, è l’obiettivo della decarbonizzazione, al quale anche una società tradizionalmente legata alle fonti di energia fossili deve adeguarsi. Si punterà su “riduzione, riuso e riciclo” e sui biocarburanti di ultima generazione.

Dopo Eni, martedì 19 marzo e questa volta a Roma, tocca a Poste Italiane, che un anno fa ha presentato nella sede della Borsa a Milano il primo piano dell’Ad Matteo Del Fante, che punta molto sui pagamenti digitali e soprattutto sul settore della consegna di pacchi, per potenziare la presenza della società nel business dell’e-commerce, anche grazie all’accordo con Amazon. La nuova strategia, e questo dovrebbe essere confermato anche alla luce dell’accordo trovato pochi giorni fa con i sindacati per il 2019, prevede una riorganizzazione delle risorse, che passa attraverso 10.000 assunzioni nell’arco di piano, a fronte di un ricambio generazionale che vede l’uscita volontaria anticipata per 15.000 lavoratori. Anche il piano di Poste Italiane, così come quello di Eni, è spalmato fino al 2022. Prevede inoltre una generosa politica sui dividendi e l’ingresso nei servizi finanziari assicurativi, in particolare nell’Rc Auto.

Durerà invece fino al 2023 il piano che Terna aggiornerà il 21 marzo a Milano, esattamente un anno dopo la strategia quinquennale presentata proprio dal successore di Del Fante alla guida della società che gestisce la rete elettrica nazionale, Luigi Ferraris. Il piano dovrebbe essere in continuità col precedente, ovvero col focus sullo sviluppo delle infrastrutture in Italia. La sfida infatti è quella di adeguare il sistema elettrico al boom delle energie rinnovabili al quale l’Italia ha assistito nell’ultimo decennio, favorendo la transizione energetica in atto. “Gli interventi infrastrutturali sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione in condizione di sicurezza e adeguati standard di qualità del servizio elettrico, minimizzando il costo complessivo per i consumatori ed il sistema”, ha spiegato di recente l’Ad in audizione alla Camera, anticipando di fatto il tema centrale della strategia di Terna, che per raggiungere gli obiettivi ha stanziato più di 5 miliardi da qui al 2023. La società non ha trascurato nemmeno gli azionisti, vista la politica di aumento crescente del dividendo.

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