“Il discorso dei tumori gira come una fake news”. E’ un duro attacco quello partito dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, rispondendo alla domanda di uno studente in occasione dell’evento “Eni con l’Italia”, organizzato nella sede dell’azienda a San Donato Milanese e al quale ha partecipato anche il premier Paolo Gentiloni. “Nella lista italiana, la Val d’Agri e la Basilicata sono all’ultimo posto (per i tumori) dopo la Calabria. Il tasso maggiore si registra in Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia. Non sono nostre statistiche. Sono tutte regioni dove non si producono idrocarburi”, ha fatto notare Descalzi.
“La Val d’Agri è uno dei paesi dove ci sono affioramenti superficiali di oli, sono fontanelle, esistono dai tempi dei romani. Tutto quello che succede – ha evidenziato Descalzi – è colpa nostra perchè ci stiamo lavorando. Non accettiamo la disinformazione, la rete che racconta che siamo assassini e mostri. Non lo siamo”, ha chiosato. Certamente, ha ammesso l’ad di Eni, “c’è stata da parte nostra una sottostima della comunicazione”. La domanda dello studente era relativa a una notizia di qualche giorno fa, quando Eni ha ammesso gli sversamenti di petrolio dal Centro oli lucano dal mese di agosto dello scorso anno: si tratta di 400 tonnellate perse da uno dei serbatoi dello stabilimento Cova di Viggiano.
Claudio Descalzi ha anche colto l’occasione per fornire a studenti e professori che hanno partecipato all’incontro un’immagine positiva di Eni ricordando che negli ultimi tre anni il gruppo Eni ha speso in Italia 15 miliardi e per il prossimo quadriennio prevede di rilanciare con 21 miliardi. Gli investimenti mirano a realizzare una profonda trasformazione che coinvolgerà tutti i business, ha detto Descalzi, dall’upstream fino alla raffinazione e alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche.