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Energia: Italia in campo contro le emissioni di metano. Il Piano Mattei utile anche a questo?

La battaglia contro le emissioni di gas metano coinvolge anche l’Italia. Un convegno pone molta fiducia nel Piano Mattei

Energia: Italia in campo contro le emissioni di metano. Il Piano Mattei utile anche a questo?

L’Italia è il Paese che negli anni del dopoguerra ha esplorato più di ogni altro pozzi di gas. La ricerca degli idrocarburi nella pianura padana fu una delle grandi intuizioni di Enrico Mattei che ne seppe sfruttare appieno le potenzialità. Forte di questa esperienza ultradecennale, l’Italia ha oggi le competenze tecniche per lavorare a livello globale contro le dispersioni di metano nell’aria. Il fondatore dell’Eni se ne sarebbe fatta una ragione, più o meno come chi oggi è alla guida dell’azienda.

Alla Cop28 di Dubai il tema è stato molto discusso e il recente annuncio dell’organizzazione no profit Environmental Defense Fund Edfe con Google per il lancio del satellite MethaneSat ha ridato vigore al dibattito sulle tecnologie da usare. L’Italia può recuperare tutto il gas altrimenti sprecato, sia per il mercato nazionale ed europeo sia globale, è stata la conclusione al convegno dal titolo “Emissioni di metano alla COP28, esiti e prospettive per l’Italia” organizzato online da Amici della Terra in collaborazione con la medesima Environmental Defense Fund Europe (Edfe).

All’incontro hanno partecipato Monica Tommasi, Presidente di Amici della Terra, Vania Gava, viceministra dell’Ambiente, Francesco Corvaro, inviato del governo italiano per il clima, Kitti Nyitrai, capo unità Transizione verde della Commissione europea, Manfredi Caltagirone, Responsabile Imeo – Unep,  Flavia Sollazzo, manager di Edfe.

Energia: chi lavora per gli obiettivi al 2035?

La priorità è la mitigazione delle emissioni entro il 2025 per procedere verso una riduzione del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035. Il metano è identificato ormai come secondo maggior responsabile del riscaldamento globale. Dopo la Cop 28 su questo fronte qualcosa si muove. Ue, Usa e altri Paesi stanno definendo norme regolatorie e prescrizioni mentre l’adesione al Global methane pledge (Gmp), di cui l’Italia è stata uno dei primi sottoscrittori, si va allargando. 

A questo indirizzo online (qui il link) di Amici della Terra vi è una guida per esplorare il cammino da fare. Il gas serve alla transizione energetica, la sua scomparsa nei prossimi anni è diventata una sindrome per migliaia di ambientalisti. “Questo decennio sarà cruciale per raggiungere l’obiettivo strategico della decarbonizzazione e per farlo dobbiamo cogliere le opportunità più accessibili”, ha detto Flavia Sollazzo. Le operazioni di lungo termine coinvolgono i governi e le società di produzione. Abbiamo capito che contano più le seconde che i primi. Nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima italiano (Pniec) sono indicate delle soluzioni e la viceministra Gava ha parlato di collaborazioni italiane con le economie produttrici di gas. Il Piano Mattei del governo è stato molto citato, durante l’incontro, con un buon grado di fiducia nella realizzazione.

Anche la presidente di Amici della Terra ha sostenuto che “il Piano dimostra le intenzioni del governo, in un momento un cui cresce l’interesse a ridurre le emissioni dei paesi produttori, utilizzatori ed esportatori africani”. Non è che la probabilità di successo è sovrastimata? Chi non apprezza il ruolo del gas è fuori dalla realtà?

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