Condividi

Energia, Germania: asse col Brasile per idrogeno verde e Amazzonia

Sulla transizione ecologica Berlino ha le idee sempre più chiare e vuole diventare leader mondiale dell’idrogeno verde, investendo 9 miliardi: di questi, 2 miliardi saranno destinati a progetti esteri, molti dei quali in Sudamerica, dove finanzia già la lotta al disboscamento

Energia, Germania: asse col Brasile per idrogeno verde e Amazzonia

Paese che vai, Pnrr che trovi. Sulla transizione energetica ogni Paese europeo va in ordine sparso, ma sta prendendo una direzione sempre più precisa la Germania, che nei prossimi anni per la transizione verde metterà in campo investimenti e misure fiscali per centinaia di miliardi di euro, comprese diverse iniziative internazionali attraverso la Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ), la principale agenzia di sviluppo tedesca nell’ambito della cooperazione internazionale. L’obiettivo di Berlino non è solo quello di abbattere le emissioni di CO2 come stabilito dagli accordi internazionali e di affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo, ma ne ha anche uno ancora più ambizioso: diventare il leader mondiale dell’idrogeno verde.

Germania verde: l’espansione dell’idrogeno pulito verso il Brasile

L’idrogeno verde, tra i vari tipi di idrogeno distinti dalla convenzionale colorazione, è il più pulito di tutti: è ricavato dall’elettrolisi dell’acqua, usando nel processo solo energia rinnovabile, eolica o solare. Solo in questo segmento, la Germania sta investendo 9 miliardi di euro ma non può fare da sola: per raggiungere l’80% di energia green entro il 2030, dovrà importarne i due terzi da fuori. Ed ecco quindi che buona parte di questo investimento attraverso la GIZ (2 miliardi sui 9 totali), sarà dirottato su progetti esteri, a incominciare dal Sudamerica e in particolare dal Brasile. Già dal 2023 i tedeschi stanno finanziando progetti pilota nelle università federali di Santa Catarina e di Rio di Janeiro, oltre che nell’università federale di Itajubà, nel Minas Gerais, ma stanno nascendo progetti anche in Goiàs e nel parco tecnologico di Itaipù, a dimostrazione di un sodalizio sempre più stretto, sia a livello di investimenti che tecnico-scientifico, tra il Paese governato da Olaf Scholz e quello presieduto da Lula, leader della stessa famiglia politica e uniti anche dall’impegno per la tutela dell’Amazzonia.

L’impegno della Germania per tutelare l’Amazzonia

Berlino, infatti, è tra i fondatori e i maggiori contributori del Fondo Amazzonia, un programma di finanziamenti per fermare il disboscamento del polmone del pianeta creato nel 2008, poi sospeso sotto il governo di Jair Bolsonaro perché le risorse non venivano utilizzate adeguatamente e ripristinato l’anno scorso proprio in virtù del ritorno alla presidenza di Lula. Nel 2023 la Germania ha versato l’equivalente di 200 milioni di euro, confermandosi il secondo maggior contributore alla causa dopo l’altro Paese fondatore, la Norvegia, che negli anni ha devoluto ben oltre il miliardo di euro. I due Paesi hanno aperto una strada: negli ultimi mesi infatti anche gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione europea hanno promesso aiuti o li hanno già fatti pervenire.

E non c’è solo il Brasile: stanno ricevendo fondi dalla Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit per progetti di sviluppo dell’idrogeno verde anche la Colombia e il Sudafrica, a prova di una rete internazionale ampia e diversificata. Il governo tedesco vuole dotarsi di una capacità di elettrolisi di 5.000 megawatt (MW) entro il 2030 e 10.000 MW entro il 2040, per produrre il nuovo combustibile green e diventarne il primo fornitore al mondo. L’obiettivo è sbarazzarsi dell’idrogeno “grigio”, quello estratto dal gas e dunque meno pulito, puntando sull’idrogeno verde insieme all’energia eolica e solare per sostituire l’energia fossile e nucleare e applicarlo soprattutto nei settori del riscaldamento e dei trasporti. Per farlo, sta investendo tanto e in tutto il mondo.

Commenta