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Energia, Bortoni: “Bolletta elettrica da cambiare. Acqua, investimenti in ripresa”

L’Autorità per l’energia ha presentato la sua relazione 2017 alla Camera. E’ l’ultima prima della fine del mandato. In calo i prezzi per le industrie che rimangono più alti del 20% sulla media Ue. “Visibili distorsioni” sulle bollette delle famiglie caricate da incentivi alle rinnovabili e pesi impropri: meglio spostarli sulla fiscalità. Ma gli aumenti maggiori li hanno fatti registrare le attività regolate di trasporto e misura.

Consumi elettrici ancora in calo nel 2016 (-2,1%) e vendita di elettricità fortemente concentrata: Enel, Edison e Eni (in questo ordine) controllano il 44,2% del mercato. Per il secondo anno consecutivo le industrie italiane non pagano più i prezzi più alti d’Europa; tuttavia scontano un delta di +20% sulla media Ue. Le bollette per le famiglie si mantengono stabili ma non riescono a riflettere il crollo dei prezzi all’ingrosso, dimezzati in cinque anni, da circa 80 euro a poco più di 42. A provocare questa distorsione sono gli oneri impropri che gravano sulle bollette (le fonti rinnovabili rappresentano il 37% della produzione italiana ma costano 12,4 miliardi l’anno di incentivi netti) e che annacquano di fatto il vantaggio ottenuto sul costo della materia prima. Materia prima in risalita con i prezzi del gas in recupero da inizio 2017.

E’ questa la fotografia, a luci ed ombre, che l’Autorità per l’Energia ha consegnato al Paese in occasione della relazione annuale 2017 presentata alla Camera. Quest’anno la relazione coincide non con un arrivederci ma con un addio visto che l’Authority guidata da Guido Bortoni con Valeria Termini, Alberto Biancardi e Rocco Colicchio terminerà il suo mandato l’11 febbraio 2018 dopo sette anni. Il rinnovo – che prevede una procedura complessa e lunga – potrebbe capitare nel bel mezzo delle elezioni e per questo diverse indiscrezioni indicano la possibilità che il governo anticipi le designazioni prima della scadenza. Fra i nomi che circolano per la successione vi è quello di Federico Testa, attuale presidente Enea, anche se è ancora presto per potere trarre conclusioni.

ELETTRICITA’: CONCENTRAZIONE E APERTURA DEL MERCATO

L’Autorità lascia alla vigilia di una “rivoluzione” che interesserà circa 20 milioni di famiglie. Con l’approvazione della legge sulla Concorrenza, dal 1° luglio 2019 cesserà di esistere il regime di Maggior tutela (in sostanza, le tariffe amministrate dall’Authority per le famiglie) e chi ancora non l’ha fatto dovrà passare sul mercato liberto che oggi assorbe una quota del 34,4% dei clienti elettrici domestici.

 E se continua a crescere il numero degli operatori sul mercato libero (542 ma 42 sono rimasti inattivi lo scorso anno, l’operatore dominante in termini di quantità resta il gruppo Enel che presenta una quota in risalita al 35,3% (33,4% nel 2015), sempre distanziata dal secondo gruppo, Edison, che si è fermato al 4,7% e ha perso il 2%. Terzo il gruppo Eni con il 4,3% (all’incirca la stessa percentuale dello scorso anno).

Ma con questo livello di concentrazione, cosa ci si può attendere dalla prossima piena liberalizzazione del mercato? “La legge sulla Concorrenza – assicura Guido Bortoni, presidente Authority – prescrive alcuni tasselli da compiere per dare impulso al mercato libero. L’offerta Placet, predefinita per famiglie e piccole imprese, a condizioni predefinite dall’Autorità, scatterà da gennaio 2018. Stiamo accelerando sul portale di confrontabilità delle offerte e sarà pronto a breve. L’elenco venditori sarà disponibile entro fine anno o al più tardi all’inizio del 2018. Ci stiamo avvicinando al traguardo”.

ELETTRICITA’: PREZZI E DISTORSIONI

A preoccupare, piuttosto, è la distorsione creata sui prezzi dagli oneri impropri che appesantiscono le bollette e impediscono alla concorrenza di dispiegare i suoi effetti positivi sui prezzi. “Non si può omettere di riscontrare in alcune politiche pubbliche, talvolta eccessive, visibili distorsioni”. Una denuncia con i toni soft dell’Autorità ma in realtà un atto d’accusa pesante sui tanti oneri (riportati nella tabella qui sotto) che insieme alle tasse contano ormai per circa il 50% della bolletta. E così il crollo dei prezzi sui mercati all’ingrosso non ha alleggerito la spesa delle famiglie. Un vero peccato visto che nel 2016 il prezzo medio di acquisto dell’energia (PUN) è stato il più basso della sua storia, pari a 42,78 €/MWh, in calo del 18,2% rispetto all’anno precedente. Il problema non è solo italiano e riguarda anche Germania e Francia. Tuttavia “gli oneri di sistema – suggerisce Bortoni – andrebbero passati ad una gestione fiscale vera e propria: avremmo un avvicinamento dei prezzi dall’ingrosso al dettaglio e un miglior funzionamento della concorrenza a livello retail”. Tuttavia, proprio i costi regolati (cioè i costi di trasporto e misura) hanno registrato gli aumenti maggiori (+40%) annullando le diminuzioni verificatesi sulla materia energia.

GAS E ACQUA, CONSUMI E PRODUZIONE

Consumi in risalita del 5% mentre la produzione nazionale non ferma la sua caduta e scende del 14,6%. Per i clienti domestici, rileva l’Autorità, i prezzi sono i più alti d’Europa ma stanno migliorando. In questo caso è decisivo il peso del fisco. Anche nel settore del gas aumentano i venditori (393) ma cresce il livello di concentrazione sul mercato della vendita: i primi 3 gruppi controllano il 47,5% delle quantità vendute con Eni a far la parte del leone seguita da Enel Energia e Edison Energia. I primi 5 gruppi hanno in mano il 55,2% del mercato.

Per l’acqua il principale problema rimangono gli investimenti con il 22% della rete di acquedotti che supera i 50 anni d’età e la depurazione che arriva al 70% del carico. anche se, ha osservato Bortoni, il ciclo si è rimesso in moto dopo un lungo periodo di stagnazione passando da 961 milioni di euro nel 2012 a 1,49 miliardi di euro nel 2015 “con un incremento complessivo del 55%”. Nel quadriennio 2016-19 l’attesa è che salgano a 3,2 miliardi l’anno. L’aumento delle tariffe, invece, è stato del 4,57% (2016 su 2015).

Tirando le somme, la scommessa del mercato libero sarà necessariamente al centro dell’attività della nuova Autorità. “Con la nostra relazione – ha concluso Bortoni – lasciamo un Quo Vadis per assicurare una piena staffetta tra noi e loro. Lavoreremo fino all’ultimo giorno perché l’Autorità non può fermarsi: sia per la tutela del consumatore ma anche per tutta una serie di provvedimenti riguardo agli operatori, immersi tutti nella transizione energetica. Nei prossimi anni, si renderà necessario dilatare la visuale dall’ambito nazionale a quello europeo e dal breve al medio-lungo periodo”. Il testimone passa all’Authority che verrà, ma quando? Quella di Bortoni scade l’11 febbraio 2018 e la prorogatio eventuale, in regime di ordinaria amministrazione, può durare al massimo 60 giorni come ha chiarito nel 2011 il Consiglio di Stato. La deadline è per l’11 aprile, non un giorno di più. Ecco perché non c’è tempo da perdere.

 

 

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